La ‘dieta’/ Formazione professionale, la ‘greppia’ è finita, andate in pace…

Dieci giorni fa, o giù di lì, sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana veniva pubblicato l’ormai ‘mitico’ Avviso 20 con il ‘visto’ della Sezione di controllo della Corte dei Conti. Leggendo l Gazzetta ci siamo accorti subito di un’anomalia: la magistratura contabile ha approvato soltanto la graduatoria degli Enti ammessi al finanziamento, ma non ha nemmeno preso in esame – e quindi non ha approvato – il mega-finanziamento di questo bando. Abbiamo segnalato subito l’anomalia, ma né le organizzazioni sindacali, né la politica siciliana – al gran completo interessata a questo bando – si sono accorti di nulla. Ora sia i responsabili sindacali, sia l’onorevole Francesco Scoma del Pdl scoprono che l’Avviso 20 è “carta staccia”.

In primo luogo una domanda: dovevano passare dieci giorni per capire che la registrazione dell’Avviso 20 – almeno allo stato attuale dell’arte – è una presa per i fondelli?

Di questa incredibile storia sarebbe bene dire tutta la verità. Fino in fondo. Va detto – e il nostro giornale l’ha scritto almeno una decina di volte – che la Corte dei Conti ha imposto un decreto per ogni ente di formazione che verrà finanziato. Morale: ci saranno tanti decreti quanti saranno gli enti finanziati.

Non è un gioco di parole. La novità – rispetto al passato – è che la Sezione di controllo della magistratura contabile verificherà, passo dopo passo, come verrà effettuata la spesa. Ciò significa che ai gestori degli enti verrà difficile, molto difficile, giustificare spese ‘gonfiate’ o ‘improprie’. O forniture ‘abbondanti’, se non fittizie. Quella che avrebbe dovuto essere una grande ‘offa’ rischia di diventare una trappola per partiti politici e sindacati.

Questa è la vera ‘rivoluzione’ nella formazione professionale siciliana siciliana: nessuno potrà più fare la ‘cresta’ sulle risorse finanziarie stanziate per la formazione. Scarpe ‘strette’ per tutti, insomma. Soprattutto per gli enti – che sono la maggioranza – riconducibili a partiti politici e organizzazioni sindacali. Una garanzia in più nel nome della legalità (era ora!) e, soprattutto, per l’Unione Europea che ci mette i soldi. Ricordiamo che, ormai,, visto che la Regione siciliana è in ‘bolletta’, la formazione professionale siciliana viene finanziata in buona parte con i fondi europei: per la precisione, con il Fondo sociale europeo Fse). E non si tratta di ‘spiccioli’, ma di 287 milioni di euro all’anno per tre anni.

Un secondo elemento che va chiarito – anche perché non lo abbiamo visto particolarmente ‘gettonato’ dai giornali – è il cofinanziamento da parte della Regione. La formazione professionale – contrariamente a quanto affermato in un primo momento dagli esponenti del Governo della Regione – non può essere finanziata per intero da Bruxelles. Per un principio semplice: perché i fondi europei non possono sostituirsi ai fondi ordinari di Stato e Regione. Ne consegue che, se la Regione non mette la propria parte di fondi, i corsi non potranno iniziare.

C’è, poi, un terzo elemento che vogliamo segnalare. E questo riguarda tutta la politica siciliana, di maggioranza e di opposizione (perché anche l’opposizione ‘bagna il becco” nel formazione). Per far registrare il decreto dell’Avviso 20 sono state esercitate forti pressioni sulla Sezione di controllo della Corte dei Conti. I governanti della Sicilia e certi alti burocrati, di fronte a chi – come il nostro giornale – poneva dubbi sulla corretta gestione di questo Avviso, gongolavano perché sapevano che, in un modo o nell’altro, l’Avviso sarebbe stato registrato.

Non pensavano, politici siciliani e alti burocrati, che la Corte dei Conti li avrebbe beffati. La ‘mega-raccomandazione’ romana è andata a buon fine, perché l’Avviso 20 è stato ‘vistato’ dalla Corte dei Conti. Ma si è trattato di una registrazione ‘a coda di topo’: la Sezione di controllo, infatti, come già ricordato, non ha approvato il decreto di finanziamento ‘a scatola chiusa’, per dirla con lo slogan pubblicitario di qualche anno fa.

La Corte dei Conti ha sì registrato il decreto, ma senza ‘piccioli’. Riservandosi di visionare, ed eventualmente approvare (o ‘bocciare’), i decreti di finanziamento, un per uno. E questa è la vera sconfitta della politica e dell’alta burocrazia. Una fregatura a trecentosessanta gradi. Ma anche la dimostrazione che la politica non controlla tutto. E, soprattutto, non controlla chi controllerà – questa volta in modo preciso – come verranno spesi i solidi per la formazione.

Sopra a destra, foto di Francesco Scoma tratta da hercole.it

 


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