Formazione, parliamo degli Sportelli Multifunzionali

Non circola alcun flusso finanziario alla Regione siciliana. Il governo del trasformismo e dell’autonomia tradita a suon di inchini alla padrona Roma, ci è riuscito. La Sicilia è incapace di disporre della propria liquidità, delle somme nelle ‘casse’ regionali. Come la chiamate questa situazione se non default? Uno stallo che inchioda tutti i settori.

Sicuramente è quello che accade sia negli Interventi Formativi, sia nei Servizi Formativi (Sportelli Multifunzionali). Che l’Avviso 20/2011 sia divenuto una sorta di catastrofe abbattutasi sugli oltre 7.300 operatori della formazione professionale, non vi è dubbio. Ma il governo regionale guidato dal dimissionario, si fa per dire, Raffaele Lombardo, è riuscito anche a tenere senza stipendi gli operatori degli Sportelli Multifunzionali.

Si tratta di poco meno di 2.000 operatori specializzati che esplicano un servizio essenziale presso gli uffici periferici del dipartimento Lavoro. E questa volta non c’entra la creatività del super tecnico Ludovico Albert, proprio no. Agli onori della cronaca spunta una dichiarata incapacità di riorganizzazione degli uffici.

Lombardo ha fortemente voluto la chiusura dell’Agenzia regionale per l’impiego. Sapeva a cosa andava incontro, cioè al trasferimento di funzioni e personale presso il dipartimento Lavoro. Ebbene, pur essendo consapevole di tutto ciò, ancora oggi si discute su come realizzare questa colossale opera: la fusione tra Agenzia e dipartimento Lavoro. Il risultato? Tutto fermo, tutto a rilento e per gli operatori degli Sportelli Multifunzionali, un tempo gestiti dall’Agenzia, un ritardo nei pagamenti da otto a 10 mensilità.

Cosa c’entra tutto ciò? Proviamo a fare un ragionamento. E per meglio far comprendere lo stato dell’arte sull’argomento, riportiamo la dichiarazione rilasciata dalla Uil Scuola/Formazione professionale sulla incredibile vicenda.

“Se dopo la fusione tra l’Agenzia per l’Impiego e dipartimento Lavoro, la riorganizzazione degli uffici non è pronta, il dirigente generale trovi il rimedio per assicurare che le validazioni non si interrompano (altre 10 sono pronte in attesa di firma) perché con loro si interrompe anche il flusso finanziario e quindi l’erogazione degli stipendi ai lavoratori. Oggi abbiamo per l’ennesima volta sollecitato la definizione del calendario delle rendicontazioni. L’ipotesi di lavoro è che le verifiche si possano concludere entro il mese di ottobre. Ciò consentirebbe di sbloccare il 20% del finanziamento della prima annualità e dunque il pagamento delle mensilità maturate e non pagate. La procedura deve essere posta in essere e conclusa velocemente, perché i lavoratori, che hanno eroicamente assicurato il servizio a tanti cittadini siciliani, dopo 8/10 mesi di attesa degli stipendi, non possono continuare a pagare per scelte scellerate del Governo regionale che sul piano tecnico hanno portato solo complicazioni e confusione e che non hanno di certo accelerato la certificazione della spesa a valere sul Fse.”.

Veramente paradossale che accada questo. Ed è ancora più incredibile che succeda nell’assordante silenzio dell’Amministrazione Attiva. Tanto ci sono le elezioni regionali alle porte e quindi si può rinviare ogni cosa a dopo. Assurdo, in questo momento, anche a causa dell’atavica incapacità di spesa del Governo regionale, i maggiori responsabili Lombardo e Gaetano Armao (assessore regionale all’Economia), sono bloccate tutte le spese. Una Sicilia fallita ancora prima di dichiarare fallimento.

Sulla delicata vicenda che interessa gli Sportelli Multifunzionali approfondiamo il funzionamento del settore pubblicando una lettera pervenuta in redazione da un operatrice del settore. (a sinistra, foto tratta da sicilia.anfe.it)

Egr. Direttore,

vorrei provare, se me lo permette, a spiegare succintamente a lei ed ai suoi lettori cosa sono gli Sportelli Multifunzionali (S.M.) e, se riesco a convincerla, ad avere il suo sostegno contro la discriminazione messa in atto nei confronti degli operatori degli S.M. Il D.lgs. 21 aprile 2000, n.181 ed il successivo D.lgs. 19 dicembre 2002, n.297, in ottemperanza alle norme comunitarie in materia di collocamento al lavoro assegnano ai Servizi per l’Impiego la presa in carico dei disoccupati o di chi è in cerca di lavoro. Inoltre, dispongono che a costoro debbono essere forniti servizi di orientamento professionale, formazione e accompagnamento al lavoro. Questi servizi nella Regione Sicilia dovrebbero essere offerti dai Centri per l’Impiego (C.P.I.) direttamente e per il tramite degli S.M.. Direttamente i C.P.I. accolgono l’utenza e ricevono la “domanda di disponibilità al lavoro“. Successivamente e dopo aver “consegnato“ l’utente agli operatori degli S.M. per l’orientamento professionale dovrebbero riprenderlo in carico per fargli un’offerta lavorativa congrua. Così però non è perché i dipendenti dei C.P.I. si limitano a ricevere la domanda di disponibilità mentre tutto il resto viene di fatto demandato agli operatori degli S.M.. Operatori che, pur nelle difficoltà del mercato siciliano, dopo avere sottoposto i disoccupati ad orientamento, aiutano gli utenti nella stesura dei curricula e nella ricerca di lavoro. E’ una fase che si attiva dopo aver sentito l’utente “ orientato ed avviato. Fase di lavoro esplicata dallo Sportello che haimé non è, salvo pochi casi, rendicontabile. Non è compito degli operatori degli S.M. fare gli ispettori del lavoro! Il compito di controllo ispettivo è dei Servizi Uffici Provinciali del Lavoro (SUPL) e dei C.P.I.. Strutture periferiche del Dipartimento regionale lavoro che se funzionassero non sottrarrebbero agli operatori degli S.M. una fase lavorativa che non compete e non è rendicontabile. Fase che istituzionalmente, ripetiamolo è di competenza dei dipendenti dei C.P.I.. Ma chi sono gli operatori degli S.M.? Sono ex formatori che dal 1996 in poi, attraverso selezione su basi concorsuali con prove scritte e orali, sono stati ammessi a dei corsi di formazione e riqualificazione, con esami finali, per ricoprire figure specialistiche. Si tratta delle figure previste dal Modello Ideatipoco ISFOL e sono: orientatore, integratore, progettista, tutor. Tutti soggetti che per ricoprire il ruolo che svolgono hanno sostenuto un concorso e relativo percorso formativo. Chi sono i dipendenti dei C.P.I.? Nella maggioranza dipendenti assunti con la ex legge 1° giugno 1977, n.285 e sue applicazioni o leggi regionali analoghe e gli ex LSU. Tutti soggetti che non sono stati assunti nella Pubblica Amministrazione (P.A.) con concorso, pubblico o meno che sia, ma solo con contratti di lavoro a termine. Soggetti transitati attraverso progetti spesso futili e voluti dalla politica e poi fatti filtrare in lavori socialmente utili (Lsu), prorogati di anno in anno. Oggi la politica, quella per intenderci con la “p” minuscola, non a caso ha manifestato più volte l’intendimento di stabilizzare questi, come altre categorie nel frattempo nate dal clientelismo, lavoratori. Dopo tanti anni sono d’accordo anch’io che bisogna trovare una soluzione dignitosa. Ma mi chiedo e Vi chiedo è corretto che ciò avvenga a danno degli operatori degli S.M.? E’ corretto che lavoratori selezionati mediante concorso e formati per svolgere attività proprie dei C.P.I siano fuori dagli organici degli uffici periferici della Regione siciliana?. A cosa sono valsi gli accordi siglati, come il “Protocollo d’intesa“ sottoscritto nell’ottobre del 1998, tra il Presidente pro tempore della Regione Siciliana le Organizzazioni Sindacali ed Associazione degli Enti di formazione. Accordo che ha sancito l’avvio di una fase di breve sperimentazione presso gli Uffici di collocamento detti S.C.I.C.A., (così si chiamavano prima della riforma). Mi riferisco al progetto “ INFO-ORIENT” svolto nel 1999 che avrebbe dovuto sfornare un personale specializzato da far transitare presso dal sistema della formazione professionale agli S.C.I.C.A.. E invece, contrordine. Il personale specializzato è stato innestato negli istituiti Sportelli Multifunzionali. Quindi sono stati riassegnati agli enti di formazione di appartenenza. E’ corretto che soggetti senza la cui opera i C.P.I. sono delle mere scatole vuote rischino il posto di lavoro con enorme danno erariale per la Regione se si tiene conto che la loro formazione è costata alla Regione decine di miliardi delle vecchie lire? Le pongo caro Direttore il seguente quesito. E per calzarlo alla “sua realtà” La invito a paragonare come se lei nella sua struttura giornalistica, oltre i capo redattori, avesse a contratto prorogato di anno in anno gli uscieri e i tipografi, mentre paga interamente – anche se per il tramite di altri “ piccoli editori” che vivono esclusivamente delle sue rimesse – i giornalisti che, con soldi suoi, dopo averli selezionati mediante concorso tra gli iscritti all’albo dei giornalisti siciliani, ha poi formato opportunamente, con notevoli investimenti economici, in base alla sua linea editoriale. Dovendo stabilizzare i suoi dipendenti che fine farebbe fare ai giornalisti da lei formati e su cui ha investito ingenti somme? Lei butterebbe a mare le ingenti somme nel tempo investite per la loro formazione?

 

 

Deila Caruso


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