Mentre l'assemblea regionale torna a riunirsi questo pomeriggio per esaminare il bilancio e la finanziaria, che ricordiamo, vanno approvati entro domani onde evitare il commissariamento della regione, una folla di precari di vari settori si sono riuniti davanti il palazzo. Reclamano il diritto al lavoro. Chiedono una manovra economica che non li lasci in mezzo una strada, che sia ispirata al taglio degli sprechi - come propone il movimento 5 stelle con la richiesta di ridurre le indennità ai deputati, ad esempio -non alla macelleria sociale.
Ars sotto assedio,chiusa la Cappella palatina
Mentre l’Assemblea regionale torna a riunirsi questo pomeriggio per esaminare il bilancio e la finanziaria, che ricordiamo, vanno approvati entro domani onde evitare il Commissariamento della Regione, una folla di precari di vari settori si sono riuniti davanti il Palazzo. Reclamano il diritto al lavoro. Chiedono una manovra economica che non li lasci in mezzo una strada, che sia ispirata al taglio degli sprechi – come propone il Movimento 5 Stelle con la richiesta di ridurre le indennità ai deputati, ad esempio -non alla macelleria sociale.
Ci sono pure lavoratori che si sono incatenati, quelli della Formazione professionale, che protestano contro un nuovo rinvio dellincontro col governo regionale per la ratifica dellaccordo raggiunto laltro ieri sullavvio delle procedure di finanziamento della seconda annualità del piano dellofferta formativa.
La tensione è alta. Le forze di polizia sono in tenuta antisommossa. Per motivi di sicurezza, la Presidenza dell’Assemblea siciliana ha chiuso l’Ars ai turisti. Chiusa di conseguenza la Cappella Palatina visitata ogni giorno da centinaia di persone.
All’Ars ci sono anche il Presidente della regione, Rosario Crocetta e gli assessori del suo governo. Ma, di soldi ce ne sono pochi. E sono pochi perché Roma ha incamerato 700 milioni di euro di risorse siciliane per pagare la prima rata del Fiscal Compact. Per obbedire ai diktat dei burocrati e dei banchieri europei. Questo prelievo forzoso dalle casse della Regione, cui l’esecutivo regionale non ha voluto opporsi, ha mandato in tilt i conti. Che non tornano. Il rischio di una mega impugnativa del Commissario dello Stato, come abbiamo scritto nell’articolo in allegato, è dietro l’angolo. Così come lo è l’esplosione della questione sociale.
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