Il Castello della Zisa e i custodi ‘schiticchiari’

Egregio direttore,

stamattina, a Palermo, ho vissuto un’avventura – chiamiamola così – che merita di essere raccontata.

Ho preso l’automobile alle nove e mezza di mattina. Pensavo di recarmi in una certa parte della città. Pensavo: perché mi sono imbattuta in un primo blocco stradale.

Non ho capito chi è che bloccava l’accesso. Da sommarie informazioni – ma non ne sono sicura – sembra si trattasse di disoccupati, forse gli operai della Gesip. (a destra, il Castello della Zisa a Palermo, foto tratta da ostellopalermo.com) 

Saltato il primo appuntamento, ho provato a recarmi da tutt’altra parte. Nel quartiere della Zisa mi sono imbattuta in un altro blocco stradale: questa volta erano gli operai della Forestale.

Non si poteva andare né avanti, né indietro: intrappolati e basta. Improvvisamente mi sono accorta di un angolo libero dove parcheggiare alla meglio l’automobile. Ho parcheggiato.

Mi sono trovata a due o trecento metri dal Castello della Zisa. Così ho deciso di utilizzare il tempo per visitare questo splendido monumento.

Non è stata una bella esperienza. Anzi. All’entrata c’erano ben tre custodi che discutevano dei fatti propri. Ho chiesto un depliant. Mi hanno risposto che non ce n’erano perché la Regione siciliana non ha soldi. Ho chiesto una guida. ‘Assente’ anche questa.

I tre signori, alle mie domande, sembravano visibilmente infastiditi. In pratica, credo di avere interrotto la loro chiacchierata.

La cosa mi ha dato non poco fastidio, perché penso che i custodi di un monumento importante come la Zisa dovrebbero essere al servizio dei visitatori, e non discutere su che cosa si erano ‘sbafati’ il giorno prima.

Ho chiesto come mai un monumento importante come la Zisa, che racconta una parte importante della storia di Palermo, è privo di cartelli in inglese. Mi hanno risposto che non ce ne sono e basta.

Ho chiesto chi di loro tre conosceva l’inglese. Mi hanno risposto che nessuno di loro parla inglese. E hanno anche ribadito che nessuno si è mai preoccupato di insegnargli l’inglese.

Mi chiedo e chiedo: chi è che gestisce il castello della Zisa? E’ questo il modo di presentare un monumento così importante ai cittadini siciliani e ai turisti? Davvero non ci sono i soldi per stampare i per stampare i deplians? Come mai non è stato possibile acquistare una guida?

Infine, una considerazione da siciliana. Conosco tante ragazze e tanti ragazzi laureati in lingue straniere. Qualcuno di loro – pochi, in verità – hanno tentato la via dell’insegnamento. Altri sono andati via dalla Sicilia. Altri ancora lavorano nei call center.

Molti di loro potrebbero lavorare come guide nei monumenti della città. Ma i concorsi non si bandiscono. In Sicilia si ‘stabilizzano’ solo precari. Questo, in lingua italiana, si chiama sottosviluppo culturale. 

Mi risulta che a Palazzo Reale non manca il personale in grado di parlare tre o quattro lingue straniere.

Forse Palazzo Reale e la Cappella Palatina sono monumenti di serie ‘A’ e meritano un trattamento civile, mentre la Zisa merita tre signori che parlano di ‘schiticchi’?

Scommettiamo che i tre custodi del Castello della Zisa sono precari ‘stabilizzati’ dal parlamento siciliano?

Bravi, i nostri parlamentari regionali: hanno riempito i monumenti della Sicilia di personale ‘stabilizzato’, mentre loro, a Palazzo Reale, il personale lo selezionano. Evviva!

Vorrei dire alla nostra classe politica che, continuando di questo passo, non abbiamo dove andare. Fino a quando un monumento importante come la Zisa verrà affidato a ‘schiticchiari’ scorbbutici, che non conoscono le lingue straniere, senza depliants, senza guide, senza cartelli scritti in inglese (non chiediamo in tre o quattro lingue, arabo compreso, per rispetto alla storia della Zisa e dei tanti arabi che vivono a Palermo: ma almeno in inglese!) rimarremo una città di sottosviluppati con una politica da sottosviluppati.

Lettera firmata

Come dicono su facebook: “Condividiamo”. 

la redazione

 

 

 


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