Muoiono agonizzanti i cuccioli di foca che ogni anno vengono uccisi per la loro pelliccia. In Canada si è aperta la caccia e in Italia sta per entrare in vigore un decreto ministeriale che ne rende più severo il divieto d'importazione
LItalia dice no alle pellicce di foca
Giorno 25 marzo, puntuale come ogni anno, si è aperta in Canada la caccia alla foca, il più imponente massacro di mammiferi nel mondo, compiuto da centinaia di uomini autorizzati dal proprio governo. I piccoli ed impacciati mammiferi vengono inseguiti innalzando il bastone della morte, con cui si colpisce la testa dellanimale. Molto raramente il cucciolo muore al primo colpo: spesso si divincola per diversi minuti agonizzando nel lago di sangue che colora il bianco del ghiaccio canadese. Da oggi però, per lItalia qualcosa è cambiato.
Sta, infatti, per entrare in vigore il decreto ministeriale che rende più severo il divieto dimportazione di pelli di cuccioli di foca nel nostro Paese, ponendo dei limiti anche sulle importazioni di animali adulti.
Con questo atto del governo, lItalia prende le distanze dal suo passato di Paese europeo capofila delle importazioni di pelli grezze e delle esportazioni di pelli lavorate, contribuendo in modo significativo a salvare la vita di migliaia di foche, dichiara sul sito della LAV (lega antivivisezione) Roberto Bennati, responsabile delle campagne europee dellassociazione. E prosegue: Contiamo sullimpegno del Ministero delle Attività Produttive, incaricato dellapplicazione del decreto, a non concedere alcuna autorizzazione. Per Bennati è importante il fatto che il decreto giunga proprio in coincidenza con lapertura della caccia in Canada. In questo Paese, infatti, negli ultimi tre anni sono state uccise ben 10.312 foche in più rispetto allampia quota ufficiale autorizzata di 975.000 animali. Il 98% delle foche uccise in Canada nel 2005 aveva meno di 3 mesi di vita; erano quindi tutti cuccioli, fatto che rende questa caccia ancor più inaccettabile, considerando che le foche hanno unaspettativa di vita di circa 30-35 anni.
Il decreto fa seguito ad una prima proposta presentata il 13 febbraio, durante una conferenza, in cui il Governo simpegnava a mobilitare doganieri e finanzieri per applicare in modo ferreo le direttive europee che vietano limportazione e il commercio di cuccioli di foca (particolarmente ricercati per il loro manto bianco); a restringere le licenze per limportazione di pelli di foca, anche di animali adulti; ad estendere alle foche la legge contro il maltrattamento di animali, vietando come già avviene per cani e gatti di importare e commercializzare pelli, pellicce e accessori; a promuovere lattività di vigilanza al fine di prevenire eventuali violazioni dei divieti.
Liniziativa era stata presentata dal vice-ministro alle Attività produttive con delega al commercio estero, Adolfo Urso, che lha definita “la base di partenza per arrivare al divieto di qualsiasi commercio di pelli danimali uccisi in modo barbaro. L’Italia è in prima linea nell’impegno civile e morale per far capire a tutti che l’uccisione barbara di animali lede i valori fondamentali della nostra civiltà”. Ma i provvedimenti di queste settimane potrebbero essere solo il primo passo. È stata, infatti, depositata una proposta di legge, firmata da 20 parlamentari: se venisse approvata, si vieterebbe di importate e vendere «tutte le pelli di foca». Sia di cuccioli che di adulti.