Prima mossa del Governo Pd-Pdl: l’Imu diventa eterna

Il Governo Pd-Pdl si presenta agl’italiani trasformando in eterna l’Imu. L’atto lo hanno fatto firmare al dimissionario Mario Monti, ma la decisione l’hanno adottata Berlusconi e il nuovo capo del Governo, Enrico Letta. Le indicazioni stringenti sono arrivate dalla Corte dei Conti e dalla Banca d’Italia che, non avendo più il controllo della moneta e avendo fallito su tutta la linea nella politica creditizia si occupa, ormai, di tasse (qualcosa la debbono pur fare per giustificare la loro presenza…).

Al di là delle promesse fatte dal Cavaliere in campagna elettorale, l’Imu non solo resta, ma si pagherà ogni anno. Insomma il Governo Pd-Pdl presenta il proprio biglietto da visita: tasse, tasse, tasse.

Si delinea, a conti fatti, la presa per il culo del taglio dell’Imu sulla prima casa e, in generale, la riduzione delle tasse promesse da Berlusconi in campagna elettorale. Non solo questo taglio, di fatto, sarà una presa in giro ma, come già accennato,questa imposta odiosa e incostituzionale si pagherà per tutta la vita. Soldi scippati dalle tasche degl’italiani per alimentare le banche e le speculazioni.

Di fatto, Berlusconi e Letta confermano quanto era già nell’aria: il loro non sarà un Governo in favore degl’italiani, ma un Governo per l’Europa che vuole incassare subito la prima rata del Fiscal Compact, un trattato internazionale demenziale che punta a far pagare al nostro Paese 50 miliardi di euro all’anno per vent’anni. .

Vediamo, adesso, di illustrare la presa per il culo conosciuta anche come “taglio dell’Imu sulla prima casa”.

Il Governo Monti, com’è noto, ha già affamato i Comuni con tagli insopportabili. Ai Comuni, per sopravvivere (non per assicurare servizi decenti ai cittadini, ma per sopravvivere: cioè per pagare i propri dipendenti) non resterà che aumentare le tasse comunali. Guarda caso, l’Imposta che i Comuni potranno aumentare a piacimento è proprio l’Imu.

Dunque, ammesso che il Governo Pd-Pdl di Berlusconi e Letta (zio e nipote) tolga l’Imu sulla prima casa con la mano destra, con la mano sinistra avranno già costretto i Comuni ad aumentare a dismisura l’aliquota.

Fantasie? Non esattamente. Secondo quanto già accertato dal Servizio politiche sociali della Uil, tre capoluoghi – Napoli, Bologna e Asti) – hanno già aumentato l’Imu sulla prima casa. Mentre altri sei capoluoghi (Aosta, Asti, Ferrara, Pavia, Salerno e Treviso) hanno già incrementato l’aliquota sulla
seconda casa.

Sempre per la cronaca, i Comuni, per ritoccare le aliquote, hanno tempo fino al 16 maggio. Il 17 giugno, ancora per la cronaca, si dovrà pagare il primo acconto del 50% su tutti gli immobili.

Se il Governo Berlusconi-Letta (zio e nipote) dovesse togliere l’Imu sulla prima casa, ci sarà pronto un bell’aumento dell’aliquota sulla seconda case e altre inevitabili tasse e imposte comunali.

In Sicilia la situazione è ancora più tragica. Per due motivi. In primo luogo, perché il reddito pro-capite è più basso rispetto al Centro Nord Italia mentre le aliquote sono le stesse (questo dimostra, logica economica alla mano, che l’Imu è un’imposta antimeridionale). In secondo luogo, perché nella nostra Isola i Comuni, oltre che subire i tagli di Stato e Regione, hanno subito e continuano a subire le rapine degli “Industriali dell’immondizia” (in Sicilia le uniche industrie rimaste in piedi sono quelle dei rifiuti).

Nella nostra Regione, insomma, l’aumento delle aliquote Imu potrebbe essere maggiore rispetto al resto d’Italia.

Berlusconi al Governo con il nipote di Gianni Letta

 


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