Un risarcimento da oltre due milioni e mezzo di euro è stato chiesto alla Regione Siciliana per la morte di Diane Christine Palmer, la turista australiana colpita il primo ottobre del 2018 da un pino nel Parco delle Madonie. La causa civile è stata avviata dai familiari della donna contro l’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana. […]
Turista uccisa dalla caduta di un pino nelle Madonie, la famiglia chiede 2 milioni e mezzo alla Regione
Un risarcimento da oltre due milioni e mezzo di euro è stato chiesto alla Regione Siciliana per la morte di Diane Christine Palmer, la turista australiana colpita il primo ottobre del 2018 da un pino nel Parco delle Madonie. La causa civile è stata avviata dai familiari della donna contro l’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana. Secondo quanto ricostruito dalla procura, infatti, non c’era al momento dell’incidente nessuna segnaletica che facesse pensare a una situazione di pericolo. La 77enne e il marito si trovavano su un sentiero segnalato in contrada Fegotti a Geraci Siculo, tra i boschi delle Madonie. Pur avendo incontrato una squadra della forestale che lavorava alla sistemazione delle recinzioni, non erano stati avvisati dei lavori di potatura in corso. Poco dopo, un pino, cadendo, ha colpito la donna che dopo 44 giorni di agonia è morta all’ospedale Civico di Palermo.
«Vi è una responsabilità degli operai e, quindi, dell’assessorato, sotto vari aspetti – dichiara Alessandro Palmigiano, legale della famiglia Palmer – il giudizio che abbiamo iniziato si fonda su quelli che riteniamo tre inadempimenti: non c’era nessuna segnaletica o alcun cartello che facesse pensare a una situazione di pericolo; non c’erano sufficienti controlli sui lavori, l’abbattimento dell’albero è stato effettuato in maniera scorretta, tanto da cadere sul percorso pedonale». La famiglia della vittima attende la prima udienza di luglio: «Sarà una delle prime cause a seguito della riforma Cartabia – conclude Palmigiano – e auspichiamo, che la sentenza arrivi in tempi rapidi».