La lettera/ Gli avvisi del FSE del Governo precedente: meglio bocciarli

Da Piero David, ex Coordinatore della Segreteria Tecnica dell’ Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale, riceviamo e volentieri pubblichiamo:

“Nella precedente legislatura l’Assessorato all’Istruzione ed alla Formazione Professionale aveva provato ad elaborare una politica di sostegno all’Università ed ai Centri di Ricerca della regione.

Innanzitutto riuscendo a fare partire un avviso, istruito da chi l’aveva preceduto, sulla “mobilità dei talenti” che prevedeva un insieme di iniziative (6 misure) a supporto del sistema universitario e della ricerca siciliano: borse di studio per master e progetti di ricerca, e contributi all’assunzione di giovani laureati siciliani, per circa 47 milioni di euro. Di tale avviso era stata bandita la misura 4 che finanziava master di prestigio all’estero per i laureati siciliani (con un impegno di circa 15 milioni di euro). Dopo tale misura (della quale gli studenti invano hanno atteso la terza annualità prevista per febbraio 2013) l’avviso, come risulta dal sito dell’organismo intermedio Sicilia Futura, è stato sospeso. Considerando che tali risorse vanno spese entro il 2015, con questi ritmi molto probabilmente si rischia di perderle. Con buona pace di quelle migliaia di laureati che, non potendo permetterselo, avevano sperato in un sostegno della Regione siciliana alla loro formazione post lauream.

Un secondo bando di circa 8 milioni di euro dedicato alla ricerca in Sicilia era stato pubblicato nel febbraio del 2012 per rafforzare l’occupabilità nel sistema della R&S e stimolare la nascita di spin-off di ricerca in Sicilia. In sostanza si volevano formare nei centri di ricerca siciliani dei borsisti che dopo un anno di attività con i ricercatori fossero nelle condizioni di creare delle start-up che sviluppassero i progetti dei centri di ricerca. Un avviso ambizioso, ma è esattamente quello che serviva per rendere competitivi i territori. E’ ormai teoria consolidata nell’economia regionale il contributo dell’istruzione, della ricerca e dell’innovazione nello sviluppo di un territorio. Nella competizione globale, già adesso, i territori più ricchi sono quelli che hanno investito di più in istruzione, ricerca ed innovazione. Queste sono le basi di qualsiasi programma di sviluppo regionale. Anche la battaglia contro la criminalità organizzata comincia dall’istruzione. Lo scrivono tutti i candidati nei loro programmi elettorali, ma poi nessuno ci crede veramente. E senza dubbio non ci crede la giunta Crocetta ed il suo assessore al ramo, dal momento che la graduatoria definitiva di tale bando, per incomprensibili ragioni, è da mesi in attesa di essere approvata per fare partire i progetti.

E a dimostrazione di quanto siano distanti programmi elettorali (o proclami) e la concreta attività amministrativa, anche sul tema della legalità c’è un altro avviso, Beni in Comune, dove ci si aspettava un comportamento più attento da parte di chi, come Crocetta, dell’antimafia ha fatto la sua principale battaglia. Tale avviso, infatti, pubblicato nel marzo del 2011, aveva come obiettivo la formazione e l’accompagnamento del personale degli Enti territoriali siciliani (Comuni, Province e Regione) in materia di gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata da parte delle istituzioni universitarie siciliane. Probabilmente interveniva sull’anello più delicato della procedura che dal sequestro porta all’assegnazione dei beni confiscati alla mafia. Insieme ad esperti degli Atenei siciliani e con la collaborazione dell’Assistenza Tecnica del FSE si era riusciti a bandire un avviso che, con un costo ridotto (tre milioni di euro), non solo contribuiva a risolvere criticità amministrative siciliane nelle procedure relative ai beni confiscati alla mafia, ma era diventato una best pratice per altre regioni.

Ma anche su quest’ultimo bando, come per i precedenti, avviso fermo: la legalità per Crocetta ha altre priorità”.

 


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