La sicilia brucia. Quel che resta di un sistema produttivo, da sempre debole, sta andando in fumo. Mentre la politica continua a litigare per le poltrone, mentre il governo regionale confezione una legge finanziaria dove non c'è traccia di sviluppo, centinaia di lavoratori scendono in piazza ogni giorno. Stamattina palermo è presidiata da operai che rischiano il licenziamento.
Palermo, protesta degli operai Keller e Fiat ma il Governo pensa ad altro
La Sicilia brucia. Quel che resta di un sistema produttivo, da sempre debole, sta andando in fumo. Mentre la politica continua a litigare per le poltrone, mentre il Governo regionale confezione una Legge finanziaria dove non c’è traccia di sviluppo, centinaia di lavoratori scendono in piazza ogni giorno. Stamattina Palermo è presidiata da operai che rischiano il licenziamento.
Circa un centinaio di dipendenti i della Keller di Carini, la societa’ di materiale rotabile, sta manifestando davanti alla sede dell’assessorato regionale alle Attivita’ produttive. Sono 197 gli addetti dello stabilimento in cassa integrazione per cessazione attivita’ fino al 5 febbraio prossimo; dopo quella data i lavoratori rischiano di essere licenziati in massa. Gli operai chiedono la proroga del paracadute sociale per altri sei mesi e al governo regionale un piano di rilancio del settore ferroviario in Sicilia.
“Pur condividendo le ragioni e le preoccupazioni dei metalmeccanici di Fiat e Ansaldo Breda a cui in qualche modo la politica sta cercando di dare risposte – dice Massimiliano Buttitta della Rsu Fiom della Keller – non capiamo come mai la nostra vertenza non venga presa seriamente in considerazione, eppure tra meno di un mese, se non arriveranno risposte, saremo licenziati. Chiediamo che i governi, regionale e nazionale, avviino contatti con i liquidatori della Keller e chiedano una per altri sei mesi degli ammortizzatori sociali”.
Davanti a Palazzo d’Orléans, sede della Presidenza della Regione siciliana, ci sono invece gli operatori del 118 e le tute blu della Fiat di Termini Imerese. I primi protestano contro la riduzione del numero di ore di lavoro mensili, a cui starebbe lavorando il governo Crocetta; i metalmeccanici vogliono risposte per il rilancio produttivo dell’area industriale termitana, dove il Lingotto ha chiuso la fabbrica a fine 2011 e circa 1000 operai sono cig in deroga fino al 30 giugno prossimo.
“Chiediamo un piano industriale di riqualificazione del servizio 118 – dice Sergio Riggio della’esecutivo regionale dei Cobas – non una riduzione delle ore di lavoro, che cosi’ facendo passeranno dalle attuali 36 a 24, cosa che fra l’altro ha un’incidenza pari a circa 200-300 in busta paga per gli operatori”.
Tutti i sindacati lamentano la stessa cosa: il disinteresse del Governo regionale nei confronti dei destini dei siti produttivi. In effetti non poteva andargli peggio. Possono contare su un assessore alle attività produttive senza competenze, Linda Vancheri, messa lì solo perché indicata dal leader degli industriali siciliani. Molto interessata all’Irsap, l’ente che ha assorbito le vecchie Asi e guidato da un altro uomo di Confindustria Sicilia, al quale ha garantito 12milioni di euro (con la finanziaria), molto battagliera quando si è trattato di fare ridurre le royalties alle compagnie petrolifere, ma poco attenta su tutto il resto.