Il sindacato accusa il governatore dell'isola di avere scelto la strada isolata della criminalizzazione del settore dimostrando limiti nella rottura col passato
Formazione, Bernava replica al presidente Crocetta
IL SINDACATO ACCUSA IL GOVERNATORE DELL’ISOLA DI AVERE SCELTO LA STRADA ISOLATA DELLA CRIMINALIZZAZIONE DEL SETTORE DIMOSTRANDO LIMITI NELLA ROTTURA COL PASSATO
Di fronte allennesima condanna della Formazione professionale per voce del presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha parlato di sistema di spartizione clientelare dei fondi pubblici da scardinare perché ha danneggiato i giovani, non tarda ad arrivare la reazione del mondo sindacale.
A parlare è Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl siciliana, che risponde alle parole rivolte dal governatore Crocetta al sistema formativo.
Il presidente della Regione dimostra di voler continuare a criminalizzare il settore anziché risolvere i problemi – dichiara senza preamboli Bernava -. Invece bisogna insistere per provare a risolvere i problemi. E inoltre tutti dobbiamo cambiare linguaggio.
Sulle accuse del presidente Crocetta che ha sparato a zero sugli enti formativi, accusando che modello della formazione di Francantonio Genovese non è l’unico caso, Bernava replica: Questa vicenda legata a Francantonio Genovese impone chiarezza e distanza netta: solo così si potrà avere la possibilità e la speranza di ricostruire il sistema della Formazione in Sicilia senza sterminare migliaia di lavoratori.
In tema di proposte concrete e risposte immediate, lesponente sindacale riprende un tema caro alla Cisl: Dobbiamo – dice – pretendere il soddisfacimento del maturato accumulato dai lavoratori in un accordo complessivo che disegni un nuovo sistema normativo in piena rottura con quello che è stato finora. Qualità, selezione, certificazione ed accreditamenti rigorosi, ruolo sociale ed integrato al sistema economico ed imprenditoriale del territorio dovranno essere le parole chiave, il cuore pulsante su cui deve innestarsi una nuove fase storica della Formazione in Sicilia, assieme a controlli e verifica sul funzionamento dei costi e sulla qualità complessiva dei risultati da parte della Regione.
Per il sindacalista, chiudere col passato è il primo atto se si vuole garantire il futuro alla formazione professionale in Sicilia. Su queste parole-chiave, anche come Sindacato, dobbiamo proporre ed avere il coraggio di aprire un nuovo percorso – aggiunge Bernava -. Finora le false promesse e le illusioni di coprire tutti e tutto ha prodotto solo un massacro sociale senza precedenti, anche perché la politica degenerata, quella assetata di gestione ed intermediazione economica, ancora ammicca e vede il settore della formazione come area di scambio e profitto elettorale. Magari spostando il nuovo collante affarismo e politica in un rapporto, perverso, con alcune aree del mondo delle imprese.
Il leader della Cisl in Sicilia contesta latteggiamento accusatorio del Governo regionale che mostra limiti propositivi nel cambiamento radicale del sistema formativo regionale.
Adesso in Sicilia va aperta una discussione pubblica e trasparente – dice sempre il segretario Bernava – dove ogni soggetto di buona volontà partecipa e contribuisce con una proposta che mira a coniugare il rilancio di un settore della Formazione totalmente diverso dal passato sistema, con l’urgenza di ridare una tutela sociale, reddituale e di gratificazione professionale agli operatori del settore. Lavoratori, Enti, società sono in parte sopravvissuti allo tsunami partito sin dai primi anni del duemila. Tsunami prodotto da ingordigia ed overdose di interventi della politica e di chi la favoriva.
Solo così si potrà finalmente parlare, dibattere, litigare e decidere su cose vere e concrete che riguarda la carne viva della gente – tuona Bernava – dramma ed emergenza sociale volutamente omessi dai Signori del Palazzo. Solo cosi su ragionamenti, proposte concrete e sforzo di offrire soluzioni si potrà finalmente registrare chi vive ancora nel passato, rivoluzionari veri e finti, chi si preoccupa del sociale e non di affari, chi ancora si nutre di abbuffate elettorali e chi pone come priorità il principio di non far pagare ai lavoratori ed ai contribuenti l’epilogo di una ingordigia generalizzata che politica e politici di Sicilia (tantissimi sono sempre al comando) hanno partorito ed alimentato con l’utilizzo degenerato della Formazione Professionale. Nella formazione e non solo!
Posso dire ed affermare questo – asserisce Bernava – in quanto nel mio ruolo di segretario generale della Cisl siciliana, eletto nel maggio 2008, ho segnato una rottura totale con quel sistema. La mia esperienza è testimonianza su cui ho trascinato l’intera Cisl Sicilia a scelte di discontinuità netta col passato. Scelte di rottura discusse, ragionate e decise negli organismi della mia organizzazione, scelte nette ed inequivocabili nelle politiche di settore, nella gestione, nella costante ricerca di liberarsi e non farsi soggiogare dalla mortale morsa di una politica che offriva e dava (risorse della comunità) per schiavizzare, umiliare e comprare persone e cose solo per estendere la sua immorale ingordigia alimentata anche dalla domanda(drogata) popolare.
Il segretario generale del sindacato chiarisce i cambiamenti del sindacato. Abbiamo fatto una scelta ed una virata dando priorità all’emergenza sociale – prosegue Bernava – contano i fatti e su questo percorso di rottura col passato la Cisl ha messo in campo un coraggio ed una coerenza lineare e continua su cui cabbiamo messo la faccia sempre. A partire dal 2008. Ci resta una grande amarezza: quella di registrare, con rabbia ed impotenza, che i lavoratori sono stati massacrati e strumentalizzati, come se dovessero pagare un altissimo prezzo sociale per colpe non che sono loro.
Una politica cinica senza idee ha preferito criminalizzare i problemi invece di risolverli – sottolinea – e che tra un annuncio ed una denuncia mediatica ha avuto l’abilità di trasformare le vittime in carnefici e viceversa. Molti di questi carnefici, che adesso parlano di rivoluzione, stanno all’Assemblea regionale siciliana e nelle stanze del potere della politica e dell’amministrazione. Mentre le vittime stanno per strada a protestare, a sbattersi senza soldi e futuro, disperati e umiliati. Noi stiamo con le vittime, sapendo che è la scelta e la strada più difficile. In Sicilia ancora più difficile”.
Un sindacato nuovo, serio e concreto deve avere la forza, il coraggio e la spinta di buttarsi nelle situazioni difficili – sostiene Bernava – perché ricostruire è sempre molto più difficile e complicato che gestire e distribuire i frutti del saccheggio di una ricchezza che non c’era anche negli anni in cui si è realizzata la grande e facile abbuffata. Siamo convinti che la Giustizia sociale deve arrivare assieme a quella della magistratura conclude – anzi la giustizia sociale deve necessariamente arrivare prima. Altrimenti ci saranno solo caos e fallimenti. Per tutti.