Addio 2013: l’anno vecchio se ne va, ma il Governo Crocetta e il fallimento della sua ‘Formazione’ restano…

E’ TEMPO DI CONSUNTIVO. L’ESECUTIVO DEI ‘TECNICI’ AL SERVIZIO DELLA SICILIA HA TOPPATO COME DIMOSTRA L’EXCURSUS DI UN ANNO VISSUTO ‘PERICOLOSAMENTE TRA INCOMPETENZE ED INADEMPIENZE

Si chiude con i botti di fine anno la Formazione professionale in Sicilia e non solo per il saluto al 2014. E’ giunto il momento di tirare le somme del bilancio 2013 ed il risultato per il Governo di Rosario Crocetta nel settore parla da sé. L’esecutivo ha fallito nella gestione ordinaria del settore ed ha messo seriamente a rischio il futuro di dieci mila lavoratori, lasciandoli orfani senza uno straccio di programmazione.
Dalle pagine di questo giornale abbiamo raccontato le “gesta” di un Governo che ha scelto la discontinuità dal precedente, guidato dall’ex presidente Raffaele Lombardo, senza costruire nulla di nuovo. Il fallimento lo si registra sia sul tentativo di riorganizzazione delle tre filiere del sistema formativo, sia sulla politica sociale.
All’atto dell’insediamento, nel novembre 2012, la Giunta regionale guidata dal nuovo governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ha ereditato un settore con mille problemi, criticità e clientelismo diffuso ma funzionante per effetto di Avvisi pubblici attivi.
Nel segmento dei Servizi formativi gli Avvisi 1 e 2 garantivano l’attività a circa mille e 800 lavoratori degli Sportelli multifunzionali, scaduta poi al 30 settembre 2013 senza che nel frattempo il Governo regionale riuscisse a mettere in piedi un percorso propedeutico per la prosecuzione dell’attività. Nel comparto dell’Obbligo scolastico (Oif), l’avviso 19 garantiva le seconde e terze annualità dei percorsi obbligatori triennali indirizzati ai minori a rischio dispersione scolastica. E pensare che le prime annualità trovano copertura finanziaria con risorse nazionali , ma anche in questo caso i problemi per l’avvio delle attività sono stati quasi insormontabili. Nell’ambito degli Interventi formativi, l’assessore Nelli Scilabra, aveva ereditato un piano triennale, il cui primo anno era in attività, con copertura per i primi due e la necessità di trovare per l’annualità 2014/2015 la copertura finanziaria. Anche in questo caso l’esecutivo ha tentato in tutti i modi di azzerare lo strumento di pianificazione triennale senza fornire alcuna alternativa.
È sufficiente richiamare lo scontro in Commissione Bilancio prima e in Aula dopo all’Assemblea regionale siciliana, tra il Governo e larga parte del Parlamento siciliano per il rifinanziamento della seconda annualità dell’Avviso 20/2011. Sin da subito l’intento del presidente Crocetta, delle “Tre Marie”, meglio conosciute e in ordine di importanza Patrizia Monterosso, segretario generale della Regione siciliana, Anna Rosa Corsello, dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale e Nelli Scilabra, assessore alla ramo formativo, è stato quello di smantellare l’impianto ereditato.
Non va dimenticata – sarebbe ‘ingiusto’! – Ester Bonafede, assessore al Lavoro che, allineandosi al progetto politico governativo, ha contribuito con la sua azione sterile e quasi assente all’azzeramento dell’esperienza degli sportelli multifunzionali senza aver espresso un’alternativa. Anche lei, un disastro!
E che dire sul versante sociale? L’eredità rilevata è stata pesante, non vi è dubbio. Questo però non può essere l’alibi per disinteressarsi dell’emergenza sociale, peraltro ingigantita dal taglio del 10 per cento operato dall’assessore Scilabra in sede di finanziamento della seconda annualità del citato Avviso 20. Taglio ingiustificato perché le risorse del Fondo sociale europeo avrebbero dovuto garantire la copertura totale delle ore formative necessarie a garantire l’offerta in tutto il territorio siciliano. Peraltro, la vicenda legata alla spesa dei circa 2 miliardi e cento mila euro messi a disposizione dall’Ue per il periodo 2007/2013 è rimasta un mistero.
Un’emergenza sociale, dicevamo, che è diventata “macelleria sociale” per effetto dell’aumento dei lavoratori licenziati o rimasti sospesi a causa della revoca dell’accreditamento ad una decina di enti formativi, tra cui lo Ial Sicilia, ente tra i più grandi della Regione, finito nel mirino di Crocetta & C. per presunte beghe politiche tutte interne al PD (che adesso, in Aula, gli dovrebbe votare Bilancio e Finanziaria 2014…).
Sulla gestione dei processi di mobilità si è superato il Governo mettendo in fila una sequela di provvedimenti assunti in sfregio alle norme regionali. Il ripristino della circolare assessoriale n.10/94 aveva dato speranza ai lavoratori per l’applicazione di criteri di mobilità corretti e in linea con quanto previsto dal Contratto collettivo di lavoro della categoria. Così come l’aggiornamento dell’Albo regionale degli operatori della Formazione professionale era stato salutato come il concreto argine alle assunzioni da parte di diversi enti formativi.
Entrambi i provvedimenti presto si sono rivelati un bluff. I lavoratori degli Sportelli multifunzionali sono stati trasferiti al Ciapi di Priolo con criteri del momento che nulla c’azzeccavano con le leggi. Il progetto Spartacus è stato oggetto di un voluminoso contenzioso. Stessa cosa per mille e 415 lavoratori degli Interventi formativi che dovrebbero trasferirsi alla corte dell’ente formativo di proprietà della Regione siciliana con criteri e procedure in aperta violazione del Contratto di lavoro e delle norme di settore.
Infatti il progetto di riferimento, Prometeo, è già oggetto di ricorsi ancor prima di essere avviato. È l’intera operazione di assegnare finanziamenti e personale con la formula del rapporto di lavoro a tempo determinato per un tempo limitato che ha rappresentato il vero fallimento dell’azione politica attuata dal Governo Crocetta. Una sorta di paracadute sociale per coprire l’assenza totale di programmazione di settore.
Quale futuro aspetta i dieci mila lavoratori? Dall’esecutivo non è arrivata alcuna proposta degna di chiamarsi tale. E poi in tema di fallimento è necessario ricordare come i proclami e le parole ad effetto sull’avvio regolare della seconda annualità dell’Avviso 20, propinati in svariate conferenze stampa, non si sono tradotte in fatto concreto. Al 31 dicembre 2013, dopo 6 mesi dall’annuncio, non un’ora formativa è stata erogata in Sicilia. Così come le rassicurazioni elargite a destra e manca sulla garanzia che nessun lavoratore avrebbe perso il posto di lavoro si è rivelata una bufala.

Sui pagamenti poi si è sgretolata la credibilità del Governo della ‘Rivoluzione’. Non solo non è riuscita l’amministrazione a recuperare il ritardo dei mesi precedenti, ma ne ha accumulato dell’altro. Ed oggi, alla fine del 2013, centinaia di lavoratori sono creditori nei riguardi degli enti e della Regione siciliana di un numero di stipendi che oscilla tra i nove ed i ventiquattro mesi. Un vero scandalo sottaciuto dall’esecutivo e parte della stampa.
La responsabilità sui ritardi nei pagamenti è da addebitare alle mancate rendicontazioni sulle attività corsuali chiuse. Il Governo anche in questo caso, ha assunto in pompa magna l’impegno di assorbire il ritardo ereditato con la creazione di un apposito Ufficio stralcio che, per la verità, ha prodotto poco e niente. Nel frattempo gli enti formativi continuano a sostenere costi per i rinnovi delle polizze fideiussorie nonostante le attività corsuali siano terminate da anni. spese che non potranno essere riconosciute in sede di rendicontazione aggravando il danno a carico degli enti.
Che dire poi dell’annunciata sburocratizzazione delle procedure amministrative per accelerare i pagamenti pregressi e correnti dei lavoratori del settore? Una farsa iniziata col trasferimento di 7 dirigenti di altrettanti Servizi del dipartimento Formazione professionale e decine di funzionari e dipendenti regionali. In un ramo dell’amministrazione carente di personale come lo stesso ex dirigente generale Ludovico Albert aveva rimarcato prima di essere cacciato dal presidente Crocetta. Un allontanamento che è costato ai siciliani il “vuoto per pieno”, il pagamento comunque del lauto stipendio all’esperto piemontese del Partito Democratico fino al febbraio 2014.
Quando si è trattato però di mettere al riparo le tasche di qualche alto burocrate di Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione, l’efficienza degli uffici è stata straordinaria.
Come non ricordare l’abbaglio preso dalla dottoressa Corsello con le procedure di recupero coatto delle integrazioni erogate negli anni precedenti ad una cinquantina di Enti formativi? Operazione attuata in fretta e furia a seguito della condanna emessa dalla Procura della Corte dei Conti a danno dell’assessore dell’epoca Mario Centorrino e di diversi dirigenti e funzionari regionali. Attività di recupero coatto che ha messo in ginocchio gli enti formativi ed i lavoratori, rivelatasi poi peraltro illegittima ed inutile perché nonostante i recuperi la magistratura contabile ha emanato le condanne e altre probabilmente ne arriveranno nelle prossime settimane.

Altro pasticcio è stato quello delle “Disposizioni 2013 per l’accreditamento degli enti formativi” emanate dalla Scilabra e oggetto di diversi ricorsi al Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia presentati dalle associazioni datoriali degli enti formativi. Ricorsi accolti dalla magistratura amministrativa che ha cancellato alcune previsioni contenute nelle Disposizioni per l’accreditamento perché apertamente in violazione del diritto alla difesa del cittadino. Uno schiaffo ai principi costituzionali che regolano la democrazia in Itala e quindi anche in Sicilia. Improvvisazione e incapacità celate dai ripetuti annunci di arresti e pulizia dalla “mangiugghia” del settore formativo da parte del presidente Crocetta. Operazioni che ovviamente ha condotto egregiamente l’autorità giudiziaria e che ha portato a diversi arresti eccellenti nel mondo della Formazione professionale.

Dulcis in fundo, la Class action amministrativa per il ripristino della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 avviata da un’associazione di consumatori con la diffida diretta al governatore siciliano e depositata alla fine dello scorso novembre. Effetto della reiterata violazione normativa dell’esecutivo regionale che ha sommato diversi provvedimenti amministrativi in difformità al quadro normativo regionale.
Un paniere multiforme di errori, paradossi, inadempienze, in un quadro caotico e confusionario che fa emergere una grande verità, il Governo oltre che incompetente nel settore della Formazione professionale è anche inadempiente. Una collezione di risultati negativi che possono tranquillamente sintetizzarsi con una sola parola, fallimento.

Nota a margine
Una nota a margine della direzione: un affettuoso augurio a quei simpatici ‘minchioni’ – sindacalisti, soprattutto – che nel corso del 2013 hanno creduto alle ‘favole’ del presidente Crocetta e dell’assessore Scilabra: il ripristino della legge 24, i lavoratori non perderanno il posto, pagheremo gli stipendi arretrati entro il 30 giugno, l’Albo e chiacchiere varie.
Il nostro è un augurio affettuoso, perché credere alle favole, da grandi – e addirittura scambiarle con la realtà – è comunque una manifestazione positiva: perché la favole che ascoltavamo da bambini – e non, ovviamente, le brutte favole del presidente Crocetta e dell’assessore Scilabra – erano e sono ancora belle. 

Che dire? Che l’anno vecchio si porti via Rosario Crocetta e Nelli Scilabra (magari Dio…).
Ancora auguri!

 


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