Salvatore Borsellino cittadino di S. Venerina «Ho sbagliato a lasciare questa terra»

Rimanere per cambiarla, amarla perché così com’è non ci piace. Questo il pensiero di Paolo Borsellino sulla Sicilia, la sua dichiarazione d’amore verso una terra nella quale sapeva che prima o poi sarebbe stato ucciso. A raccontarlo è stato, sabato pomeriggio a Santa Venerina, Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato assassinato nella strage di via D’Amelio. Borsellino ha ricevuto dalle mani del sindaco, Salvo Greco, e alla presenza dei consiglieri comunali, la cittadinanza onoraria del comune pedemontano: «Un riconoscimento – ha dichiarato il primo cittadino – che vuole omaggiare l’impegno nella ricerca della verità su una delle pagine più oscure e drammatiche della nostra storia».

Dopo l’ufficializzazione dell’iscrizione del suo nome nel registro dei cittadini onorari – inaugurato per l’occasione – Borsellino ha preso la parola, rivolgendosi al pubblico presente nella sala consiliare dedicata alla memoria di Maria Grazia Cutuli: «Sono profondamente emozionato – ha detto il fratello del magistrato ucciso nell’estate del ’92 – per essere diventato vostro concittadino. Io ho un grande debito verso mio fratello e la Sicilia. Andai via a 27 anni e questa cittadinanza in qualche maniera mi fa ritornare in una terra che ho abbandonato troppo presto, a differenza di mio fratello».

Le parole di Salvatore Borsellino fanno riferimento alla diversa scelta fatta dal fratello, Paolo, che volle rimanere a lavorare in Sicilia, pur sapendo dei rischi che correva, specialmente dopo l’omicidio di Giovanni Falcone: «Paolo credeva nei giovani. In loro vedeva la speranza. Anche nel giorno in cui venne ammazzato, anche quando oramai aveva capito che il suo destino era segnato, riuscì a scrivere in una lettera “sono ottimista”. Ecco, anche io ho riscoperto la speranza e l’ottimismo grazie ai giovani, anche a quelli di Santa Venerina che già anni fa mi accolsero con affetto. Per questo, spero, anzi vi prometto, che farò di tutto per meritarmi la cittadinanza».

Ma il momento più toccante nel discorso di Borsellino è stato quando ha ricordato una delle frasi che il fratello un giorno scrisse parlando della Sicilia: «Paolo, un giorno, disse “Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla”. Questo è – ha aggiunto il fratello del magistrato – il vero amore, quello che consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare. Io mi comportai diversamente: a me Palermo non piaceva e me ne andai, al Nord, per avere una nuova vita. Ma fu una scelta sbagliata e l’ho capito quando uccisero Paolo e quando mi sono ritrovato lì le stesse cose da cui ero fuggito. Per tutto ciò, sento di avere un immenso debito nei confronti di Paolo e della Sicilia, un debito che giorno dopo giorno, cercando la verità, cerco di ripagare». Un debito che negli anni si è trasformato in insegnamento ed esempio per tutti coloro che, giorno dopo giorno, continuano a credere nel riscatto di questa terra.


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