Moncada e Sgarbi contro l’antimafia parolaia

“Non intendevo offendere Salvatore Moncada. Gli chiedo scusa e non escludo, adesso che l’ho conosciuto, che potremo anche essere amici”. Lo ha affermato Vittorio Sgarbi, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi nella sede di Moncada Energy Group a Porto Empedocle che ha sancito la pace tra i due (vi abbiamo raccontato della lite in questo articolo).
Sgarbi ha quidi rivolto numerosi apprezzamenti sulle iniziative d’impresa e di legalità di Moncada ed ha ammesso di aver sbagliato nell’associare il nome di Moncada al sistema mafioso. “La mia posizione rispetto alla diffusione degli impianti eolici rimane immutata, tuttavia sono certo che Moncada abbia fatto tanto per la Sicilia in termini di sviluppo e che con la Fondazione Agireinsieme sta continuando ad esprimere la sua sensibilità e la sua intelligenza. La mia antipatia per le pale eoliche non esclude che io possa affiancarlo nelle sue iniziative culturali. Anzi, non vedo l’ora di potermi unire alla Fondazione, una realtà che mi affascina e che intende avviare iniziative utili per questa città”. E poi la botta a Confindustria Sicilia e a quella che per i due è una battaglia per la legalità di facciata : “Preferisco di gran lunga un Moncada nel pieno delle sue attività imprenditoriali, piuttosto che un Ivanhoe Lo Bello che ha costruito la sua identità attorno all’antimafia, ma di cui io non conosco ciò che ha fatto. Quando mi sono lasciato trascinare nell’animosità delle dichiarazioni contro l’eolico, ho fatto il nome di Moncada come uno degli esempi d’impresa nel campo delle energie rinnovabili, associandolo non ad una persona mafiosa, ma al concetto di mafia. Degli effetti di questo mio errore mi rendo conto solo ora. Non ero consapevole dell’entità del danno che avevo potuto procurare ad un’attività sana come quella di Moncada Energy”.
“Per chi vive in Sicilia – ha affermato Moncada – essere appellato come mafioso è pesante, soprattutto per chi ha deciso di fare scelte forti e intraprendere un percorso virtuoso, rischiando in prima persona la propria vita. Le parole di Sgarbi mi hanno fatto male e sono felice che abbia ammesso le sue responsabilità”. L’incontro si è concluso con l’adesione di Sgarbi alla Fondazione e una eloquente stretta di mano.


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