Pubblichiamo una riflessione di stefano vaccara, giornalista che vive a newyork e direttore del nuovo quotidiano online lavocedinewyork. Com sull'appello di napolitano alla stampa: "i media cooperino" ha detto nel giorno in cui ha conferito ad enrico letta l'invarico di formare il nuovo governo: "ma cio' che in passato ha fatto sprofondare l'italia e' stata proprio la troppa "collaborazione" tra stampa e potere" scrive vaccara. E ancora:
Tirata d’orecchie a Napolitano da NewYorK: “I media non devono collaborare con il potere”
Pubblichiamo una riflessione di Stefano Vaccara, giornalista che vive a NewYork e direttore del nuovo quotidiano online LaVocediNewYork.com sull’appello di Napolitano alla stampa: “I media cooperino” ha detto nel giorno in cui ha conferito ad Enrico Letta l’invarico di formare il nuovo governo: “Ma cio’ che in passato ha fatto sprofondare l’Italia e’ stata proprio la troppa “collaborazione” tra stampa e potere“ scrive Vaccara. E ancora:
“Caro Giorgio, come tu sai bene, negli Stati Uniti e in qualunque paese democratico dove alla stampa e all’informazione in genere spetta il delicato compito di esercitare le funzioni costituzionali di “guardiano” del potere, una frase del genere non verrebbe mai pronunciata da un politico, figuriamoci dal Capo dello Stato. Quindi, caro Giorgio, mentre ammetto che ti stai sacrificando tanto per l’Italia e stai cercando di fare del tuo meglio per trovare una strada politica per farla uscire dalla melma in cui la nostra amata Patria sta affogando, in questa tua dichiarazione non ti riconosco piu’, o almeno non riconosco piu’ il vecchio Napolitano.
Ci ho trovato invece solo quello “giovane” dell’ antica militanza comunista. I media, in democrazia, con il potere non devono “cooperare” mai (traduzione: leccare mai). Infatti, caro Giorgio, come tu sai benissimo, se l’Italia si trova dove sta, e’ proprio perche’ i suoi media con questa “casta partitocratica’ ci hanno “cooperato” troppo bene e troppo a lungo. Spero quindi, caro Giorgio, che il tuo appello questa volta non sia ascoltato.
Con affetto da un tuo cittadino giornalista a New York”.