Il catetere era quello giusto o quello sbagliato? Errore medico? I misteri del ‘caso’ di Gloria Ascia, la bimba di Gela morta a Roma

SI E’ INSEDIATA LA COMMISSIONE MEDICA CHE DOVRA’ STABIIRE LA VERITA’. IERI I FUNERALI DELLA BAMBINA

di Gabriele Guastella 

Non si placano le polemiche sulla morte di Gloria Ascia, la bimba di due anni nativa di Gela e morta nei giorni al Policlinico di Tor Vergata, a Roma, durante l’inserimento di un catetere.

Di questa storia, stando a quello che si legge sui giornali e stando ai servizi dei Tg, le tesi, spesso diverse, corrono e si rincorrono. L’unico dato certo, inconfuntabile, è che la bimba è morta.

La questione del catetere, ad esempio. Il padre della bambina ha dichiarato ai giornali di aver appreso dal personale dell’ospedale che era stato utilizzato un sondino inadatto. O meglio, un catetere non pediatrico, ma per adulti.

Oggi i Tg hanno precisato che il catetere utilizzato era pediatrico. “Contrariamente a quanto emerso nei giorni scorsi, il catetere usato era di tipo pediatrico ed è stato posizionato due volte- si legge in una nota diramata da Enrico Bollero, direttore generale del Policlinico -. La prima purtroppo non è andata a buon fine e, molto probabilmente, nel sistemarlo, l’anestesista ha causato l’emorragia interna che ha danneggiato i polmoni e, forse, il cuore”.

Come mai non ci si è accorti subito del problema? “L’emorragia – ha aggiunto il direttore generale – è stata lenta. Comunque, è stata insediata una commissione di estAerni al Policlinico: due esperti del Bambino Gesù (il professor Nicola Pirozzi, capo Dipartimento di Emergenza, e il professor Alessandro Inserra, primario di Chirurgia generale e toracica) e un medico legale, il professor Luigi Marsella.

“Dal loro lavoro sapremo se emergeranno altre mancanze o errori da parte del personale— – ha precisato Bollero -. Così saranno inderogabilmente puniti i responsabili perché vogliamo fare piena luce con la massima trasparenza, velocità e rigore”.

Non mancano le polemiche sui tagli praticati alla sanità pubblica. Il Codacons, ad esempio, non risparmia critiche alla precedente Giunta regionale del Lazio guidata da Renata Polverini, accusata di aver fatto enormi tagli alla sanità. Anche, a dir la verità, a sollecitare i tagli alla sanità sono stati i Governi nazionali, a cominciare dal Governo di Mario Monti.

Giustissimo sollevare il problema dei tagli operati nella sanità pubblica. Ma se, per citare un esempio, il richiamo ai tagli irrazionali è più che legittimo nel caso della morte di Antonella Seminara – la donna quarantenne morta dopo aver subito un intervento di parto cesareo in un ospedale, quello di Nicosia, privo di Rianimazione (per non parlare del servizio di Elisoccorso arrivato con quasi tre ore di ritardo!) – nel caso della bimba di Gela i tagli alla sanità non sembrano centrali. Ne sono convinti i legali della famiglia Ascia secondo i quali i tagli ala sanità pubblica del Lazio non costituirebbero una giustificazione per l’operato dei medici.

Noi, intanto, chiediamo e ci chiediamo: che cosa sarebbe successo se a morire fosse stata una bimba romana in un ospedale siciliano?

Sicuramente avremmo assistito ad un linciaggio della sanità siciliana e della sua classe medica. Trombettieri e suonatori avrebbero incominciato a sparare contro la sanità della nostra Isola e contro i siciliani.

Ieri, intanto, a Gela si sono svolti i funerali della bimba. Un corteo silenzioso ha accompagno la piccola Gloria, dalla sua casa fino alla vicina chiesa di San Rocco.

 


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