Per carità: grande rispetto per l'indagine di demopolis. Detto questo, a noi il sondaggio non convince. Almeno in alcuni punti. Vediamoli.
Un sondaggio che a noi non convince
Per carità: grande rispetto per l’indagine di Demopolis. Detto questo, a noi il sondaggio non convince. Almeno in alcuni punti. Vediamoli.
Il sondaggio, a nostro avviso, coglie bene l’aria che si respira oggi in Sicilia rispetto alla politica: il disgusto. l’esempio lo ha fornito il finale di questa legislatura. Benché solennemente promessi, non sono stati trovati i soldi – appena 43 milioni di euro – per i trasporti dei rifiuti e delle merci pericolose negli arcipelaghi (detti altrimenti isole minori), per i dissalatori, di Lipari e Ustica, per il trasporto locale, per l’Ast (Azienda trasporti siciliani) e per i 22 mila precari degli Enti locali.
Tutto quest avviane mentre la stessa Regione paga ogni mese centinaia e centinaia di consulenti e mentre è rimasta sostanzialmente in piedi la ‘mitica’ tabella H. Già tagliando una parte di queste spese rigorosamente improduttive 43milioni di euro si sarebbero trovati con facilità. Per non parlare dei possibili interventi su altri capitoli del bilancio. Ma questo significava sbaraccare clientele.
Ma per la politica siciliana le clientele vengono prima delle esigenze legittime dei cittadini: da qui l’insofferenza dei siciliani per la politica. E la voglia di disertare le urne. Su questo punto, lo ripetiamo, analisi ineccepibile.
I ‘numeri’ di Demopolis, invece, non ci convincono. Per due motivi. In primo luogo – e questo, in realtà, lo ammette anche l’autore dello studio – perché non si conoscono ancora tutti i nomi dei candidati alla presidenza della Regione. certo, per ora se ne contano una decina, ma quando i due schieramenti – centrodestra e centrosinistra – troveranno la ‘quadra’ il numero è destinato a ridursi. E, a quel punto, con i candidati ‘veri’ in pista, bisognerà calcolare l’effetto trascinamento sulle liste.
In secondo luogo, non ci convincono le percentuali assegnate ai partiti. In questa fase l’Mpa -16% – è avvantaggiato perché gli altri grandi e medi partiti non hanno ancora trovato le rispettive sintesi politiche. Cioè i candidati comuni. Quando questo avverrà – se avverrà – l’ ‘appetibilità’ del Movimento per l’Autonomia si ridurrà.
Il sondaggio, semmai, dà un’indicazione – anche se indiretta – su un punto importante: da qui a ottobre l’interesse degli elettori verso l’Mpa è destinato a ridursi, mentre dovrebbe crescere l’interesse verso i due poli – centrodestra e centrosinistra – specie se arriveranno a candidature comuni. Che significa questo?
Semplice: che il presidente della Regione e leader dell’Mpa, Raffaele Lombardo – visto che il tempo gioca a suo sfavore – potrebbe bruciare le tappe e anticipare la data delle elezioni. Del resto, la legge recita che le elezioni per l’elezione del nuovo presidente e per il rinnovo dell’Ars debbono essere celebrate “ento” 90 giorni. Quindi…
Il sondaggio dà il Pd siciliano al secondo posto, con il 15,2 per cento. Tre punti percentuali in meno rispetto alle regionali del 2008.
Il dato che non ci convince affatto è Italia dei Valori sotto il 5 per cento dei consensi. E’ chiaro che il Partito di Di Pietro, che in Sicilia ha come leader il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, non potrà ripetere il risultato ottenuto alle elezioni comunali del capoluogo siciliano. Ma un risultato sotto il 5 per cento ci sembra una valutazione ben al di sotto delle possibilità. Soprattutto alla luce della crisi del Pd.
Non solo. Con molta probabilità, il sondaggio su Itala dei Valori riflette l’indecisione di Leoluca Orlando, che sulle elezioni regionali, non ha ancora deciso cosa ‘cosa fare da grande’: alcuni lo danno sponsor di Bernardo Mattarella insieme con una parte del Pd e con l’Udc; altri sponsor di Sergio D’Antoni, sempre con una parte del Pd e con l’Udc. Due possibili soluzioni di stampo tardo democristiano che buona parte dell’elettorato di Italia dei Valori non sembra digerire.
C’è chi vede, ad esempio, un’alleanza tra Italia dei Valori, Sel di Vendola e Federazione della Sinistra (questi due partiti uniti in una stessa lista), più una parte del Pd siciliano e qualche altra forza politica. Con un candidato alla presidenza della Regione riconoscibile dall’elettorato di Sinistra. Una simile alleanza toglierebbe voti al Pd (soprattutto voti di lista) e, forse, in presenza di cinque o sei candidati, potrebbe rsultare anche vincente nella corsa alla presidenza della Regione.
Dunque, se Sel e Federazione della Sinistra non commetteranno l’errore di presentarsi divisi, il Pd siciliano perderà voti e seggi (soprattutto seggi). E il 15,2 per cento calcolato da Demopolis potrebbe scendere.
Tutto sommato giusta la previsione su Grande Sud 8oltre 7 per cento dei consensi). Anche se non può essere esclusa a priori – nel caso di un unico candidato di centrodestra – una sola lista del centrodestra che metterebbe tutti al sicuro.
Non ci stupisce il 9,5 per cento del Movimento 5 Stelle. Il risultato delle comunali di Palermo non fa testo. Diciamo – volendo essere buon – che nello spoglio delle schede del Consiglio comunale c’è stata un po’ di ‘confusione’.