Ansaldo Breda gioca sporco: dalla Keller a Carini la trama è chiara

L’Ansaldo Breda gioca sporco con i lavoratori dello stabilimento di Carini. Prima li mette in ferie forzate, poi il 7 partirà la cassa integrazione ordinaria per quasi tutti i dipendenti. Il sospetto è che la società voglia chiudere lo stabilimento al fine di rendere più appetibile la vendita dell’intera azienda a un privato. Intanto siamo contro la privatizzazione dell’Ansaldo Breda non per mere ragioni ideologiche, ma perché le privatizzazioni delle aziende ex IRI hanno determinato chiusure e ridimensionamenti con perdite non solo di preziosi posti di lavoro, ma di tecnologie, culture, competenze formatesi in anni e anni di produzione. Quando sono andate bene le aziende privatizzate, anche strategiche, hanno determinato la subalternità a interessi stranieri (vedi Nuova Pignone che produce turbine per centrali elettriche). L’Ilva di Taranto è un altro capolavoro delle privatizzazioni: massacro dell’ambiente, morti e malati tra i lavoratori e gli abitanti della città.
Piaccia o no ai dirigenti dell’Ansaldo, l’azienda è ancora pubblica e non può cancellare del tutto la sua funzione sociale e chiudere uno stabilimento nel mezzogiorno è criminale.
E’ da tempo che ci provano e la vendita di una parte dello stabilimento alla Keller, a prezzi stracciati, era parte del piano. E, infatti, l’azienda ha buon gioco a denunciare la scarsa produttività di Carini quando, appunto, manca un pezzo dello stabilimento. Bisognerebbe costringere i dirigenti a fare non uno, ma cento passi indietro. Lo Stato espropri la parte Keller, ristrutturi tutti gli impianti modernalizzandoli e lo rilanci assumendo anche la manodopera Keller. Se Crocetta vuole veramente aiutare i lavoratori, corra a firmare il contratto di servizio con Trenitalia puntando a programmare la modernizzazione degli impianti ferroviari siciliani e l’acquisizione di nuove locomotive e carrozze. Ricordo che la Sicilia è l’unica regione d’Italia a non avere firmato con le Ferrovie il contratto di servizio.
Frank Ferlisi
responsabile lavoro di
Rifondazione comunista Sicilia


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L'ansaldo breda gioca sporco con i lavoratori dello stabilimento di carini. Prima li mette in ferie forzate, poi il 7 partirà la cassa integrazione ordinaria per quasi tutti i dipendenti. Il sospetto è che la società voglia chiudere lo stabilimento al fine di rendere più appetibile la vendita dell'intera azienda a un privato. Intanto siamo contro la privatizzazione dell'ansaldo breda non per mere ragioni ideologiche, ma perché le privatizzazioni delle aziende ex iri hanno determinato chiusure e ridimensionamenti con perdite non solo di preziosi posti di lavoro, ma di tecnologie, culture, competenze formatesi in anni e anni di produzione. Quando sono andate bene le aziende privatizzate, anche strategiche, hanno determinato la subalternità a interessi stranieri (vedi nuova pignone che produce turbine per centrali elettriche). L'ilva di taranto è un altro capolavoro delle privatizzazioni: massacro dell'ambiente, morti e malati tra i lavoratori e gli abitanti della città.

L'ansaldo breda gioca sporco con i lavoratori dello stabilimento di carini. Prima li mette in ferie forzate, poi il 7 partirà la cassa integrazione ordinaria per quasi tutti i dipendenti. Il sospetto è che la società voglia chiudere lo stabilimento al fine di rendere più appetibile la vendita dell'intera azienda a un privato. Intanto siamo contro la privatizzazione dell'ansaldo breda non per mere ragioni ideologiche, ma perché le privatizzazioni delle aziende ex iri hanno determinato chiusure e ridimensionamenti con perdite non solo di preziosi posti di lavoro, ma di tecnologie, culture, competenze formatesi in anni e anni di produzione. Quando sono andate bene le aziende privatizzate, anche strategiche, hanno determinato la subalternità a interessi stranieri (vedi nuova pignone che produce turbine per centrali elettriche). L'ilva di taranto è un altro capolavoro delle privatizzazioni: massacro dell'ambiente, morti e malati tra i lavoratori e gli abitanti della città.

L'ansaldo breda gioca sporco con i lavoratori dello stabilimento di carini. Prima li mette in ferie forzate, poi il 7 partirà la cassa integrazione ordinaria per quasi tutti i dipendenti. Il sospetto è che la società voglia chiudere lo stabilimento al fine di rendere più appetibile la vendita dell'intera azienda a un privato. Intanto siamo contro la privatizzazione dell'ansaldo breda non per mere ragioni ideologiche, ma perché le privatizzazioni delle aziende ex iri hanno determinato chiusure e ridimensionamenti con perdite non solo di preziosi posti di lavoro, ma di tecnologie, culture, competenze formatesi in anni e anni di produzione. Quando sono andate bene le aziende privatizzate, anche strategiche, hanno determinato la subalternità a interessi stranieri (vedi nuova pignone che produce turbine per centrali elettriche). L'ilva di taranto è un altro capolavoro delle privatizzazioni: massacro dell'ambiente, morti e malati tra i lavoratori e gli abitanti della città.

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