Giovedì 22 giugno il regista Carlo Lo Giudice presenta in anteprima il suo ultimo documentario: 7 ragazzini raccontano dall'interno il quartiere satellite di Catania in cui vivono
Librino senza filtri
Librino come non lo ha mai visto nessuno. O forse come non lo ha mai raccontato nessuno. Un quartiere narrato e “scoperto” con gli occhi di 7 ragazzini che ci vivono, che considerano normali e scontate anche le cose più assurde per una società che si considera civile e moderna. Ecco “Ragazzini del Librino”, il documentario del regista catanese Carlo Lo Giudice, che verrà presentato in anteprima nazionale giovedì 22 giugno al Centro Zo (ore 21). «Si tratta di una proiezione mirata, rivolta più che altro alle associazioni civiche che operano sul territorio spiega Lo Giudice Una sorta di anteprima per capire se queste associazioni possono farsi carico di diffondere il documentario».
Progetto autofinanziato e assolutamente indipendente, il documentario (mezz’ora di montato) propone la città-satellite alla periferia sud di Catania «vista dall’interno, dai ragazzini che vi abitano, che ci raccontano la loro vita, ci conducono nei luoghi del quartiere rivela Lo Giudice E’ un modo diverso di conoscere un posto, un modo che ci permette di capire come e quanto il quartiere influenzi le persone che lo abitano, dal loro modo di pensare ai loro comportamenti».
Non è un documentario di denuncia civile, precisa il regista. Piuttosto, intuiamo, un racconto per immagini senza finzione, quasi antropologico, sicuramente immediato. Da una visuale inedita. Si vedono anche delle cose “forti”, ma soprattutto pare emergere il punto di vista disincantato, spontaneo, naturale con cui questi sette ragazzini di Librino raccontano e vivono la loro città: senza impressionarsi se c’è una fogna a cielo aperto, come se vivessero in campagna e non in una periferia urbana che tale è e poco ha di bucolico. Insomma, un racconto «senza filtri» di un quartiere in cui anche le cose “estreme” diventano normalità agli occhi di chi ci abita. Un racconto senza filtri in cui Librino lascia venire fuori la sua verità assolutamente non mediata.