Formazione, in 600 dichiarano illegittimo il bando Ciapi Prometeo

SONO I LAVORATORI DELLO IAL SICILIA, ENTE REVOCATO, PARE PER BEGHE POLITICHE, A CHIEDERE LA REVOCA ENTRO IL 7 GENNAIO 2014 DELL’AVVISO PUBBLICO DEL CIAPI DI RECLUTAMENTO DI 1415 LAVORATORI. NON CI SAREBBERO LE GARANZIE OCCUPAZIONALI E SAREBBE VIOLATA LA LEGGE N.25/93 E IL CCNL. IL CHIARIMENTO DI SPALLINO DELL’USLAL.

Il bando di selezione “Prometeo” relativo al reclutamento di mille e 415 lavoratori, pubblicato dal Ciapi di Priolo il 20 dicembre scorso è illegittimo e va revocato. E’ la logica conclusione alla quale sono giunti non i sindacati e neanche l’amministrazione regionale, ma 600 lavoratori, spinti dalla rabbia e dall’indignazione di una insostenibile condizione sociale ed economica, vissuta da mesi nella Formazione professionale. Una drammaticità dettata dalla follia gestionale attuata dal Governo di Rosario Crocetta nel settore, sfociata nella più grande macelleria sociale attuata da un esecutivo in Sicilia negli ultimi decenni.
Intanto, l’assessora regionale, Nelli Scilabra, canta vittoria dichiarando al Tg3 della Rai che “i corsi saranno organizzati dal Ciapi in accordo con le imprese (di Confindustria?) presenti sul territorio presso i locali delle scuole pubbliche a seguito di una convenzione con il Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e l’utilizzo per sette mesi di lavoratori iscritti all’albo della formazione professionale”.
I dipendenti dello Ial Sicilia, invece, hanno denunciato la violazione di norme e contratto di lavoro da parte del Ciapi in un documento diffuso agli organi di stampa e trasmesso a tutti i vertici regionali competenti, ai Prefetti delle province siciliane, alla Procura generale di Palermo e alla Procura generale della Corte dei Conti sezione Sicilia.
I 600 dipendenti dell’ente di formazione Ial Sicilia attendono ancora di conoscere il proprio futuro. Infatti, lo Ial è uno di quegli enti a cui il Governo Crocetta ha revocato l’accreditamento. Secondo il convincimento di diversi osservatori e degli stessi dipendenti, Crocetta e le “Tre Marie” avrebbero attuato un vero e proprio “scippo politico” togliendo il patentino per operare ed adducendo a gravi irregolarità contabili.

I lavoratori, riunitisi ieri in assemblea, hanno denunciato il mancato rispetto del contratto nazionale di lavoro della categoria e delle norme regionali in vigore, formalizzando richiesta di revoca del bando e indicando un tempo limite nel 7 gennaio 2014. In mancanza di risposta positiva da parte dell’assessorato saranno avviate le opportune azioni legali e forme di protesta come l’assemblea permanente in auto convocazione di tutti i lavoratori davanti i locali dell’assessorato regionale alla Istruzione e Formazione professionale di Palermo a partire dall’8 gennaio.
Scoppia un’altra grossa grana per la giovane e inefficiente assessora della Giunta fallimentare del presidente Crocetta. Ai fallimenti raccontati sulle pagine di questo giornale in nostri precedenti articoli va aggiunto adesso un possibile arresto della procedura di evidenza pubblica che dovrebbe consentire al Ciapi di reclutare mille e 415 lavoratori, tra gli iscritti all’Albo regionale di cui all’articolo 14d della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976.

Inizierebbe com’è finito il 2013 il nuovo anno per la Scilabra. Accanto alle dichiarazioni di soddisfazione per i risultati raggiunti s’ingrossa sempre più il contenzioso che potrebbe esplodere, nei prossimi mesi, in responsabilità non solo amministrative, ma anche di altra natura. Sono diverse le cose che non convincono del bando pubblico ed in questo l’analisi critica del giornale non è lontana da quanto riportato nella citata lettera dai 600 lavoratori dello Ial Sicilia.
Questo perché il bando del Ciapi mira a trasferire da altri enti formativi mille e 415 lavoratori senza alcun rispetto della normativa vigente in materia di mobilità nel settore della formazione professionale. Così facendo si violerebbe il disposto dell’articolo 2 della legge regionale n.25 del 1 settembre 1993 a causa della decisione unilaterale di trasformare il rapporto di lavoro da tempo indeterminato a tempo determinato e per un periodo limitato nel tempo e cioè per soli sette mesi. Norma che, ricordiamo, dispone “al personale iscritto all’Albo dell’articolo 14 della legge regionale n.24/76 con rapporto di lavoro a tempo indeterminato è garantita la continuità lavorativa e riconosciuto il trattamento economico e normativo previsto dal Ccnl di categoria”.

Altra violazione è quella della mancata applicazione della procedura richiamata dall’articolo 2 bis della legge regionale n.25/93. L’articolo prevede che “l’assessore regionale al lavoro è autorizzato ad attuare, per il personale di cui al comma 1, rimasto totalmente privo d’incarico, i processi di mobilità previsti dal Ccnl per gli operatori della Formazione professionale”. Il contratto prevede una specifica procedura di mobilità e criteri condivisi secondo quanto stabilito dall’articolo 27 del contratto di lavoro per il periodo 1994/97, riportato nel contratto in vigore. Circostanza che non è attuata nel processo di trasferimento del personale dagli enti revocati al Ciapi. I dipendenti dello Ial contestano, inoltre, che il bando Prometeo non assicurerebbe la salvaguardia dei livelli occupazionali, essendo aperto a tutti gli iscritti all’Albo regionale senza effettiva garanzia per l’accesso in favore del personale degli enti revocati. E non è tutto, la delibera di giunta n.374 del 19 novembre 2013, che stanzierebbe 35 milioni di euro, dovrebbe garantire lo svolgimento delle attività formative per l’anno 2013/2014 senza soluzione di continuità dall’8 giugno 2013 al 7 giugno 2014. E invece con la previsione di soli 7 mesi di lavoro, resterebbe privo di copertura lavorativa e retributiva il periodo precedente.
Chi pagherebbe e con quali risorse il personale dello Ial Sicilia, ma anche di altri enti in condizioni similari, dal 7 giugno al 19 dicembre 2013? Siamo di fronte all’ennesima presa per i fondelli a danno dei lavoratori e delle loro famiglie? Un papocchio che si aggiunge alla sequela generata da un assessore incapace di comprendere a fondo il funzionamento del settore formativo e le implicazioni giuridiche, economiche, sociali e giudiziarie. Il sospetto di manovre politiche alla base di scelte a volte incomprensibili e contro corrette attuate dalla Scilabra è stato più volte riferito ai lettori dalle colonne del giornale.

I lavoratori dello Ial Sicilia lo hanno capito e hanno deciso, questa volta, di agire da soli e senza i sindacati che si sono piegati alla volontà “omicida e selvaggia” del governo regionale diretta all’obiettivo della “macelleria sociale” a tutti i costi pur di mettere a punto il progetto politico di affidare a Università e imprese confindustriali il business della Formazione professionale. Peccato che Crocetta e le “Tre Marie” non hanno fatto i conti con la legge regionale in vigore.

Per sgombrare il campo da accuse ingiuste e attacchi mediatici finalizzati a screditare il settore ed i lavoratori nel probabile intento di giustificare un possibile trasferimento degli interessi gestionali ai dirigenti di Confindustria ed alle loro imprese aderenti è opportuno chiarire il concetto di “continuità lavorativa” richiamata dalla legge regionale n.25/93. E lo abbiamo fatto attraverso le parole di Nino Spallino, esperto di settore e segretario regionale del sindacato Uslal Scuola e Formazione. Soggetto tra i maggiori conoscitori della materia per essere stato testimone dell’approvazione della maggior parte delle leggi attualmente ancor in vigore nel settore.

“La continuità lavorativa – ha riferito Spallino – non costituisce alcun presupposto per il passaggio dei lavoratori nei ruoli del personale regionale“. Lo stesso ha aggiunto “la previsione normativa altro non è che l’obbligo costituzionale per la Regione siciliana di programmare ogni anno l’attività formativa e di utilizzare per la gestione dei corsi di formazione il personale iscritto all’Albo di cui all’articolo 14 della legge regionale n.24/76”.

Critico il giudizio del sindacalista sulla circostanza, spesso richiamata dal Governo e dall’amministrazione regionale, dell’utilizzo delle risorse comunitarie per il finanziamento delle attività formative “A nulla vale il richiamo all’uso del Fondo sociale europeo – ha dichiarato Spallino – anche la legge regionale n.24/76 è stata cofinanziata, negli anni, con le risorse di Bruxelles”.

L’esponente dell’Uslal ha riportato la testimonianza della “ratio” che ha spinto il parlamento regionale ad approvare la norma sulla “continuità lavorativa” in favore del personale del settore.

“Dal resoconto degli atti parlamentari precedenti all’approvazione dell’articolo 2 della legge regionale n.25/93 emerge con chiarezza lo spirito del legislatore – ha sottolineato Spallino – che nella seduta n.157 del 12 agosto 1993, dopo ampia discussione in Aula, ha approvato la norma finalizzandola a dare valenza giuridica e legislativa al Ccnl della categoria”.

La riprova sono le diverse delibere di giunta regionale successive all’approvazione dell’articolo 2 della legge regionale n.25/93 che apprezzandone i contenuti, recepivano in Sicilia gli istituti in occasione dei rinnovi contrattuali.

Nonostante tutto il Governo Crocetta si ostina a dichiarare che nessun lavoratore perderà il posto di lavoro e che tutti saranno garantiti economicamente e giuridicamente. La verità è sotto gli occhi di tutti, lavoratori che attendono fino a 24 mensilità non ancora pagate e personale degli enti revocati obbligato a sottoscrivere un contratto da precari pur di lavorare qualche settimana. Senza dimenticare che il buco retributivo dal giugno 2013 alla fine dell’anno non si sa ancora chi dovrà garantirlo. Insomma un gran casino sotto gli occhi di tutti meno che dell’esecutivo che imperterrito prosegue nell’azione illegittima e per certi versi anche illegale di riforma del settore che non esiste più.


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