Formazione/ Un gruppo di dipendenti del Cefop: “Adesso basta!”

A PROPOSITO DELLE OFFERTE PER L’ACQUISTO DI QUESTO ENTE

da un gruppo di lavoratori del Cefop
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Abbiamo scelto di scrivere la presente e renderla pubblica affinché qualcuno possa ascoltare anche la nostra voce, nella speranza che le nostre riflessioni, sull’operato di questa amministrazione straordinaria, possano essere tenute in considerazione anche nei confronti della vendita dell’ente; vendita che piuttosto che giovarci, potrebbe finire per creare nuovi licenziati che, sommandosi ai precedenti, costituirebbero un prezzo troppo alto per la ristrutturazione di un ente che vive di finanziamenti pubblici.

Quando i commissari furono chiamati per amministrare l’Ente, ormai a brandelli, pensammo che fossero venuti a salvare il maggior numero di posti di lavoro possibile. Ci commosse il paragone che fecero durante il primo incontro con le OOSS, in cui si paragonarono ai piloti di un aereo che doveva essere rifornito in volo, affinché non precipitasse, eppure oggi ci sembra che quell’aereo sia tenuto in volo solo dall’immenso sacrificio di 351 licenziati ai quali si aggiunge il recente avvio di mobilità ai sensi della L.223/91 rivolto ai 185 colleghi dei Servizi formativi ed allo sforzo che quotidianamente facciamo tutti quei lavoratori che siamo rimasti a portare avanti l’attività.

Lavoratori che non vengono meno ai propri doveri contrattuali, che mantengono le sedi aperte, erogando un servizio altamente efficiente, immolandosi ad un enorme sacrificio poiché non hanno ormai corrisposte quasi 5 mensilità.

Lavoratori che per recarsi nei posti di lavoro devono sostenere costi non indifferenti, ormai esasperati, distrutti economicamente, fisicamente e moralmente. Lavoratori a cui non sono state versate tutte le settimane contributive del mese di gennaio 2013 nonostante le richieste di rettifica; a cui non sono stati inseriti gli assegni familiari nonostante le numerose segnalazioni; a cui non sono state retribuite le indennità previste dal CCNL nonostante le formali richieste; a cui non sono state consegnate le buste-paga nonostante le richieste effettuate anche tramite le vie legali; a cui non sono state retribuite le festività nonostante i rilievi evidenziati dagli stessi, a cui era stato detto che venivano pagati ad ore.

Lavoratori che pur non essendo stati licenziati, sospesi o messi in mobilità, da gennaio a maggio, periodo in cui le retribuzioni sono state erogate, si ritrovano ad avere percepito mensilità decurtate o addirittura, a non averle percepite per niente.

Abbiamo perso troppo e continuiamo a perdere quotidianamente, anche sotto l’amministrazione dei commissari, eppure non siamo mai venuti meno ai nostri obblighi, sostenuti solo dalla speranza che questo aereo, dopo la conclusione dell’amministrazione straordinaria, possa volare in cieli più sereni.

Ma, a quanto sopra esposto si aggiunge ora uno stato di amarezza, delusione e preoccupazione, nel quale ci ritroviamo scaraventati dopo aver appreso e letto i documenti resi pubblici dal legale rappresentante dell’Ente Marenostrum di Trapani, una delle offerte pervenuta all’acquisizione del CEFOP.

Da quanto si legge, l’offerta presentata da Marenostrum è stata presentata rispettando la procedura e garantirebbe tutto il personale CE.FO.P., costituito da 620 unità lavorative.

Ci sembra opportuno precisare che l’altra offerta presentata dal C.E.R.F. prevede l’assunzione solo di 378 persone e che la stessa è giunta oltre l’orario stabilito.

Eppure i commissari non si esprimono a favore di Marenostrum, lasciando intendere che l’offerta, non corrisponde ai requisiti necessari.

Non ci resta che analizzare quanto ci accade:

1.Lavoriamo ma non siamo retribuiti.

2.Lavoriamo e rischiamo di essere venduti senza alcuna garanzia occupazionale.

Questi erano i due obiettivi per i quali i Commissari furono nominati per amministrare il CEFOP?

Questi sono i due obiettivi, oggi raggiunti, che vedono come unici perdenti i lavoratori e le loro famiglie!

Ci chiediamo con senso di profondo sconforto, come è possibile che questo sia accaduto e stia accadendo; ci chiediamo con senso di profonda angoscia quando finirà questa lunga agonia nella quale siamo ormai prigionieri; ci chiediamo perché non si acconsente a Marenostrum di portare avanti questo nostro Ente dando a tutti noi, ancora una possibilità di sopravvivenza.

 


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