Intervista al segretario regionale del pd giuseppe lupo
Lupo (Pd): “Raciti? Candidatura dettata da spartizione di poltrone. Faraone? Voleva cacciare a calci in culo Crisafulli…”
INTERVISTA AL SEGRETARIO REGIONALE DEL PD GIUSEPPE LUPO
Fausto Raciti, chi è costui? E’ la domanda che, in queste ore, circola con insistenza tra gli elettori del PD e non solo. L’esponente dell’area Cuperlo, praticamente uno sconosciuto, è il nome che hanno tirato fuori dal cappello i big siciliani, renziani in testa, per la guida della segreteria regionale del Partito.
Una mossa dettata da tattiche romane. Un ‘regalo’ del nuovo segretario nazionale, Matteo Renzi, all’ex nemico Gianni Cuperlo, in cambio di un sostegno alla sua proposta di riforma elettorale? Sembra un po’ la solita storia di una Sicilia considerata una merce di scambio.
Un accordo che, proprio guardando alle vicende siciliane, stride non poco: come è possibile che, all’improvviso, nemici giurati come Davide Faraone e Wladimiro Crisafulli, che hanno dato spettacolo per la violenza verbale dei loro litigi (Crisafulli definiva Faraone il suo stalker, il leader dei renziani siciliani ricambiava con epiteti pure più pesanti ) si ritrovino in sintonia su questo nome?
Ne abbiamo parlato con Giuseppe Lupo, attuale segretario del Pd in Sicilia, che con la sua ricandidatura, è pronto a sfidare i nuovi inciuci interni al suo stesso Partito.
Ha sorpreso un po’ tutti la candidatura di un cuperliano in Sicilia. Ma come si è arrivati a questa scelta?
“E’ la domanda che si stanno ponendo molti elettori del PD. Nessuno si aspettava che la scelta ricadesse su un nome che in Sicilia praticamente non si conosce. Ma la spiegazione è chiara. La candidatura di Raciti è figlia di un accordo di potere tra capi corrente del PD. Un accordo di palazzo basato sulla spartizione di poltrone di governo e di sotto governo. Nulla a che vedere con l’idea di un partito e di un progetto politico”.
Quello che stupisce è vedere insieme Faraone e Crisafulli. Come giudica questa intesa improvvisa?
“Ricordo solo che Faraone condivideva con Pif l’idea che bisognava ‘cacciare a calci in culo’ Crisafulli. E che quest’ultimo, quando Faraone occupava il seggio di Enna, per le primarie nazionali, lo definiva il suo stalker. E’ ovvio che non si tratta di una condivisione di un progetto politico. Ripeto, si tratta di un accordo basato sulla spartizione delle poltrone, un accordo fatto a tavolino per dividersi la torta. Un accordo che sacrifica non solo il Partito ma anche la Sicilia, considerata alla stregua di una merce di scambio”.
Un accordo sul quale hanno messo la firma molti big siciliani.
“Con la mia candidatura io ho proposto una linea di cambiamento chiara. Gli altri, evidentemente, hanno preferito una ammucchiata di correnti senza un progetto politico vero. Hanno fatto di tutto per impedirmi di candidarmi, per evitare primarie aperte, per evitare che siano gli elettori a scegliere. Io ho sempre lavorato per l’unità del partito cercando di condividere un progetto. C’è chi preferisce stabilire tutto a tavolino, una vera e propria spartizione. Tra l’altro considero profondamente offensivo per gli altri candidati, siamo cinque in tutto, definire quella di Raciti come una candidatura unitaria”.
C’è anche chi dice che Faraone non le abbia mai perdonato la scelta di sostenere Rita Borsellino alle primarie per la scelta del candidato Sindaco di Palermo…
“Sicuramente non lo ha mai dimenticato”.
Raciti oggi ha dichiarato che mentre a Roma l’alleanza Cuperlo-Renzi è traballante, in Sicilia non c’è pericolo. Che significa?
“Bisognerebbe chiederlo a lui. Certo è una dichiarazione inquietante. Cosa c’è sotto l’accordo siciliano? Lo dica chiaramente anche se lo abbiamo capito. Così come abbiamo capito che questa regione per loro è, come ho già detto, merce di scambio. E questo è inaccettabile”.
Sempre Raciti ha dichiarato di non avere votato, nella direzione nazionale del Partito, la proposta di riforma elettorale di Renzi. Un ‘peccatuccio’ che gli hanno perdonato?
“Questo è un passaggio che rende ancora più assurda la scelta di candidarlo. Preferendolo a me, che ho sostenuto Renzi alle primarie e che a differenza sua, ho sostenuto la riforma elettorale di Renzi”.
C’è chi dice che dietro alla scelta di Raciti ci sia anche il tentativo di Renzi di assicurarsi il sostegno di Cuperlo in vista del voto sulla legge elettorale.
“Non lo escludo. Il tema è sempre quello. Una spartizione a tavolino da Roma a Palermo. Solo che in Sicilia significa sacrificare un partito e la sua idea di un progetto politico che per una regione come la nostra è fondamentale”.
A proposito di ritrovate intese, anche Beppe Lumia adesso va d’accordo con Crisafulli. Cosa c’è sotto?
“C’è chi dice che ci siano le elezioni europee, un accordo per la candidatura di Lumia. Non voglio crederlo, i candidati per le europee andrebbero scelti dagli iscritti”.
Non la scoraggia scontrarsi con gli apparati del suo partito?
“No. Gli elettori non vanno sottovalutati. Io offro la mia candidatura per le primarie aperte del 16 Febraio a tutti gli elettori del PD che vogliono un partito libero e non subalterno al Governo Crocetta”.
Un Governo che non le è mai piaciuto in fondo. O no?
“Ho sempre criticato, praticamente all’unanimità con il mio partito, l’azione politica portata avanti da Crocetta. La pesantissima impugnativa del Commissario dello Stato, d’altronde, non è che l’ennesima prova di un’azione di Governo debole e confusa. Adesso dovrebbe smetterla di fare inutili polemiche e trovare soluzioni serie per mettere in sicurezza i conti, assicurando il pagamento degli stipendi, delle pensioni dei dipendenti regionali e il funzionamento di tutti i settori dell’amministrazione. In questi mesi ho fatto di tutto per aiutare Crocetta a governare bene la Sicilia. Ma il presidente piuttosto che ascoltare il suo partito ha preferito dare credito a qualche cattivo consigliere. Adesso si tenga fuori dal congresso e si occupi della Sicilia”.