Onorevole Casini, dopo tutto quello che ha combinato ha ancora il coraggio di parlare?

L’onorevole Pierferdinando Casini, oggi, si prende un’intera pagina del Giornale di Sicilia per dire, a’ strinciuta, che non è più il tempo del rigore, ma dello sviluppo. Dopo essere andato a sbattere la testa al muro – e aver perso ‘u sceccu cu tutt’a carrozza – il leader della Ei fu Udc si accorge, con quattro mesi di ritardo, che l’alleanza di quel che resta del suo Partito con il signor Mario Monti è stata rovinosa.

E se ne accorge ora, onorevole Casini? Dopo che il suo Partito si è ridotto a un prefisso telefonico? Dopo che l’Udc, in Sicilia – questo non l’ha scritto nessuno, chissà perché – è passato dal 10-12 per cento delle elezioni regionali dell’ottobre dello scorso anno al 3 per cento delle comunali di qualche giorno fa?

La verità, onorevole Casini, è che lei è soltanto un sopravvalutato. Lei sarà stato pure accanto ad Arnaldo Forlani, dei grandi della Grande Dc lei non ha proprio nulla. Anzi, per essere precisi, ha tutti i difetti dei democristiani, ma non ne ha i pregi. L’hanno sopravvalutata nel 2001, quando quel genio di Berlusconi le diede la presidenza della Camera dei deputati. E lei lascio il Partito nella mani dell’altro ‘genio’ di Marco Follini per fare la guerra al Cavaliere e segare il ramo dell’albero sul quale stavate seduti…

Lei e Follini siete quelli che, tra il 2002 e il 2003, avete provocato la scissione nell’Udc siciliana, invece di consolidare la leadership di un Partito allora fortissimo. Lo ha dimenticato? Chieda notizie al senatore Giampiero D’Alia, oggi Ministro del Governo Letta-Berlusconi-Bilderberg

Sono tornati a sopravvalutarla quando, nel suo Partito, dalle Alpi alla Sicilia, le hanno consentito di allearsi con la vera Antipolitica: quella di Monti e del suo gruppo di Bilderberg. Quando avrà tempo, spiegherà che cosa c’entra Bilderberg con quello che lei diceva di essere l’erede del Partito di don Luigi Sturzo.

Lei, di politica, al di là di quello che le hanno fatto credere, ne ha sempre ‘masticato’ poca. Con le occasioni che ha avuto avrebbe dovuto rifondare non la Dc, ma due Dc. Partendo proprio del suo Partito in Sicilia. Invece lei ha accumulato fallimenti su fallimenti. E oggi si aggira tra le macerie delle quali è responsabile. E ha ancora il coraggio di parlare. E di smentire quello che diceva tre mesi fa.

Ora vuole lo sviluppo, onorevole Casini? E che cos’è cambiato rispetto a quattro mesi fa, quando, novello Girolamo Savonarola del rigore montista, ci raccontava che Monti era il Salvatore dell’Italia?

Monti ha distrutto l’Italia. Ha portato il debito pubblico del nostro Paese oltre la soglia dei 2 mila miliardi di euro. Ha messo in ginocchio imprese e famiglie. Ha creato una spaventosa disoccupazione. Ha inventato il fenomeno degli esodati. Ha compresso i diritti dei lavoratori. Ha fatto perdere all’Italia la faccia, a livello internazionale, con l’incredibile vicenda dei due Marò in India: vicenda sulla quale è calato il silenzio, ma non è scomparso il ricordo.

Dopo aver fatto tutto questo con Monti lei, onorevole Casini, ha ancora il coraggio di Parlare?

Onorevole Casini, poiché noi siamo abituati a dire le cose in faccia, senza problemi, le riveleremo un gran ‘segreto’: lei, nel 2001, senza i voti di Totò Cuffaro in Sicilia, non sarebbe stato nemmeno ricevuto da Berlusconi. Altro che presidenza della Camera! Senza il 15 per cento dei voti del Totò siciliano l’Udc sarebbe stata inghiottita dal Mattarellum.

Finito Cuffaro, con l’Udc nelle sue mani, il Partito non poteva che fare la fine che ha fatto. Si tenga pure il suo Ministro siciliano, con i 15 mila voti di Messina e dintorni. Ma eviti di fare la predica.

Lei, dopo tutti gli errori che ha commesso, di lezioni di politica non ne può proprio dare. A nessuno.

 


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L’onorevole pierferdinando casini, oggi, si prende un’intera pagina del giornale di sicilia per dire, a' strinciuta, che non è più il tempo del rigore, ma dello sviluppo. Dopo essere andato a sbattere la testa al muro - e aver perso ‘u sceccu cu tutt’a carrozza – il leader della ei fu udc si accorge, con quattro mesi di ritardo, che l’alleanza di quel che resta del suo partito con il signor mario monti è stata rovinosa.

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