Una indipendentista per Sala d’Ercole: “Giù le mani dalla Statuto siciliano”

Arde sotto la cenere, in Sicilia, il fuoco dell’indipendentismo. E fa sempre più proseliti. Dinnanzi ad uno Stato centrale sempre più lontano e sempre più nemico delle regioni (dai tagli forsennati, al dietrofront sul federalismo) sono tanti i siciliani che si stanno avvicinando alla causa. E sempre più sono le donne. E’ il caso, ad esempio, di Cettina Foti, candidata all’Ars nelle liste del Partito dei siciliani-Mpa. “Una indipendentista della nuova guardia” la definiscono i movimenti siciliani  tradizionali che in questa competizione elettorale saranno rappresentati in varie liste.

Della nuova guardia, ma non per questo meno determinata. Molti di voi, la ricorderanno per la sua apparizione alla trasmissione “Quinta colonna” nella puntata dedicata al massacro della Sicilia  e della sua storia. Lei non le ha mandate a dire. Per nulla intimidita dall’ambiente ostile ne ha dette di tutti i colori a chi, strumentalmente, attribuiva allo Statuto, i mali della Sicilia e a chi offendeva i siciliani.

E, oggi, quella di Cettina Foti, è una delle poche voci che si sta levando in difesa dello Statuto autonomistico, finito nel mirino del governo Monti che vuole togliere poteri alle regioni per ridarle allo Stato centrale (il che equivarrebbe ad affidare la pecora al lupo). La candidata indipendentista, secondo la quale “solo un’applicazione integrale dello Statuto siciliano potrà condurre all’Indipendenza”, spiega così l’attacco alla nostra regione:

Faccio parte del tavolo tecnico, voluto dall’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, che prepara i lavori per la Commissione paritetica Stato- Regione e per  l’applicazione del Federalismo fiscale e so bene che la piattaforma presentata a fine maggio sull’attuazione degli art. 36, 37 e 38 non è proprio andata a genio.

Lo Stato – aggiunge Foti- non consentirà mai che la Sicilia attui il suo Statuto, vogliono continuare a coltivare il loro feudo a tenerci sudditi, schiavi. Vengono, prendono i nostri voti per continuare a schiacciare la nostra terra e se ne vanno continuando indisturbati a massacrare i siciliani e a prendersi le loro risorse.  Quando ho fatto il blitz alla trasmissione ‘Quinta Colonna’ l’ho fatto perché mi sono stancata di sentirmi dire che i siciliani siamo tutti parassiti e mafiosi e che l’Italia ci sostiene.

Le notizie di questi giorni dimostrano che episodi di mala politica accadono ovunque. Che in Lombardia ci sono quelli che chiedono voti alla mafia, che ci sono quelli che sprecano i soldi pubblici. Se queste notizie avessero riguardato la Sicilia, ci avrebbero messo alla gogna molto più di quanto stiano facendo con la Lombardia o le altre regioni. Avrebbero chiamato i giornali internazionali per buttare fango sulla nostra terra agli occhi del mondo.

Per tornare all’attacco allo Statuto: non permetteremo che lo si tocchi e lo difenderemo con le unghie e con i denti– sottolinea la candidata. Che aggiunge: “Mi sembra strano che il candidato alla presidenza della Regione del polo Autonomista (Gianfranco Miccichè, ndr) non abbia ancora rilasciato dichiarazioni sul tema.

Ci sono però quelle i rilasciate dal senatore, Giovanni Pistorio, il quale  ha detto chiaramente che, che se il governo nazionale prova a distruggere lo Statuto, l’unica alternativa sarà l’Indipendenza. Condivido in pieno, e la battaglia indipendentista è uno dei punti del mio programma la cui filosofia è: la Sicilia e le sue risorse ai siciliani.

La nostra terra- chiosa Cettina Foti- ha bisogno di svegliarsi, sto incontrando tanta gente in questo periodo e mi sono resa conto che moltissimi non sanno nemmeno cosa sia lo Statuto.  Di chi è la colpa? Di chi  negli anni passati (fino a 4 anni fa non si parlava minimamente di statuto) ha voluto dimenticare che abbiamo una carta costituzionale che ci consente di essere un popolo ricco e sopratutto libero. Quindi giù le mai dalla Sicilia e dallo Statuto”.

Tanta passione civile di cui la politica ha sicuramente un gran bisogno. Peccato che, ancora oggi, non si riesca ad unificare tutti i movimenti che aspirano all’Indipendenza della Sicilia e che, insieme, costituirebbero una forza non indifferente.                                 A. S.

 

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