Cambiare la legge sul voto di scambio con la mafia. Per colpire quei politici che, pur essendo stati appoggiati alle elezioni dagli uomini di 'cosa nostra', se la fanno franca perché la magistratura non riesce a dimostrare la restituzione del 'favore' da parte dello stesso politico. In pratica, oggi la situazione è la seguente: il candidato alle elezioni si mette d'accordo con i mafiosi, si prende i loro voti e la 'passa liscia', a meno che i pubblici ministeri non riescono a dimostrare che i mafiosi che gli hanno dato i voti non abbiamo ricevuto da lui un sostegno concreto. Una cosa, questa, difficile da dimostrare.
Voto di scambio con la mafia, cambiare la legge
Cambiare la legge sul voto di scambio con la mafia. Per colpire quei politici che, pur essendo stati appoggiati alle elezioni dagli uomini di ‘cosa nostra’, se la fanno franca perché la magistratura non riesce a dimostrare la restituzione del ‘favore’ da parte dello stesso politico. In pratica, oggi la situazione è la seguente: il candidato alle elezioni si mette d’accordo con i mafiosi, si prende i loro voti e la ‘passa liscia’, a meno che i pubblici ministeri non riescono a dimostrare che i mafiosi che gli hanno dato i voti non abbiamo ricevuto da lui un sostegno concreto. Una cosa, questa, difficile da dimostrare.
Da qui la proposta della fondazione Progetto e legalità in memoria di Paolo Borsellino che, in una lettera inviata al
Governo e al Parlamento, chiede di modificare la legge sul voto di scambio con la mafia. Una proposta sacrosanta – commenta l’eurodeputata Rita Borsellino – che consentirebbe di colpire con maggiore forza la zona grigia tra mafia e politica.
La richiesta è quella di applicare la pena prevista dal primo comma dell’articolo 416 bis del Codice penale anche a coloro che accettano lappoggio elettorale della criminalità organizzata a prescindere se le promesse vengano poi effettivamente mantenute.
A oggi – continua leurodeputata – il voto di scambio è punito solo se il magistrato riesce a dimostrare che chi ha ottenuto lappoggio elettorale abbia poi effettivamente restituito il favore, con denaro o in altro modo. Si tratta di unipotesi di reato che difficilmente può essere perseguita, come aveva fatto notare già ventanni fa Paolo Borsellino. La proposta della fondazione consentirebbe di colmare tale lacuna e rappresenterebbe un passo in avanti decisivo per recidere il rapporto tra mafia e politica e per difendere le istituzioni dalle infiltrazioni della criminalità organizzata. Per questo, non solo rilancio lappello della fondazione, ma mi farò portavoce di questa proposta anche in Europa.