Palermo, primi dissensi sui provvedimenti antimovida del Comune

“Un atto di scarsa sensibilità commerciale, culturale e sociale”. Il giudizio di Eduardo De Filippis, consigliere della settima circoscrizione di Palermo e fondatore di FareCittà sull’ordinanza della giunta comunale che detta nuove regole per i locali della cosiddetta movida palermitana è netto e tranciante. Anche perché, dopo la vicenda dei gazebo, questo nuovo provvedimento, annunciato dal Sindaco Leoluca Orlando e dagli assessori Marco Di Marco e Giusto Catania rischia di dare una nuova pesante mazzata ai locali che animano la vita notturna di Palermo.

Non soltanto critica dei modi e dei contenuti della ordinanza comunale, ma anche proposta di modifiche: De Filippis ha chiamato a raccolta per lunedì, 20 maggio, alle ore 17.00, nel locale Hub di via Libertà i rappresentanti di categoria, insieme a dj, musicisti, pr e i lavoratori del settore per elaborare le richieste di modifica dell’ordinanza, da avanzare all’amministrazione comunale con la quale si vuole aprire un confronto.

Il Comune ha stabilito che, dal primo giugno al 30 settembre, per i titolari di licenze commerciali e di strutture o stabilimenti balneari l’attività di intrattenimento musicale negli spazi di rispettiva pertinenza, aperti al pubblico e preventivamente autorizzati, sarà possibile nei giorni feriali e festivi fino alle ore 24, mentre nei giorni di venerdì, sabato e prefestivi si potrà arrivare fino all’una del mattino. In ogni caso l’attività musicale in spazio esterno non potrà superare i decibel previsti dalla legge, 70 decibel fino alle 22 e 60 dalle 22 alla chiusura.

Le multe variano dai 250 alle 500 euro. Una somma che lo stesso Comune definisce irrisoria, tanto che è previsto in aggiunta, come deterrente, il sequestro dell’impianto musicale per 5 giorni.

Altra novità è l’introduzione del divieto, dalle 24 alle 7 del mattino, della vendita di bevande in bottiglie di vetro o in lattina, per motivi di igiene e di tutela della pubblica incolumità. Gli stessi commercianti dovranno assicurare la pulizia davanti ai loro locali, vigilando che i clienti non buttino i rifiuti per terra.

Sono sempre state numerose, in effetti, le proteste dei residenti nelle aree di maggior densità di locali notturni, pub e discoteche della città per l’alto volume della musica fino a tarda notte, per gli schiamazzi dei clienti, specie di quelli in preda ai fumi dell’alcool e per i rifiuti che restano come ricordo del loro divertimento. E, secondo il Comune, questa ordinanza, frutto di un percorso condiviso, concilia le diverse esigenze di residenti e commercianti.

Ma, secondo De Filippis, questa ordinanza farà più danni che altro. “Questo provvedimento non è chiaro per nulla, ed è strano che non si siano sollevate ancora forti voci di dissenso, visto che la fase di confronto che il Comune ha avviato è stata limitata a pochissime realtà. In questo momento di gravissima crisi per la nostra città – spiega – questo provvedimento rischia di aggravare i problemi economici degli esercizi commerciali e per lo sviluppo complessivo di Palermo. Già con la crisi, sempre meno persone frequentano la movida. Inoltre, questi limiti creano problemi anche per i turisti che vogliono vivere la città, che vogliono vedere posti vivi e vitali. Concordo con la necessità di tutelare il diritto al riposo dei cittadini, perché è inammissibile avere difficoltà per riposare la notte per il volume della musica troppo alto, ma si deve trovare una via di mezzo che garantisca anche chi deve lavorare”.

In vista della riunione di lunedì, il consigliere di FareCittà ha già contattato alcune decine di commercianti di Mondello e dell’Addaura, i titolari e i gestori dei locali notturni del centro, di via Libertà.

“L’opinione diffusa – dice De Filippis- è che ci sia in atto una sorta di repressione perché questa ordinanza viene dopo l’atto sui gazebo. Ma noi non vogliamo uno scontro con l’amministrazione, lo scontro non porta a niente. Vogliamo avviare un percorso di mediazione con il Comune, basato sulle proposte che verranno fuori dal nostro incontro. Abbiamo invitato anche Confartigianato e Confcommercio. Predisporremo un documento che presenteremo all’assessore alle Attività produttive, Di Marco”.

I punti chiave sui quali lavorare sono i livelli del volume della musica e, soprattutto, gli orari di chiusura.

“Chiudere a mezzanotte, abbassare la musica in locali delle zone dove non ci sono case vicine, come nelle località balneari di Mondello o dell’Addaura, per fare qualche esempio, e che lavorano fino alle 2 di notte, è un problema, anche in rapporto all’impiego del personale, con conseguenze che sono facili da immaginare. Anche il divieto di vendere bevande in contenitori di vetro o metallo e, quindi permettendo soltanto in bicchieri di plastica, diventa un grosso problema, in una città dove la raccolta differenziata sostanzialmente non funziona, addossando impropri compiti di vigilanza agli stessi esercenti”.

“Anziché colpire questi locali e chi anima la vita notturna, creando anche attrattive turistiche per chi visita la città, bisognerebbe creare spazi o eventi di espressione culturale e artistica co-prodotti dal Comune, come esistono in tutte le città del mondo, per rilanciare le attività e l’immagine culturale di Palermo. Non c’è una notte bianca o eventi culturali o musicali che coinvolgano tutti i cittadini, e quel poco di movida che esiste è nel mirino di provvedimenti incomprensibili, inaccettabili che noi chiediamo di ridiscutere con il Comune”.


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