A rischio 206 posti di lavoro e 45 depuratori del Palermitano. Crocetta: ci penso io. E lì fu la rovina…

ACQUE POTABILI SICILIANE E’ FALLITA. E IL GOVERNATORE DELL’ISOLA, DOPO AVER ASSUNTO IMPEGNI SOLENNI CON I LAVORATORI, LI MANDA ALLO SBARAGLIO, COM’E’ ORMAI NEL SUO STILE. L’INCOGNITA DELLA DEPURAZIONE DELLE ACQUE. L’IMMOBILISMO DEL GENERALE TUCCI, COMMISSARIO DELLA PROVINCIA. LA CONFUSIONE DEI COMUNI. IL RUOLO DEL SOLITO, “BRAVO” AVVOCATO STEFANO POLIZZOTTO…

Volete scoprire come Rosario Crocetta governa la Sicilia? Volete vedere in azione, in diretta-via satellite, il presidente della Regione e uno dei suoi fedelissimi, quell’avvocato Stefano Polizzotto, che si autodefinisce “bravo”? Li volete vedere in azione in una vertenza delicatissima che rischia di incasinare più di mezza provincia di Palermo, 52 Comuni, per la precisione, su due temi delicatissimi, l’acqua e i depuratori? Cioè su due servizi essenziali che toccano la salute pubblica?

Se vi interessa la descrizione, di certo sommaria, di certo sintetica, beh, allora seguiteci. Con un po’ di pazienza. Perché l’argomento è un po’ rognoso: l’acqua in provincia di Palermo. O meglio, come abbiamo già detto, in 52 Comuni della provincia di Palermo.

Quali sono questi 52 Comuni lo potete leggere sul nostro giornale. In un articolo troverete la lista completa. Parliamo del fallimento di Aps, sigla che sta per Acque potabili siciliane. E’ la società che, fino a tre settimane fa, o giù di lì, ha gestito questo servizio. Poi è fallita. Questo perché la privatizzazione della gestione dell’acqua è una cosa bella, sicura ed economica. E funzionale, soprattutto.

La società Acque potabili siciliane è fallita, dicevamo. Ma ci sono 206 dipendenti. Che sono rimasti a lavorare. E che in queste tre settimane, grazie al loro senso di responsabilità e al senso di responsabilità dei sindacalisti, hanno assicurato il servizio – cioè l’acqua – ai cittadini di 52 Comuni.

Nessuno lo dice: ma se questi lavoratori, senza stipendio – stile dipendenti della Formazione professionale siciliana, per intendersi – non fossero andati a lavorare, i cittadini di 52 Comuni (tra i quali, per citare alcuni esempi, gli abitanti di Bagheria, Termini Imerese e Partinico) sarebbero rimasti senz’acqua.

Direte: fallita una società così importante, le autorità si saranno mobilitate? Errato: le ‘autorità’ sono latitanti. La Regione siciliana ha fatto finta di nulla. La Provincia di Palermo, commissariata dalla Regione, ha aspettato Godot. Che, com’è noto, non è mai arrivato.

Così sono stati i lavoratori a interpellare le autorità: sono andati dal presidente della Regione, Crocetta, e dal generale Domenico Tucci, nominato dal Governo regionale commissario della Provincia di Palermo commissariata e gli hanno detto: che dobbiamo fare?

Crocetta e i suoi valenti-consulenti – avvocato Polizzotto in testa – hanno risposto: ci pensiamo noi! Voi, però, non è che ci lasciate 52 Comuni senz’acqua? Lavorate e dormite sonni tranquilli, a voi ci pensiamo noi!

Questo succedeva tre settimane fa. Due settimane, per la precisione, due venerdì fa, visto che i 206 lavoratori lavoravano – senza essere pagati, ovviamente – ma non succedeva nulla, sono tonati alla carica. A Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione.

Risposta del Governo regionale nella persona del suo presidente: vi abbiamo detto che ci pensiamo noi, no? Basta, mezza parola… Siete tutti garantiti!

Finalmente qualche giorno fa – mercoledì scorso, per la precisione – qualcuno batte un colpo: chi? Nella sede della Provincia di Palermo commissariata, il commissario, generale Tucci – che guardandolo di profilo va, mentre guardandolo dritto negli occhi sa un po’ di bello addormentato nel bosco – convoca una riunione con i Sindaci dei 52 Comuni. Ci sono anche i curatori fallimentari della fu Acque potabili siciliane, gli avvocati Gaetano Sangiorgi e Massimo Pensabene.

Questi ultimi due portano la buona nuova: cari Sindaci – dicono i due curatori fallimentari – riprendetevi pure le vostre reti. Noi siamo un po’ stupiti. E il perché è presto detto. Perché due estati fa – era il luglio del 2012 – il Governo presieduto da Raffaele Lombardo spediva i commissari ad acta nei Comuni dell’Agrigentino per una missione esattamente opposta…

Ci spieghiamo meglio. E con calma, visto che parliamo di leggi. Secondo la legge, dicevano allora i commissari ad acta spediti dal Governo Lombardo nei Comuni agrigentini, i Sindaci avrebbero dovuto cedere le reti, gli acquedotti e tutto il resto ai privati.

Oggi, invece, i Sindaci – questa volta del Palermitano – dovrebbero riprendersi le reti idriche cedute ai privati… E sulla base di quale legge? Forse le leggi regionali sull’acqua variano da provincia a provincia?

Insomma, si dovrebbero riprendere le reti “transitoriamente”, in attesa che l’Assemblea regionale siciliana vari la nuova legge sulla gestione dell’acqua. In effetti, nel disegno di legge presentato dal deputato regionale del PD, Giovanni Panepinto, si prevede che siano proprio i Comuni a gestire le reti: ma è un disegno di legge, non una legge!

A questo punto la scena va raccontata. Dieci Sindaci dicono che sì, loro le reti idriche sono disposti a riprendersele, anche in assenza di una legge. “Transitoriamente”, precisano.

Mentre altri Sindaci ribattono: ma quando mai, è l’Autorità d’ambito – cioè la Provincia di Palermo commissariata – che deve gestire le reti, non noi!

Altri Sindaci ancora chiedono: scusate, ma quanto dovrebbe durare questo periodo transitorio? E poi, scusate ancora: chi paga? Noi abbiamo anche il Patto di stabilità…

Già, il Patto di stabilità. E anche il divieto di nuove assunzioni da parte dei Comuni. Qui viene il bello. Alla riunione di mercoledì scorso, nella sede della Provincia di Palermo commissariata, con i 52 Sindaci e i curatori fallimentari di Acque potabili siciliane c’era anche l’avvocato Polizzotto, quello “bravo”, che essendo stato ‘schiodato’ dalla Segreteria tecnica della presidenza della Regione, per ora ‘spatulia’ alla Provincia regionale di Palermo commissariata.

Che dice il prode Stefano, grande e”bravo” avvocato? Che i Comuni si possono pure riprendere le reti idriche!

Scusi, obietta un sindacalista: ma se i Comuni si possono riprendere le reti idriche e gli stessi Comuni non possono assumere personale, significa che i 206 dipendenti della società Acque potabili siciliane, che lavorano da quasi un mese senza stipendio sono tutti licenziati?

Volano parole grosse. Non le riferiamo per decenza. Ma siamo certi che potete immaginarle. Il sindacalista insiste: ma come, per ben due volte, in due distinte riunioni, il presidente Crocetta ha detto che il problema era risolto, che ai lavoratori ci pensava lui? E adesso li volete licenziare tutti? Ma non vi vergognate?

Il sindacalista non conosce Crocetta. Non conosce la sua faccia. Non sa che firma accordi e poi non li rispetta. Non sa che, proprio quando ci sono di mezzo posti di lavoro da tutelare e il governatore dice: “Ci penso io”, beh, è proprio allora che bisogna ‘quartirsi’…

Infatti il presidente ci sta pensando, sempre in stile formazione professionale … Notare l’eleganza con la quale il Governo della Regione e la Provincia di Palermo del generalissimo Tucci stanno provando a licenziare 206 padri di famiglia: non è la Regione che li licenzia, ma sono i Comuni che non possono riassumerli. Quindi…

Questi sono gli impegni assunti dal presidente della Regione, Rosario Crocetta. Questo è Rosario Crocetta. E questo è il commissario della Provincia di Palermo, generale Tucci. Provincia commissariata che ha già licenziato 100 docenti precari del Liceo Linguistico “Ninni Cassarà” di Palermo. E che adesso si vorrebbe liberare di altri 206 lavoratori. Dopo averli fatti lavorare per un mese ‘a gratis’, come si dice dalle nostra parti.

Nel frattempo, per accelerare lo sbolognamento di 206 lavoratori qualche giornale ‘intelligente’ comincia a scrivere che nei 52 Comuni ci sono “disservizi”. Ricevono l’acqua da quasi un mese, nonostante la società sia fallita. E non sanno nulla del casino che potrebbe scoppiare da un momento all’altro.

La cosa bella sapete qual è? Che i disservizi ci sono veramente. E per questi disservizi, che si aggravano di giorno in giorno, qualcuno rischia di finire in galera. ‘Qualcuno’ che non ha ancora capito di chi sono le responsabilità di tutto quello che sta succedendo e che potrebbe succedere non tra tre mesi, ma tra qualche giorno.

Già, le responsabilità. Di chi sono? Non certo dei 206 dipendenti. Che continuano a lavorare, nonostante tutto.

I disservizi – strano che non l’abbia ancora capito il generale Tucci – sono dovuti al fatto che i fornitori di Acque potabili siciliane, proprio perché la società è fallita, si rifiutano di fornire automezzi (120 automezzi, per la precisione), carburante e assistenza.

Ci raccontano che qualche dipendente che si occupa dei 45 depuratori, per evitare un mezzo disastro ambientale, la scorsa settimana ha messo la benzina con i propri soldi. Sarà vero?

In questa storia nessuno si è ancora accorto che, oltre al rischio di lasciare 52 Comuni senz’acqua, c’è un altro rischio, non meno grave della carenza di acqua: il rischio che si blocchino i 45 depuratori. Dei quali – può sembrare incredibile! – né la Regione, né la Provincia hanno chiesto notizie.

Il rischio, insomma, è un mezzo disastro ambientale. Che ne dice il “bravo” avvocato Polizzotto di tutta questa storia? E il generale Tucci? E il nostro grande presidente della Regione?

Ah, dimenticavamo: in questa vicenda ci sono di mezzo appalti miliardari. Soldi per mega-appalti – dicono quasi un miliardo di euro – che la gestione privata non ha utilizzato. Che se li ‘ammuccherà’?

Qui, cari lettori, qui non vi possiamo servire. Se volete informazioni più dettagliate, beh, dovete rivolgersi a Caltanissetta. O a qualche alto paparazzo del PD molto sputtanato, ma con il culo sempre ‘parato’. E’ da lì che passano soldi & appalti.

Noi ci occupiamo dei lavoratori che rischiano di finire in mezzo alla strada. Non per colpa del Governo regionale di Rosario Crocetta, che si è impegnato a ha ‘garantito’, ma dei ‘cattivi’ Comuni che non possono assumere…

Lunedì i lavoratori saranno in sit-in a davanti Palazzo d’Orleans. Un terzo di loro. I due terzi saranno al lavoro. Senza carburante e senza mezzi. Poi martedì saranno all’Ars.

La loro proposta? Non la conosciamo. Ma qualcuno ci ha detto che l’unica cosa da fare è affidare a Palermo – all’Amap – la gestione dell’acqua in tutta la provincia. Coordinandosi con i Comuni che possono gestire le proprie sorgenti.

 

Giusto che le provino tutte. Anche se, secondo noi, è con Mariano Ferro che debbono parlare. Con il leader dei Forconi siciliani. Per Crocetta e per i suoi accoliti – in testa il senatore Giuseppe Lumia e la triade che si è impossessata di Confindustria Sicilia (Antonello Montante, Giuseppe Catanzaro e Ivan Lo Bello) ci vogliono i Forconi.

Del resto Mariano Ferro è di Avola. provincia di Siracusa. Dove la gestione dell’acqua, ci dicono, si va incasinando. Mariano, pensaci tu. Dall’8 dicembre in poi facci sognare!

 


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