Guerriere siciliane contro il Muos

Chi sono le donne siciliane che ieri, nella sala gialla dell’Ars, hanno annunciato la nascita di un movimento delle donne contro il sistema politico attuale? LinkSicilia è andata alla scoperta di questo universo femminile variegato ed appassionato. Tenuto insieme da un unico obiettivo: ridare un futuro alla Sicilia, strapparla dagli artigli della partitocrazia, salvarla  dall’abisso in cui sta sprofondando a causa della mala politica e di un rapporto squilibrato con lo Stato che tradisce i dettami dello Statuto Speciale e della Costituzione italiana (che lo ha inglobato).

Ognuna di loro ha alle spalle una storia fatta di impegno civile e di battaglie in difesa del territorio o dei diritti civili.  Sono tante, sono ‘guerriere’ senza armi che combattono al di fuori dei clamori mediatici, spesso nell’ombra, ma con una costanza ed una determinazione che è tipica delle donne. Ogni giorno, contro le storture di un sistema che ha reso la Sicilia la regione più povera e sgangherata d’Italia.,

La più famosa è sicuramente Rossella Accardo, candidata a sindaco di Palermo alle ultime amministrative del capoluogo siciliano, e molto conosciuta per i fatti tragici che hanno colpito la sua famiglia (è la madre di Stefano  Maiorana, il ragazzo scomparso insieme con il padre, imprenditore edile).  Ma al di là dei fatti personali, lei rivendica una cultura ‘sicilianista’ formata all’ombra di Pippo Scianò, carismatico leader del Fns, il Fronte nazionale per l’indipendenza della Sicilia.

E le altre? Nel nascente movimento ci sono sicuramente seguaci del progetto federalista di una Sicilia libera dalle segreterie romane, del professor Massimo Costa e ci sono donne particolarmente concentrate sul tema delle pari opportunità. Ma non solo. Ci sono anche donne impegnate in prima persona in battaglie che toccano i fili dell’alta tensione.  Come le due rappresentanti del Comitato no Muos di Catania, Daniela Giuffrida (collaboratrice di questo giornale) e Manuela Lavore.  A Daniela chiediamo di spiegare ai lettori di LinkSicilia i motivi di una opposizione così  netta ad un progetto ‘di sua maestà l’America’.

Cosa avete contro il Muos?

Vorrei prima di tutto ricordare cosa sia il M.U.O.S. Il Mobile User Objective Sistem altro non è che uno dei quattro terminali terrestri di un sistema di telecomunicazioni satellitari, formato da due torri radio alte 149 metri e da tre “parabole” di 18,4 m. di diametro. E’ uno strumento di guerra assai costoso che serve a collegare le truppe e i mezzi di terra, di mare e di cielo, delle forze militari degli USA. Serve inoltre al movimento dei “droni”, aerei militari di ultima generazione senza pilota. La difesa degli Stati Uniti sta installando questo miracolo della scienza e della tecnica, all’ interno della riserva naturale “Sughereta” di Niscemi, a due passi dal futuro aeroporto di Comiso. Vorrei ricordare che la “sughereta” è un area protetta di Interesse Comunitario (SIC) Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS). Come dire che se io, minuscolo cittadino di passaggio nella zona, mi dovessi azzardare a “raccogliere” un pezzo di sughero da un albero…. quanto meno mi vedrei addosso la guardia nazionale!
Cos’abbiamo contro il Muos? Il MUOS rappresenta l’elogio della follia della guerra, l’estrema profanazione del paesaggio e dell’ambiente ed un insulto alla salute e all’incolumità del popolo siciliano….. I suoi potenti campi elettromagnetici, sono potenzialmente dannosi per la salute dell’uomo e della fauna…..e, una volta in funzione, andranno ad aggiungersi alle onde elettromagnetiche delle altre 47 antenne installate all’interno della stessa “Sughereta” che, già da vent’anni, stanno ammorbando l’area del ragusano, del Calatino e non solo…. Ricordiamo che il MUOS avrà un raggio d’azione di 150 Km e che, per tanto, coprirà tutta la Sicilia, in misura diversa man mano che ci si allontana dalla sughereta. Ovviamente, verso sud, le sue “onde” arriveranno fino a Malta… sarebbe curioso sapere se i Maltesi sono a conoscenza di questa cosa..

Come si sono poste le istituzioni siciliane dinnanzi a questo progetto?

L’iter autorizzativo del progetto Muos comincia nel 2007, come prescritto da normativa, con il coinvolgimento degli enti locali e le valutazioni dell’incidenza dell’opera sull’ambiente. Il comune rilascia il proprio Nulla Osta, insieme a quello dell’ente gestore della riserva a settembre del 2008 e subito scoppiano le proteste. Gli amministratori, sollecitati in tal senso, richiedono a dei tecnici, uno studio di approfondimento sulla valutazione d’incidenza ambientale presentata dalla Marina militare Usa. Intanto, l’assessore regionale al turismo e ambiente, del tempo, sollecita il Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio naturale (CRPPN) a richiedere maggiori chiarimenti sull’incidenza dei danni dell’elettromagnetismo nell’ambiente. Così nel dicembre 2008 l’ARPA colloca in contrada Ulmo quattro centraline idonee al monitoraggio dei campi elettromagnetici. A ottobre del 2009 i professionisti incaricati dai comuni presentano una relazione definendo la valutazione del progetto MUOS come “incompleta e di scarsa attendibilità”. Un mese e mezzo più tardi l’amministrazione comunale annulla l’autorizzazione rilasciata in precedenza.
Da qui in poi, non si hanno molte notizie. Nel 2009 hanno inizio i lavori con la movimentazione di terra e la preparazione delle piattaforme per l’installazione del Muos. Si risveglia la protesta e vengono coinvolti i sindaci e i consigli comunali delle città vicine.  La deputazione regionale viene coinvolta tramite interrogazione formale. Viene risposto che alla data del 19 marzo 2009 i lavori non sono ancora iniziati (falso) e che prima dell’avvio operativo del sistema saranno effettuate opportune verifiche da parte di un apposita commissione. Tutto prosegue e dal marzo 2009 il movimento di protesta si assopisce fino a quando ad agosto del 2011 il consiglio comunale di Niscemi organizza una seduta sul Muos, invitando il comitato dei sindaci
Intanto l’amministrazione di Niscemi ricorre al TAR, chiedendo la revoca dell’autorizzazione, e nell’ottobre 2011 incassa l’esito negativo del ricorso. Prosegue quindi presentando un ulteriore ricorso al CGA e ricevendo ancora una conferma del pronunciamento del TAR. Stavolta però con la sentenza del CGA pare che lo stesso solleciti il Tar ad esaminare al più presto il ricorso presentato dall’Amministrazione comunale di Niscemi, contenente gli approfondimenti di merito inerenti la relazione del Politecnico di Torino e la richiesta di annullamento dell’autorizzazione ai lavori Muos rilasciata dalla Regione tramite l’assessorato territorio ed ambiente.  Ma Lombardo e La Russa risolvono ben presto la questione stipulando un protocollo d’intesa. Lombardo s’impegna a “concludere positivamente” l’iter di approvazione e il 1 giugno 2011 il dirigente generale dell’assessorato regionale al territorio e ambiente, Giovanni Arnone firma l’autorizzazione. Il ministro La Russa, da parte sua, promette di adottare le “necessarie misure di mitigazione…” E’ notizia di queste ultime ore, che “dopo l’interrogazione europarlamentare, presentata a Bruxelles da Rosario Crocetta del Pd,i l’Ars ha approvato un ordine del giorno, a firma del deputato e segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo che prevede la revoca delle autorizzazioni per la costruzione del Muos. Una revoca che sa molto di “stratagemma elettorale” che puo’ valere molto politicamente ma che ha poca valenza istituzionale visto che, chi gestisce la ‘pratica’ Muos è il  è il governo nazionale.” Come dire che si divertono davvero tanto a prenderci per il……. naso….…

Ma che speranze avete contro un interesse Usa?

Vista l’ubicazione delle altre tre installazioni (Hawai, Virginia e Australia), tutto fa’ pensare al quarto pilastro di un possibile “scudo nucleare”… mi viene da pensare anche a cosa si stiano inventando i “signori della guerra” per tutelare i propri interessi a discapito della nostra gente e della nostra Isola. Inutile dire che in un Mediterraneo pressato dai paesi caldi del Nord Africa (la Libia è un “problema” di pochi mesi fa…l’Israele, il Libano e il Medio Oriente in generale…) un sistema di “controllo dati”, mezzi e quant’altro tornerebbe davvero comodo….. Fantasie? Speriamo di si….anche perché se così fosse…La sughereta di Niscemi diventerebbe un “obiettivo” imprescindibile per chi voglia “offendere” i paesi della coalizione Nato e gli stessi USA.

 

Insomma, ci sono  speranze di bloccare questo progetto?  Non si sa. Ma difendersi non è un optional…

 

 

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