Acqua, le ambiguità dei grillini e lo scivolone della presidenza dell’Ars: parla Giovanni Panepinto

DOPO IL COMUNICATO DEI FUOCO DI PROTAGONISTI DEL DISEGNO DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE INSABBIATO DALLA COMMISSIONE AMBIENTE, ABBIAMO CHIESTO ‘LUMI’ AL PARLAMENTARE DEL PD DA SEMPRE IN PRIMA FILA NELLA QUESTIONE IDRICA

Torniamo a confessarlo: sulla vicenda acqua, in Sicilia, non stiamo capendo più nulla. Troppo personaggi impegnati nel doppio e triplo gioco. Vecchia politica. E grandi interessi nascosti. Parliamo, ovviamente, del ritorno – non sappiamo fino a che punto vero – alla gestione pubblica dell’acqua. Parliamo del disegno di legge approvato dalla quarta Commissione dell’Ars che, stando a comunicati stampa molto ‘autocelebrativi’ – soprattutto da parte dei parlamentari del Movimento 5 Stelle – dovrebbe prevedere il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico.

Non siamo ancora riusciti ad avere il disegno di legge approvato dalla quarta Commissione. In attesa di leggere il testo – in via di ‘collazionamento’ ci dicono – registriamo un comunicato dai toni pesantissimi del Comitato che ha messo a punto un disegno di legge d’iniziativa popolare. Un provvedimento che la presidenza dell’Ars, in palese violazione di legge, non ha messo all’ordine del giorno.

Per provare a capire come stanno le cose – e non è facile, perché questo disegno di legge ha avuto una genesi di quasi dieci mesi di discussioni presso la Commissione Ambiente dell’Ars – abbiamo chiesto qualche spiegazione all’onorevole Giovanni Panepinto, parlamentare dell’Ars del PD.

Onorevole, voi, qualche giorno fa, in un comunicato, annunciavate il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. Il Comitato che da anni si batte per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua dice che le cose non stanno affatto così. Dov’è sta la verità, onorevole Panepinto?

“Diciamo che sta nel mezzo”.

Ovvero?

“Mettiamola così: ci sono approcci diversi. Ognuno di noi ha espresso una posizione. Il testo approvato dalla Commissione Ambiente è il frutto di un inevitabile mediazione”.

Quando parla di “noi” a chi si riferisce?

“A noi del PD, ai parlamentari del Movimento 5 Stelle, all’assessore Nicolò Marino e il presidente della Regione, Rosario Crocetta”.

Scusi, ma il presidente Crocetta e l’assessore Marino, almeno sull’acqua dovrebbero pensarla allo stesso modo…

“Invece non è così: la pensano in modo diverso”.

Ovviamente, questo non lo possiamo chiedere all’onorevole Panepinto, per non metterlo in difficoltà. Ma abbiamo capito – e non è difficile capirlo – che il presidente Crocetta, sull’acqua, la pensa come il senatore Giuseppe Lumia e cioè come Confindustria Sicilia… Ma questo ce lo teniamo per noi.

Allora, onorevole, ce lo spiega che cosa è successo?

“L’ho già detto: c’è stata una lunga mediazione. Quello che posso dirle è che il PD siciliano si è battuto e si batterà in Aula per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua”.

Intanto, a quanto pare, questo ritorno all’acqua pubblica non c’è…

“Le cose non stanno proprio così. C’è stata una lunga battaglia politica in Commissione. Con tante ambiguità: ambiguità delle quali non sono esenti i parlamentari del Movimento 5 Stelle”.

Questo l’avevamo capito anche noi il giorno in cui il presidente della Commissione, il grillino Giampiero Trizzino, ci voleva fare credere che il disegno di legge del Governo che aveva messo in discussione aveva la priorità su tutti gli altri… Ciò posto, ce lo spiega perché la Commissione Ambiente non ha posto in discussione il disegno di legge d’iniziativa popolare?

“Questo è il mio grande rammarico: forse avremmo dovuto, fin dall’inizio, mettere all’ordine del giorno e discutere il disegno di legge d’iniziativa popolare. Tanti problemi sarebbero stati evitati”.

Non le sembra strano che i parlamentari del Movimento 5 Stelle, che dicono di essere al servizio della volontà popolare, abbiano alla fine censurato un disegno di legge d’iniziativa popolare?

“La domanda è interessante: ma non la deve rivolgere a me: la deve rivolgere ai parlamentari del Movimento 5 Stelle”.

Ma almeno lo possiamo ammettere che non aver messo in discussione il disegno di legge d’iniziativa popolare è stata una scorrettezza da parte della presidenza dell’Ars?

“Questo lo confermo: è stata una scorrettezza della presidenza dell’Ars”.

Che succede, adesso?

“Che si va in Aula dove ricomincerà la battaglia. Con il PD – e qui lo dico e qui lo riconfermo – che è schierato per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua”.

I protagonisti del disegno di legge d’iniziativa popolare dicono che non c’è nemmeno la pubblicizzazione di Sicilacque.

“Il sottoscritto ha fatto inserire nel disegno di legge un articolo che prevede la pubblicizzazione di Sicilacque. Su questo punto, in Aula, chiederemo al Governo di avere più coraggio”.

Lo sa che, grazie a Sicilacque, in questo momento, gli abitanti della Sicilia pagano l’acqua più cara d’Europa?

“Lo so benissimo: 0,72, che poi diventa 1,50 con le perdite delle nostre reti. Ed è per questo che Sicilacque deve diventare pubblica”.

 


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