Province, Musumeci: “Questa riforma è un oltraggio”. Figuccia: “M5S non sia stampella”

Anche questa settimana si conclude con un altro nulla di fatto sulla riforma delle Province. Si va avanti a colpi di riscritture del testo e il rischio è quello dell’ennesimo papocchio che scontenta tutti.

L’opposizione all’Ars è sempre più determinata a bloccare una approvazione di un disegno di legge che non ha né capo né coda. Mentre resta in sospeso l’appoggio del Movimento 5 Stelle:

“Questo disegno di legge sulla riforma delle Province costituisce un oltraggio alla dignita’ legislativa del parlamento siciliano. E’ un pasticcio, frutto di un capriccio estemporaneo di Crocetta. E produrra’ danni devastanti al territorio ed ai Comuni, costretti ad assumere oneri e debiti che li condanneranno all’immobilismo” ha detto Nello Musumeci, leader de La Destra.

“Vi siete chiesti – ha detto gli effetti che questa pseudo riforma avrebbe in termini di costi, con l’aumento per diseconomie di scala, a causa del frazionamento dei contratti esistenti in capo ad un unico soggetto erogatore di servizi, dopo che avrete moltiplicato i centri di spesa e le centrali di committenza? Altro che risparmi e rivoluzione: volete creare venti carrozzoni, affidati agli amici di partito, tenendo fuori i cittadini, che non potranno piu’ votare con questa nuova legge. Con le Citta’ metropolitane, poi, faremo ridere l’Europa. State inventando un modello di governo locale assolutamente incompatibile con i requisiti richiesti dall’Unione europea. Il solo risultato che otterrete sara’ quello di condannare ad un maggiore degrado le citta’ e le aree esterne alle tre Citta’ metropolitane, ossia il novanta per cento del territorio isolano”. Musumeci ha infine anticipato che il suo gruppo presentera’ circa duecento emendamenti e sub emendamenti, per impedire la prossima settimana l’approvazione “di una legge folle, incostituzionale e contraria allo sviluppo”.

A punzecchiare il Movimento 5 Stelle è invece il vice capogruppo dei Forza Italia, Vincenzo Figuccia:

“Con una consultazione forse troppo frettolosa sul web, un referendum su una legge il cui testo e’ pero’ cambiato nel frattempo, i grillini hanno “democraticamente” scelto cosa fare all’Ars. Se davvero vogliono raggiungere il doppio obiettivo di far partecipare i propri militanti e tagliare i costi della politica razionalizzando i Consorzi dei comuni, dovrebbero ripetere la consultazione spiegando il contenuto dell’accordo romano: una legge che rischia di moltiplicare all’infinito i consorzi, che taglia fuori i cittadini dalle scelte democratiche delegandole ai politici e ai partiti, che non garantisce ne’ l’attuale personale delle province ne’ i servizi per la cittadinanza”. Quindi l’affondo e la “sfida” ai grillini: “se davvero i parlamentari del Movimento 5 Stelle, vogliono consultare la propria base, la informino correttamente sul contenuto della consultazione, altrimenti appariranno come la stampella (in)volontaria del sempre piu’ traballante governo Crocetta”.

Spiega la posizione del movimento di Grillo, il componente della Commissione Affari Istituzionali dell’Ars, Salvo Siragusa: “Noi abbiamo posto alla base una domanda tecnica, ovvero se si vogliono abolire le Province. E la risposta è stata positiva. Ma sia chiaro- dice il parlamentare 5 Stelle- che se in Aula il testo venisse stravolto da emendamenti e sub emendamenti che non ci convincono, diremo di no”.


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