Racalmuto, la rivolta contro le tasse

da Salvatore Petrotto
ex Sindaco di Racalmuto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Se per Leonardo Sciascia la Sicilia era la metafora della vita, il paese del grande scrittore siciliano – Racalmuto – rischia di diventare l’esempio di quello che sta per succedere in Sicilia grazie a una classe politica che ha portato la nostra Regione al dissesto finanziario non dichiarato.

A Racalmuto i commissari inviati dal Ministero dell’Interno dopo un discutibile scioglimento per delle presunte infiltrazioni mafiose stanno riempendo i cittadini di tasse. Un massacro. Tanto che la gente non ne è può più e ha avviato una raccolta di firme per dire un grande “no” a questa odiosa ondata di tasse. (a destra, foto tratta da libreriagiorni.it)

La tassa sui rifiuti aumentata, di botto, del 78 per cento, record nazionale! L’Imu al 10,67 per mille, il massimo che si poteva applicare! L’addizionale Irpef è aumentata del 400 per cento, dal 2 all’otto per mille! I diritti di segreteria, anche per il rilascio di un semplice certificato o una semplice autorizzazione, oscillano tra 70 e 1500 euro!

Mentre scriviamo, al mercato settimanale tutto il paese si sta adoperando per raccogliere le bollette dei rifiuti per farne un bel falò! Tutti quanti si sono mobilitati a raccogliere firme, a fare petizioni, persino gli esponenti di un partito, l’Udc, che in materia di Ato rifiuti ed Ato idrico ha creato l’attuale sfascio in Sicilia, con il suo più autorevole rappresentante, l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro!

Adesso se ne sono accorti tutti che lo Stato, a Racalmuto, soltanto negli ultimi due anni, ha tagliato quasi due milioni di euro di trasferimenti. E che i commissari inviati dal Governo Monti, che ha tagliato i viveri ai cittadini ed al Comune di Racalmuto, stanno rastrellando a più non posso tasse a destra ed a manca. Al punto di far raggiungere a Racalmuto il record nazionale in materia di aumento di tasse comunali!

Qualcuno vorrebbe speculare sulla vicenda, dicendo che è colpa di chi ha preceduto questi illustri rappresentanti del Governo nazionale, di stanza a Racalmuto.

Altro che paese della Ragione! Racalmuto è diventato il paese delle tasse più alte d’Italia. E tutto è avvenuto senza giustificati motivi.

La situazione economica del Comune è infatti di gran lunga migliore rispetto alla stragrande maggioranza dei altri comuni siciliani. Eppure i racalmutesi sono costretti a subire questa insopportabile punizione. Resisteranno?

Crediamo di no, la rivolta è partita!

 

Nota a margine

Quello che succede a Racalmuto è solo l’inizio di quello che potrebbe succedere in Sicilia. E non è un caso che a massacrare i cittadini di questo centro dell’Agrigetino – simbolo un tempo della ‘Regione’, in onore di un suo illustre cittadino, Leonardo Sciascia – siano proprio i commissari del Governo Monti: il Governo, questo non finiremo mai di ripeterlo, sostenuto dal Pd, dal Pdl e dall’Udc.

Qual è il messaggio che Monti, con i suoi commissari inviati a Racalmuto, sta lanciando alla politica siciliana? Semplice: Siete in crisi finanziaria? Bene. Lo Stato non vi darà nulla. Ieri vi abbiamo dato 5 milioni di euro per Palermo, giusto per pagare i mille e 800 e passa dipendenti della Gesip. Ma sappiate che, d’ora in poi, i soldi dovete trovarli da voi.

Come? Come siamo facendo noi a Racalmuto, dove, con la scusa della mafia, ci siamo sostituiti alla legittima amministrazione comunale: aumentando le tasse comunali. Per i siciliani, una doppia fregatura: non solo un’imposizione fiscale che, nel nostro Paese, sfiora il 50 per cento; adesso anche l’aumento spaventoso della tasse comunali.

Il messaggio è chiaro: i debiti contratti dalla politica siciliana sono a carico degli stessi siciliani: saranno i cittadini, con l’aumento delle tasse comunali, a pagare per tutti.

A Racalmuto, però, la gente sta reagendo. Sta scendendo in piazza contro i commissari di Monti. Si parla di un grande falò di tutte le bollette che il Comune di Racalmuto, in queste ultime settimane, si è premurato di inviare ai cittadini. Non possiamo che essere d’accordo con gli abitanti di Racalmuto: è arrivato il momento di scendere in piazza per fare alere i propri diritti contro un governo nazionale che penalizza i deboli.

Ieri, sui giornali dell’Isola, campeggiava la figura dell’assessore regionale all’Economia di un governo dimissionario, Gaetano Armao, che lamentava l’impossibilità di corrispondere l’ultima parte delle risorse finanziarie che, ogni anno, la Regione versa ai Comuni, circa 200 milioni di euro.

Armao parlava come se lui, il Governo del quale fa parte e l’Ars non fossero i responsabili di tutto quello che sta succedendo ai Comuni siciliani.

Il nostro giornale, da ben dieci mesi, lancia l’allarme sul possibile dissesto finanziario dei Comun dell’Isola. Ed esattamente da quando, lo scorso novembre, abbiamo letto la nota del Servizio Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana.

Già nel novembre dello scorso anno i tecnici del Servizio Bilancio dell’Ars segnalavano l’insufficiente appostamento finanziario in favore dei Comuni. A fronte di questo allarme, il Governo Lombardo si prendeva 4 mesi di tempo per ‘riflettere’.Per poi far approvare dall’Ars, ad aprile, una manovra (falcidiata, come si ricorderà, dal commissario dello Stato: oltre 80 norme impugnate: un record) che confermava i tagli ai Comuni. Mantenendo in piedii fondi per spese clienletali, a cominciare dalla tabella H (ma non solo).

Con quale faccia, oggi, l’assessore Armao lancia l’allarme per i Comuni? Forse gli è ‘sfuggita’ la nota del Servizio Bilancio del novembre scorso?

E che dire dell’atteggiamento del Governo Lombardo rispetto ai disastri finanziari provocati dalla gestione di acqua e rifiuti?

Va detto, una buona volta e per tutte, che i disastri finanziari della maggior parte Comuni siciliani non sono stati provocati dai precari: precari che, fino ad oggi, in massima parte, ha pagato la Regione. I disastri finanziari ai Comuni sono stati provocati dalle gestioni banditesche di acqua e rifiuti avallate dal Governo regionale e da tutte le altre autorità.

In alcuni casi al mangia mangia a danno dei Comuni hanno partecipato, da protagonisti, alcuni ‘Professionisti dell’antimafia’. E’ per questo che questi banditi che stanno spolpando i Comuni non possono essere toccati? Perché i soldi finiscono nelle tasche dei ‘Professinisti dell’Antimafia’?

p.s.

il dramma per i 22 mila precari della Regione esploderà a gennaio, quando la politica scoprirà – così come ieri Armao ha ‘scoperto’ i problemi finanziari dei Comuni – che non ci saranno più le condizioni economiche e giuridiche per ulteriori proroghe.

g.a. 

 


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