Il settore della formazione professionale è stato oggetto di un disegno politico diretto a mascherarne problemi e criticità col preciso obiettivo di tracciarne un profilo inesistente o quasi? quali interessi minerebbero la riorganizzazione del settore? sono le domande che in tanti si pongono, visti i risultati dei primi 300 giorni di governo nel settore formativo. Il presidente della regione, rosario crocetta, scegliendo due esperti (di cosa, tuttavia, non lo abbiamo ancora capito) ai delicati rami del lavoro (ester bonafede) e della formazione professionale (nelli scilabra) ha inteso veramente cambiare il senso di marcia?
Formazione/ Scuderi (Asef): Quante chiacchiere! La verità è che, ancora, non è stata completata lerogazione del 30% dellAvviso 20!
Il settore della Formazione professionale è stato oggetto di un disegno politico diretto a mascherarne problemi e criticità col preciso obiettivo di tracciarne un profilo inesistente o quasi? Quali interessi minerebbero la riorganizzazione del settore? Sono le domande che in tanti si pongono, visti i risultati dei primi 300 giorni di Governo nel settore formativo. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, scegliendo due esperti (di cosa, tuttavia, non lo abbiamo ancora capito) ai delicati rami del Lavoro (Ester Bonafede) e della Formazione professionale (Nelli Scilabra) ha inteso veramente cambiare il senso di marcia?
Oppure lo stesso si sarebbe limitato ad addobbare una ricca e scintillante vetrina e nulla più per coprire interessi di certi ambienti politico-imprenditoriali? Lo spunto per l’ennesima riflessione sul destino del settore ci viene dato da una nota pervenuta in redazione. A parlare il presidente dell’Asef, Benedetto Scuderi. Non nuovo a prese di posizione chiare, nette e responsabili sull’andazzo del sistema formativo regionale. Si tratta di una delle associazioni di enti formativi tra le più dinamiche del settore che ha più volte criticato l’operato di assessori e dirigenti generali e promosso proposte operative nel settore.
Scuderi, che ha firmato la lettera pervenuta in redazione, è stato chiaro nel suo affondo critico nei confronti dell’attuale Esecutivo regionale. “Il buon senso indicherebbe un radicale cambiamento volto più al fare che all’apparire – ci dice il presidente Asef – ma, purtroppo, ad oggi non possiamo che registrare le continue affermazioni del Governo sullo stato della formazione professionale che, ci sembra, non rappresentino la realtà”. È lo stesso ad esprimere un giudizio negativo anche sull’operato delle parti costituenti il tavolo trilaterale istituzionale, cioè governo e amministrazione regionale da un lato e sindacati dei lavoratori e associazioni degli enti dall’altro.
“Il continuo delegittimarsi tra le parti – precisa Scuderi – non servirà a trovare una strada comune sulla quale procedere”. Nella sua lucida e sempre chiara disamina, il responsabile degli enti formativi aderenti all’Asef, lancia una stoccata anche all’informazione, non sempre – a suo parere – lineare nelle scelte editoriali riguardanti il tema della Formazione professionale. “Incide, inoltre, l’atteggiamento di molti giornali online e della carta stampata – sottolinea Scuderi – che non sentono la necessità di rendere possibile alcuna replica, o almeno di dare voce a quei rappresentanti di Enti che sono in grado di dimostrare il livello di inesattezze pubblicate quotidianamente da Governo”. Viene da chiedersi come mai. Come possa accadere che a grigiore si aggiunga altro grigiore? Il nostro giornale, per la verità, da sempre e in assoluta libertà, ha privilegiato il rapporto con tutti i soggetti coinvolti nel settore della Formazione professionale, lavoratori, singoli o organizzati, inclusi.
Per tornare alla lettera ed al suo contenuto, raccontiamo di una precedente intervista sui rischi di disastrose ricadute sociali riguardo al mantenimento in vita degli Enti e dei livelli occupazionali a causa della condotta poco incisiva del Governo regionale, rilasciata proprio dal rappresentante dell’Asef ad altro giornale online. Era l’aprile del 2013. Da allora ad oggi poco o niente è mutato, lo aveva già previsto Scuderi, rimarcandolo anche in occasione della sottoscrizione (per costrizione e alto senso di responsabilità verso i lavoratori e il sistema formativo) dell’accordo del 7 giugno scorso tra Esecutivo e parti sociali. Dubbi sull’operato del Governo Crocetta e dei suoi assessori Bonafede/Scilabra più volte rimarcati, per la verità e in diverse occasioni, anche dal nostro giornale che si è beccato feroci critiche da ambienti vicini ai citati assessori.Non ultimo la probabile querela per opera dei poteri forti del Palazzo. Da liberi, andiamo avanti per la nostra strada convinti che la strenua ricerca della verità e della legalità restituiranno luce e speranza al popolo siciliano e ristoro ai nostri sforzi.
Torniamo all’interessante analisi dei contenuti tratti dalla citata nota a firma Asef. “Al fine di mantenere un sufficiente livello di stabilità del sistema, l’associazione Asef – chiarisce Scuderi – è stata costretta alla sottoscrizione dell’Accordo del 7 giugno scorso, dichiarando che ciò veniva subìto dalla stessa per l’alto senso di responsabilità che ha sempre caratterizzato la propria azione. Ora, trascorsi molti mesi tra promesse e incomprensibili ritardi, non si ha notizia della tempificazione degli Atti amministrativi con valenza giuridica che possano rassicurare gli enti ed il loro personale riguardo alla continuità lavorativa”.
Ed ancora, critiche verso Crocetta e i suoi assessori più volte richiamati. “Forse non è noto al Governo – rimarca il presidente della citata associazione di Enti formativi – che la semplice pubblicazione di atti di indirizzo politico, cui non fanno seguito delle che si usa chiamare ‘atti Amministrativi’, quali Decreti del dirigente generale (il richiamo è ad Anna Rosa Corsello, dirigente al Lavoro e alla Formazione professionale), nella sua qualità di unica figura titolata a disporre dell’avvio delle attività attraverso l’assegnazione delle risorse economiche previste, non rappresenta impegni concreti”.
La disamina prosegue toccando altri nervi scoperti nel malfunzionamento del settore, sia dal punto di vista dell’azione politica sia di quella amministrativa. Sul versante dei pagamenti delle quote di finanziamento maturate dagli enti e dai lavoratori per l’attività effettivamente erogata, nella nota emerge, senza appelli, il fallimento della burocrazia.“Per inciso, ad oggi, non solo non è stata completata in maniera cospicua l’erogazione del 30 per cento sull’Avviso 20/2011 – afferma Scuderi – ma vi sono casi in cui qualche ente ha ricevuto solo ora il primo 25 per cento. Abbiamo più volte manifestato il nostro disagio alle organizzazioni sindacali dei lavoratori, facendo notare che gli Enti sarebbero stati impossibilitati a mantenere i livelli occupazionali a fronte delle gravi lentezze con cui l’amministrazione procede nella sua azione sia di governo che amministrativa”. Il ragionamento sul quale ruota la critica della richiamata Associazione al governo del sistema formativo è legato alla tempistica degli interventi e alla natura dei problemi. Per l’Asef è paradossale che proprio oggi, dopo dieci mesi di Governo regionale targato Crocetta, qualcuno scopra che la condizione degli enti e dei lavoratori sia peggiorata rispetto a prima e che forse non ci sono più i tempi perché si pervenga ad una corretta normalizzazione del settore.
“La gravità dei problemi che comporta l’attuale situazione – tuona Scuderi – non riguarda solo gli stipendi dei lavoratori o la possibilità che gli enti possano sopravvivere (sino a quando, poi?), ma investe pesantemente altri aspetti che riguardano l’avvio di un processo di legalità. E pensiamo all’ambito OIF (obbligo scolastico rivolto ai minori) la cui missione consiste nel porre un forte argine alla dispersione scolastica che non vuol soltanto dire “professionalizzare ” dei giovani, ma, innanzitutto togliere alle organizzazioni criminali la possibilità di attingere mano d’opera in queste fasce sociali cosiddette deboli e ad alto rischio; ma anche agli ambiti degli Interventi e degli Sportelli, entrambe attività di servizio nei confronti di una utenza cui nessuno pensa”.
Non si è fatta attendere poi la stoccata nei confronti di Confindustria e dell’atteggiamento esageratamente critico nei confronti del settore della Formazione professionale. Una posizione, quella degli industriali, che alimenta dubbi e sospetti in una terra che cerca invece di scrollarseli di dosso. Sul ruolo delle associazioni degli industriali qualche elemento di assoluto interesse emerge dall’esperienza raccontata dal presidente dell’Asef. Non è che Confindustria da un lato allunghi la mano per gestire risorse dalla formazione professionale (come nel caso dell’alta formazione per stage in Cina dei giovani laureati, richiesta dal presidente Antonello Montante qualche giorno fa attraverso un quotidiano siciliano della carta stampata) e con la ritiri, invece, quando si tratta di fornire concrete prospettive di lavoro a chi una qualifica da spendere ce l’ha, appellandosi alla libertà di poter assumere chicchessia (amici di amici)?
“Le Associazioni degli imprenditori – dice Scuderi – sono lì a lamentare come sempre l’inadeguatezza del sistema formativo gestito dagli Enti di formazione, sia in ordine alla qualità da questi espressa che riguardo alla loro affidabilità, e viene da chiedersi da quale pulpito venga la predica. Ricordiamo che tanti mesi or sono la scrivente fece pervenire agli assessorati Formazione e Lavoro una proposta attraverso la quale invitava gli Assessori competenti a promuovere un’azione di coordinamento in un ‘Tavolo’ in cui la presenza degli Enti di formazione e delle rappresentanze delle imprese, insieme agli Assessori, potesse portare all’assunzione di impegni, ognuno per la propria parte, ma come è noto assumere impegni seri e rispettarli non risulta una pratica percorribile”.
L’appunto critico del presidente Asef ha un preciso riferimento. Un fatto accaduto al quale in nostro giornale ha già dedicato ampio spazio. Un fatto assolutamente singolare che riproponiamo al fine di spingere gli interlocutori istituzionali, a tutti i livelli, alla riflessione e all’azione. Riportiamo dalla lettera dell’Asef il caso riferito circa l’inizio dei lavori per la costruzione del più grande impianto di fotovoltaico, forse del mondo, allocato proprio in Sicilia. Trattandosi del settore delle energie rinnovabili (green economy) sul quale diversi enti aderenti all’Asef negli anni scorsi avevano già puntato in termini di percorsi formativi qualificanti, l’associazione ha attivato un’indagine tra gli associati per monitorare il numero dei formati nell’ambito richiamato.
Fatta la ricerca, il risultato emerso, 144 allievi specializzati nel settore delle “energie rinnovabili”, è stato trasferito all’Assessorato con il proposito di investire, attraverso l’assessorato regionale competente, l’impresa costruttrice dell’interesse a far partecipare alla selezione del personale da impiegare proprio gli utenti qualificati. Purtroppo ad oggi, come sottolineato nella lettera, nessuna risposta è mai pervenuta. Addirittura, parrebbe che la citata l’impresa abbia già proceduto all’assunzione di circa duecentocinquanta lavoratori. Un’occasione andata perduta di collegare domanda e offerta di lavoro, sistema formativo e sistema industriale.
Per colpa di chi? Certo non degli enti formativi nel caso riportato. Quanti di questi casi insistono in Sicilia? Basta denigrare, quindi, la Formazione professionale. “Indicare gli Enti di formazione professionale quali soggetti che debbono provvedere a far assumere parte dei qualificati, – chiarisce il presidente Scuderi – significa scaricare di responsabilità i soggetti titolari di questa missione come l’assessorato lavoro e gli Assessorati competenti in materia di sviluppo economico del nostro territorio”. Il riferimento è all’assessorato alle attività produttive, feudo oramai dai tempi del precedente Governo regionale dell’allora presidente Raffaele Lombardo, di Confindustria e dei suoi rappresentanti. La formazione professionale, secondo il convincimento dell’associazione Asef e non solo, ha il compito di soddisfare le esigenze delle imprese qualificando persone e non ha una, invece, diretta responsabilità sull’occupabilità dei qualificati, come vorrebbe far credere il giovane assessore alla formazione professionale, Nelli Scilabra.
Un quadro desolante quello che emerge dall’attenta lettura della lettera di Benedetto Scuderi .Un settore allo sbando quello della Formazione professionale senza alcuna guida, senza alcuna programmazione seria e fattibile e senza azioni condivisibili e condivise. Quali i rischi? Nella lettera emergono chiaramente. Primo fra tutti quello sociale. Un’emergenza che parrebbe essere già sfuggita di mano ma che mostrerebbe un Esecutivo regionale insensibile ai recenti tragici eventi. Il rischio, a leggere quanto contenuto nella nota, potrebbe essere di ordine pubblico.
Reazione sociale che, qualora dovesse esplodere, tutti gli attori del sistema formativo si ritroverebbero a dovere affrontare. Il tutto in un clima accecato e avvelenato da tragici eventi che potrebbero ulteriormente provocare, perseverando lo stallo, altre insanabili ferite nel mondo degli operatori del settore che chiedono certezza di poter avere una vita dignitosa svolgendo la loro attività lavorativa.Il presidente dell’Asef non risparmia critiche neanche al mondo politico e punta il dito anche nei confronti di qualche sparuto gruppo di enti gestori che, attraverso azioni fuori dalle regole, ha reso possibile la denigrazione dell’intero sistema. Nei confronti di tali soggetti l’Asef e gli enti formativi aderenti, ha, già da tempo, preso le distanze.“Il Sistema và riedito attraverso interventi legislativi a modifica dell’attuale legislazione – conclude Scuderi – attività questa di pertinenza esclusiva dell’Assemblea regionale siciliana (Ars). E per farlo serve la sensibilità dei parlamentari eletti all’Ars e a tal proposito ci sembra, invece, di sentire una silente partecipazione, fatte le dovute eccezioni che riguardano tutte le forze politiche che hanno visto impegnati molti Deputati, ma non abbastanza . Riteniamo che solo attraverso l’intervento pubblico a sostegno della ripresa economica e produttiva del nostro territorio ed un radicale cambiamento della cultura imprenditoriale della nostra Regione si possa pervenire all’affermazione di uno stato sociale che, anche mediante la stabilità occupazionale, ci ridia speranza e dignità, in una parola: Lavoro = Legalità”.