Formazione professionale/ Governo riapre il dialogo con le parti sociali: ennesimo bluff?

FISSATE LE DATE PER DISCUTERE DI OIF, RICOLLOCAMENTO LICENZIATI, ESUBERI, ECCEDENZE E FUORIUSCITA DEL PERSONALE. RIPARTONO I TAVOLI ISTITUZIONALI. CONFRONTI PREVISTI PER IL 21, 25 E 28 OTTOBRE

Quello della Formazione professionale è un percorso a tappe per correre ai ripari o l’ennesimo bluff? Gara ad ostacoli o cosa? L’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale, Nelli Scilabra, ha riaperto il confronto con le parti sociali fissando per il 21, 25 e 28 ottobre tavoli tematici per affrontare le diverse criticità.

L’incontro del 21 sarà dedicato al segmento dell’obbligo scolastico (Oif). Per il 25 il confronto è dirottato sul tema del ricollocamento del personale licenziato, sugli esuberi ed eccedenze. Il 28 si discuterà di esodo incentivato dal sistema formativo.

Dopo gli scandali, le denunce di parte della deputazione della sinistra siciliana sulle malefatte del settore (mentre la destra fa orecchie da mercante e il M5S non prende posizione), le dichiarazioni dei rappresentati degli industriali, la presa di posizione di larga parte del mondo sindacale di settore contro l’inerzia del Governo regionale, le critiche sul sistema formativo descritto da parte dell’informazione come malato e truffaldino, l’assessore Scilabra sembra aver deciso di riprendere il cammino del dialogo e della concertazione.

La decisione del giovane assessore di tracciare un percorso a tappe con i sindacati e le associazioni degli enti formativi appare maturare in un clima di disaccordo con il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Proprio il governatore, nei giorni scorsi, ha ripetutamente dichiarato “via gli enti formativi dalla formazione professionale”.

Un controsenso o cosa? Non sarà che la strategia è sempre la stessa, tracciata a tavolino nelle segrete stanze del potere decisionale? Sara così o i tavoli tematici serviranno per altri scopi? Oppure si tratta dell’ennesima mossa a scacchi per mitigare il clima teso e tumultuoso del settore per attendere i prossimi sviluppi delle inchieste sul palermitano, trapanese e nisseno della magistratura?

Aspettare che siano le Procure della Repubblica a colmare le lacune del Governo regionale in termini di riforma del settore è quanto mai sbagliato. Ognuno faccia il proprio mestiere, alle forze dell’ordine ed alla magistratura inquirente spetta il compito di scovare malfattori, ladri, truffatori che si annidano nelle dinamiche del settore formativo.

La magistratura non c’entra nulla con il compito istituzionale di dare un futuro alla Formazione professionale che resta strumento strategico per la crescita culturale della società siciliana. La logica dello scaricabarile, che appare emergere dall’inerzia dell’esecutivo, non ha mai pagato, il Governo ha il dovere di riformare il settore ed il Parlamento siciliano di approvare una legge di riforma.

L’assenza di un’opposizione vera all’Assemblea regionale siciliana ha creato il vuoto istituzionale. Non una sola proposta di legge parlamentare è stata depositata all’Ars sul riordino del settore della Formazione professionale. Con le norme amministrative non si “atterra” da nessuna parte, e l’esperienza fallimentare del governo precedente di Raffaelle Lombardo ne è la dimostrazione.

Ad oggi si registra ancora il vuoto decisionale, il mancato avvio del processo di riforma del settore, della programmazione dei fondi comunitari relativi al periodo 2014/2020, dell’accelerazione della spesa, dei percorsi di rendicontazione e certificazione della spesa a valere sul Fondo sociale europeo.

Un sistema formativo, quindi, imbalsamato, mortificato, crocifisso e gettato in pasto ai leoni come si usava nell’antica Roma di Nerone. Un progetto politico non è mai emerso con chiarezza. Il governatore Crocetta in quasi dodici mesi di governo alla Regione ha solamente denunciato malefatte, ed ha fatto bene, ridotto gli organici del dipartimento regionale Formazione professionale, ed ha fatto male visti i risultati sul versante della ‘macchina’ amministrativa rimasta troppo lenta.

Poi ha revocato una decina di enti formativi ed ha fatto bene, poi ha dichiarato che il settore è marcio e che gli enti vanno buttati via ed ha fatto male, la statistica non gli è a favore. Solamente il 2 per cento degli enti accreditati alla Regione siciliana è stato trascinato dalle inchieste giudiziarie, eppure l’opinione pubblica è stata raggiunta da messaggi fuorvianti e pericolosi. Cosa c’entrano i tanti enti formativi puliti e virtuosi con la mafia? Cosa c’entrano i circa dieci mila lavoratori del settore e le loro famiglie con la mafia?

Se il 2 per cento degli enti o parte, come ha affermato qualcuno nei giorni scorsi, opera in un settore che parrebbe rispondere allo schema mafioso, accusa tutta da accertare e verificare con riscontri e prove inconfutabili, perché tirare dentro anche il rimanente 98 per cento. Quale fine, obiettivo, risultato interessa raggiungere con il fango gettato sul sistema formativo? A chi interessa? Ed ancora, il nuovo calendario dei lavori, come citato prima, è l’ennesimo bluff o una maniera per riprendere il cammino?

Si parla sempre di tavoli, riunioni, accordi, confronti, chiacchiere ma la verità è altra. La seconda annualità dell’avviso n.20/2011 non ha ancora visto la luce ed i pagamenti in favore dei lavoratori sono fermi al palo, come le rendicontazioni finali. Per non parlare del segmento Oif lasciato allo sbando senza una direttiva.

Un sistema ingessato per incapacità di politica e burocrazia nell’accelerare i meccanismi elefantiaci o cosa? Da qualche tempo a questa parte in tanti stanno abbandonando l’idea di un governo incapace e incompetente, sostituendola con il convincimento che esiste un preciso progetto politico, quello di affidare larga parte delle risorse che l’Unione europea metterà a disposizione della Sicilia nei prossimi sei anni alle imprese ed alle associazioni che le rappresentano.

Sarà vero, giusto o sbagliato lo vedremo. Un dato rispecchia con chiarezza l’andazzo degli ultimi undici mesi: tutto è cambiato per non cambiare nulla. Gli unici elementi di vera novità nel settore della formazione professionale sono le inchieste portate avanti dalla magistratura che hanno fatto luce su pratiche illegali nella gestione dei corsi formativi in alcuni ambiti.

Chi invece gode dell’indennità parlamentare o di assessore regionale ha il dovere sacrosanto di intervenire anziché starsene in silenzio ed attendere il giudizio della magistratura per cavalcare la scia.

Da apprezzare le parole del sostituto procuratore della Repubblica presso la Procura di Palermo, Leonardo Agueci, che danno una lettura chiara su compiti e responsabilità. Con estrema lungimiranza ha ricordato come la magistratura segua con estrema attenzione i fatti del settore formativo per scovare l’eventuale presenza di malaffare. E’ ovvio che compito della magistratura è ripulire il settore dal malaffare non di riformarlo.

Il compito di riorganizzare il sistema formativo siciliano spetta al Governo regionale ed all’Assemblea regionale siciliana. Ad oggi nessuna riforma legislativa degna di essere chiamata tale è possibile raccontare. Il tentativo di riforma amministrativa, portata avanti dal Governo del presidente Crocetta appare l’ennesimo errore, ed in questo seguirebbe la stessa esperienza del predecessore. Una comunanza non solo nella composizione della Giunta, con la presenza del PD e la vicinanza di Confindustria Sicilia, già alleati di Lombardo, ma anche di approccio al percorso di riforma della Formazione professionale.


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