Regione siciliana in ‘bolletta’: chiude pure il Centro regionale di formazione per la polizia municipale

LA SICILIA SEMPRE PIU’ POVERA. E COMUNI CON VIGILI URBANI PRIVATI DELL’AGGIORNAMENTO

Da qualche anno, ormai, non svolgeva più la sua istituzionale attività di formazione degli agenti e degli ufficiali dei corpi di polizia locale siciliani. Ora, con il decreto dell’assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, firmato il 7 agosto e pubblicato venerdì scorso sulla Gazzetta ufficiale, è suonato il de profundis per il Centro regionale di formazione per la polizia municipale.

Mancano i soldi, si legge nel decreto. Nel Bilancio 2013 della Regione siciliana sono stati previsti appena 3.000 euro e, vista l’impossibilità anche soltanto di prevedere nuove attività, a breve o a lungo termine, anche per evitare che si creino nuovi debiti per la Regione a causa dell’inattività del Centro, in piena logica di spending review, l’assessore Valenti ne ha formalmente decretato la sospensione delle attività e delle funzioni, sospendendo anche gli organi dirigenziali. Cioè, soltanto il direttore, la dirigente regionale Alessandra Russo, nominata nel 2008 e il cui mandato sarebbe scaduto il 2 dicembre prossimo, mentre il consiglio di amministrazione è già scaduto da un anno.

I 3.000 euro stanziati in Bilancio corrispondono ai compensi del direttore e dei componenti del consiglio di amministrazione – un presidente e 4 componenti – se fossero state confermate le cifre pagate per il 2012 e già nettamente inferiori a quelle degli anni precedenti.

In ogni caso, la sospensione formale dell’attività rende ufficiale una realtà non più operativa da tempo, di fatto, anche per il disinteresse della Regione.

Il Centro, istituito con l’articolo 11 della legge del 1990, quella che contiene le norme in materia di Polizia municipale e che tutti, sindacati, politici e Governo, vorrebbero riformare, da anni ormai, si occupava dell’addestramento, della formazione e dell’aggiornamento professionale degli agenti della Polizia municipale di categoria C e D di tutta la Sicilia, attraverso corsi di formazione, convegni e seminari vertenti su materie giuridiche, ma anche su nozioni di pronto soccorso, protezione civile e uso delle armi.

Secondo le direttive approvate nel 2010 dall’allora assessore Caterina Chinnici, il Crfpm doveva organizzare corsi e seminari di formazione e aggiornamento per agenti e ufficiali dei copri di polizia municipale, affidandoli a comandanti e ufficiali di Pm, a magistrati e avvocati, procuratori dello Stato, docenti universitari, funzionari dello Stato o della Regione, prefetti o pretori o ufficiali dell’Esercito, scelti dal consiglio di amministrazione, a seconda della materia da insegnare. Al consiglio di amministrazione, anche il compito di fissare i compensi per i docenti.

Invece, già da qualche anno il Centro non era più nelle condizioni di funzionare. Il perché lo spiega lo stesso decreto dell’assessore Valenti, e cioè la progressiva riduzione operata sul capitolo di bilancio e di gestione del Centro.

Una responsabilità, quindi, che deve essere addossata ai Governi degli ultimi anni, ma il trend avrebbe potuto benissimo essere invertito dal Governo in carica, rifinanziando il capitolo per garantire sopravvivenza e operatività di una struttura sulla cui utilità si esprime, contattato da LinkSicilia, anche Francesco Di Vincenzo, segretario regionale del Silpol, il sindacato dei lavoratori della Polizia locale. Di Vincenzo, ovviamente, non è sorpreso dalla pubblicazione del decreto che, come detto, sancisce soltanto e rende ufficiale uno stato di fatto, ossia l’inoperatività del centro.

“Da anni, il Centro di formazione era fermo, non funzionava più. Questo decreto non è una novità, ma è un altro brutto colpo inferto dalla Regione, perché, comunque, era un elemento basilare per la polizia municipale in Sicilia e stava cominciando a dare buoni frutti. Poi, secondo la versione ufficiale che ci hanno fornito, le condizioni economiche e politiche in cui versa la Regione hanno portato a smantellare questo elemento. Oggi, la formazione si svolge a spese degli operatori e delle amministrazioni che, però, come si sa, non hanno i fondi”.

Quello della sorte del Centro di formazione è soltanto uno degli elementi di malessere dei corpi di polizia municipale nell’Isola, probabilmente, nemmeno il più importante, ma che rappresenta un termometro, un indice di attenzione per la questione Polizia locale .

“Tutto il disagio della Polizia Locale Siciliana, costretta ormai “a sopravvivere a continue emergenze” è stato espresso dal Silpol all’assessore Valenti, nell’ultimo incontro, a giugno scorso. Nel cahier de doleance del sindacato, le carenze diffuse degli organici dei Corpi e Servizi di polizia municipale, l’accentuarsi dei carichi di lavoro per il trasferimento di nuovi compiti a seguito della recente legislazione nazionale, la mancata stabilizzazione del personale precario, indispensabile per poter assicurare la stessa sussistenza del servizio in molti Comuni dell’Isola, ma, soprattutto, la riforma della legge regionale 17 del 1990. Ma, anche per il Silpol, su una materia così delicata, dialogare direttamente e concretamente con questo Governo è difficile, se non impossibile.

“Abbiamo chiesto un incontro con il governatore, che per noi è l’unico interlocutore serio, ma aspettiamo ancora che ci convochino”.

Intanto, però, il Governo va avanti per la sua strada, con decisioni che depotenziano il servizio, anziché puntare a rafforzarlo. Perché, nonostante i problemi di bilancio della Regione, il Centro di formazione per la Polizia municipale poteva funzionare a costi contenuti. Sempre secondo Di Vincenzo, “appena cinquecentomila euro sarebbero bastati per la realizzazione delle attività di aggiornamento e formazione degli agenti delle fasce C e D di tutta la Sicilia e anche per i contrattisti”.

Non resta che aspettare cosa succederà con il Bilancio dell’anno prossimo.

 

 

 


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