Nel sottosuolo di Napoli e dintorni

Oggi voglio parlare di scrittura, di laboratori di scrittura creativa, di Napoli e di laboratori di promozione attraverso centri culturali, citando il “Chiaja Hotel de Charme”, dove vengono ospitate nel corso dell’anno eventi, mostre ed incontri culturali, unitamente al “Centro di Poesia”, che ha ricevuto il patrocinio morale della Facoltà di Lettere dell’Università Federico II di Napoli ed è un’associazione senza scopo di lucro coordinata per eventi artistici e letterari da Claudio Finelli.

Ed è proprio in questa cornice che è stato presentato “La paura della lince” scritto da Antonella Cilento già segnalata al Premio Calvino 1998 con il romanzo inedito “Ora d’aria”.

Tra le sue pubblicazioni possiamo ricordare “Il cielo capovolto”, “Una lunga notte”, “Non è il Paradiso”, “Neronapoletano”, ” L’amore, quello vero”, ” Napoli sul mare luccica”, “Nessun sogno finisce,” e “ Isole senza mare”.

Antonella Cilento collabora con «Il Mattino» , «L’Indice dei libri del mese », «Grazia» e conduce il Laboratorio di Scrittura “Lalineascritta” che ha ideato e fondato dal 1993 ed è diffuso in tutt’Italia. Ha vinto il Premio Tondelli con la sua tesi di laurea e conduce il laboratorio di scrittura creativa presso associazioni, librerie, scuole di ogni ordine e grado, formando insegnanti e studenti.

In “La paura della lince”, edito da Rogiosi, si articola un intreccio originato da rivelazioni ricevute dalla protagonista, Aida, da un uomo in fin di vita. Partono quindi così un susseguirsi di inquietudini alle quali la protagonista non riesce a sottrarsi. Aida ha una vita precaria lavorando al Castello di Baia come guida turistica. Ma il licenziamento ed un misterioso ed improvviso incendio con due morti e un quadro rinvenuto la consegnano a un’involontaria indagine.

Fra le strade di Napoli e i Campi Flegrei, prende corpo un mondo di personaggi obliqui e di false apparenze. L’azione si svolge un po’ per tutta Napoli, per i suoi dintorni e nel suo sottosuolo, ed il romanzo si esprime in toni al confine con il paranormale. Tutto in realtà è un gioco di apparenze dove quasi nulla è come appare, fintanto che un tormentoso passato, mai rimosso, torna a irrompere nella vita di chi gli ha resistito.

Ascoltando la Cilento scopriamo che senza esperienze alternative, come i laboratori di teatro, non sarebbe mai passata dal racconto al romanzo, avendo maturato nel teatro la capacità di tenere in piedi una improvvisazione di alcune ore confrontandosi con schemi e snodi narrativi. Riguardo al laboratorio di scrittura ci dice: “E’ bellissimo insegnare scrittura sia a chi questo moto non lo possiede e vuole fare palestra di lettura e di scrittura, sia a chi ha potenzialità che stanno per esprimersi. Insegnare, nel mio caso, rende felice quanto scrivere, perché imparo mentre insegno ed è come se continuassi a scrivere anche in aula”.

 


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