Regione a Bilancio zero: non ci sono soldi per nuove leggi

Continua la sceneggiata sulle risorse finanziarie da destinare alle attività culturali della Sicilia. Il Governo regionale di Rosario Crocetta, dopo l’impugnativa della Tabella H da parte del Commissario dello Stato, ha annunciato provvedimenti in favore di un settore che definire boccheggiante è poco. Alle parole dei rappresentanti del Governo, però, non seguono i fatti. Proviamo a dimostrare, numeri alla mano, che tutto questo gran parlare sulla cultura è solo una farsa.

Com’è noto, a causa degli scippi operati dal Governo nazionale dal Bilancio 2013 della Regione, la situazione finanziaria è diventata drammatica (Roma ha arraffato 914 milioni di euro dal bilancio regionale e non eroga alla Sicilia, grazie a una gestione ‘truffalda’ della Commissione paritetica Stato-Regione, i 600 milioni di euro a valere sulle accise relative ai consumi di idrocarburi).

In questo scenario sono arrivati i rilievi della Corte dei Conti che, in sede di parifica del Bilancio 2012, ha imposto a Governo e Ars la costituzione di una sorta di ‘Fondo di riserva’ per fronteggiare gi oltre 3 miliardi di entrate fittizie (residui attivi).

In un Paese ‘normale’, una Regione ‘normale’ si rivolgerebbe a Roma dicendo: “Caro Governo nazionale, ci hai scippato 914 milioni di euro dal nostro bilancio, non abbiamo capito bene se per onorare il Fiscal Compact, o per pagare i debiti delle banche. Restituiscici, almeno, i 600 milioni di euro legati ala questione sanità”. Lo Stato, infatti, ha imposto alla Regione un aumento della quota di compartecipazione alle spese sanitarie, portandola dal 42 per cento circa del 2006 a quasi il 50 per cento.

La Regione siciliana, ogni anno, paga 600 milioni di euro in più per le spese sanitarie. Soldi che, in base all’accordo con lo Stato siglato nel 2007, ci dovrebbero essere restituiti, ogni anno, ‘girando’ alla nostra Regione una quota delle accise sui consumi di idrocarburi in Sicilia: entrate fiscali oggi trattenute interamente dallo Stato. Basterebbe applicare tale accordo e la Regione siciliana avrebbe a disposizione i soldi per costituire il ‘Fondo di riserva’ richiesto giustamente dalla Corte dei Conti.

Questo dovrebbe fare l’assessore all’Economia, Luca Bianchi. Questo assessore, invece, non ne vuole sapere di chiedere a Roma i soldi che Roma sta derubando alla nostra Regione. E questo ‘Fondo di riserva’ lo vuole costituire con i soldi che la Regione non ha.

Ecco a voi il ‘Fondo di riserva’ che l’assessore Bianchi e i ‘Medici di Cristo’ dell’assessorato all’Economia (leggere dirigente generale e i suoi stretti collaboratori) avrebbero messo in pista.

– I primi 24 milioni di euro dovrebbero arrivare dalla Tabella H impugnata;

– altri 10 milioni di euro da una presunta moratoria fiscale;

– 86 milioni di euro da un calcolo, rigorosamente inventato, sulla differenza dei disavanzi;

– Altri 110 milioni di euro dai Fondi di riserva.

Prima considerazione: 240 milioni di euro circa sono una cifra ridicola rispetto agli oltre 3 miliardi di euro di entrate fittizie. Per fronteggiare oltre 3 miliardi di euro di probabili mancate entrate servirebbero, almeno, 800 milion i di euro.

Seconda considerazione: di questi 240 milioni di euro approntati dall’assessore Bianchi e dai dirigenti dell’assessorato all’Economia, 110 milioni di euro sono già apostati in Bilancio come ‘Fondi di riserva’. Risorse che non hanno nulla a che vedere con il ‘Fondo’ che la Corte dei Conti ha chiesto di costituire. In questo caso, come al solito, i dirigenti dell’assessorato all’Economia stanno dando vita all’immancabile ‘gioco delle tre carte’.

Terza considerazione: gli 86 milioni di euro di differenza tra i disavanzi e i 10 milioni di euro di moratoria fiscale sono, nella migliore delle ipotesi, appostamenti aleatori e, nelle peggiore delle ipotesi, invenzioni contabili.

Morale: gli unici soldi veri di questo ‘Fondo’ anti-residui attivi del quale la Corte dei Conti ha chiesto alla Regione la costituzione sono i 24 milioni di euro che derivano dall’impugnativa della Tabella H. Guarda caso, sono i soldi che il Governo promette di spendere per rilanciare le attività culturali dell’Isola.

Questi 24 milioni di euro servono per il ‘Fondo’ chiesto dalla Corte dei Conti o per le attività culturali? Perché continuare a prendere in giro la gente raccontando cose non vere?

La verità è una sola: con l’attuale Bilancio, l’Ars non sarà in grado di approvare una sola legge di spesa. La stessa manovra di assestamento di Bilancio non libererà risorse da mettere a disposizione di nuove leggi: perché le eventuali risorse liberate dovranno servire a coprire il ‘Fondo di riserva’ richiesto dalla Corte dei Conti.

Il Governo della Regione, invece di ‘raschiare’ un barile ormai ‘raschiato’ fino all’inverosimile, dovrebbe – come il nostro giornale scrive da mesi – chiedere a Roma i nostri soldi. Ma prima bisogna liberare la Sicilia dall’assessore Bianchi, che è stato inviato dalle nostre parti per affossare definitivamente la Regione.

Bianchi sta portando a termine la sua missione. Ad aprile, di fronte all’accantonamento forzoso di 800 milioni di euro richiesto dallo Stato, aveva detto che era riuscito a ottenere da Roma uno ‘sconto’ di 100 milioni. Solo che lo Stato, conti alla mano, si è preso 914 milioni e non 700 milioni, come aveva detto l’assessore Bianchi!

Lo stesso assessore non ha aperto il contenzioso con Roma per fare erogare alla Sicilia i 600 milioni delle accise sugli idrocarburi. Poi aveva detto che sarebbe stato applicato l’articolo 37 dello Statuto: promessa rigorosamente falsa.

Tre fatti che dimostrano inequivocabilmente che questo assessore sta affossando la Sicilia. Fino a quando Bianchi resterà al Governo la Sicilia andrà sempre più indietro.

 


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