Tasse: in Italia anche morire costerà di più…

GOVERNO E PARLAMENTO POTREBBERO TROVARE IL MODO DI ‘SCIROPPARSI’ ANCHE LE DETRAZIONI FISCALI SUI FUNERALI!

Pensate di risolvere tutto passando a miglior vita? Vi sbagliate. Il Governo Letta-Alfano-Bilderberg e i Parlamento nazionale vi verranno a scovare anche lassù (o laggiù se vi dovesse andare male: cioè all’Inferno). Non ci credete?
Bene: allora andatevi a leggere cosa ha scritto qualche giorno fa Libero Quotidiano. Parliamo di una notizia non proprio decisiva per le sorti fiscali di ogni contribuente, tuttavia significativa sul clima che si respira in Parlamento. La notizia riguarda le detrazioni fiscali sui funerali e sui relativi rimborsi. La questione è presto detta: la durata della discussione sulla legge delega fiscale davanti alle Camere per la deliberazione. Laddove questa legge non fosse approvata entro fine mese l’attuale detrazione consentita per le spese dei funerali vedrebbe la misura delle stesse ridotta dal 19 all’uno per cento su un massimale riconosciuto di 1500 euro, il cui rimborso equivale 285 euro.

Ripetiamo: non siamo in presenza di cifre decisive per il contribuente ma, come si suole dire, ogni “ficateddu ri musca è sustanza”. Tradotto: meglio poco che niente.
Infatti, già il massimale riconosciuto ammissibile è veramente un ‘minimale’ rispetto al costo reale di un funerale, che mediamente non è inferiore a 5000 euro, in quanto già è gravato da tasse e bolli, senza considerare l’acquisizione del loculo che al pari di un appartamento di civile abitazione è commisurato ai metri quadri della sua dimensione. Domanda: ma i loculi non sono tutti a dimensione standard?

Torniamo al punto: la scadenza della discussione in Parlamento. Questi minimi benefici fiscali decadranno se la legge delega non sarà approvata entro fine mese. La questione non è peregrina poiché si tratta di valutare se è più conveniente che dal bilancio statale si possano risparmiare l’entità dei rimborsi che complessivamente sono postati per 120 milioni di euro: e con i tempi che corrono non sono bruscolini, visto che il ministro dell’Economia è a caccia anche degli spiccioli per restare entro il margine del 3 per cento dettato dall’Unione europea.
Si dirà: con la pesantezza fiscale e tributaria che attraversiamo, ormai da almeno una decina d’anni, cosa vuoi che rappresenti una agevolazione fiscale di tale dimensione? E’ vero, tuttavia è la conferma di una pressione fiscale che non accenna a diminuire e che, anzi, ci accompagna anche nell’Aldilà…

 


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