Chi la tira di qua, chi la tira di là. Una campagna elettorale di strattonamenti, quella vissuta dalla bella stefania prestigiacomo. Veramente brutte, per lei, le elezioni regionali siciliane appena concluse. Da dimenticare. E arrivato lautunno della politica anche per la bella stefania?
Lautunno della bella Stefania
Chi la tira di qua, chi la tira di là. Una campagna elettorale di strattonamenti, quella vissuta dalla bella Stefania Prestigiacomo. Veramente brutte, per lei, le elezioni regionali siciliane appena concluse. Da dimenticare. E arrivato lautunno della politica anche per la bella Stefania?
Lei, in realtà, aveva cominciato col dire che del Pdl siciliano non le piaceva nulla. I coordinatori, i capi, i capetti. Salvava solo Berlusconi.
Tanto che, a un certo punto, Gianfranco Miccichè, che si è candidato alla presidenza della Regione per i fati propri, ha pensato di tirarla dalla propria parte: e cera quasi riuscito.
Poi, però, ad equilibrare il tutto ha pensato Nello Musumeci. Quattro parole giuste giuste. Per far dichiarare alla bella Stefania che lei mai e poi mai avrebbe abbandonato Musumeci, sostenuto anche dal Pdl. Così la bella Stefania ha fatto macchina indietro.
Tutto inutile, naturalmente. Perché tanto i suoi amici hanno perso tutti: ha perso Musumeci e ha perso pure Miccichè.
Ma se le elezioni sono state brutte, soprattutto nel finale, ancora più brutti sono i giorni post elezioni. A tirarla in ballo, in malo modo, è stato quel monello di Pino Firrarello, so compagno di Partito, che lha accusata, niente poco di meno, di non aver fatto nulla.
Ma guarda un po sto Firrarello: la bella Stefania non fa nulla in campagna elettorale per non sbagliare, e il Senatore e Sindaco di Bronte le rinfaccia proprio questo: di non aver fatto nulla! Non cè più mondo.
Lei, lex Ministra, non ha provato nemmeno a replicare. Ha assorbito e basta. Se Firrarello avesse detto le stesse cose a Simona Vicari si sarebbe beccato un morso che ancora se lo ricordava.
Un tempo per le belle signore – anche per quelle impegnate in politica – cera un certo tatto, un certo stile, certi modi eleganti. Oggi, invece