Si inaugura oggi - alle 19.30 alla Libreria Vicolo Stretto di via Santa Filomena - la mostra curata dall'associazione Arci etnea e dalla cipriota Polistiko Ergasteia che racconta la questione politico-culturale dell'isola. Il progetto, finanziato dall'Ue, «ha l'obiettivo di fornire un contributo alla costruzione della pace e alla diffusione della conoscenza del conflitto», precisa Margherita Carcione, tra le volontarie. Guarda le foto
ReCyproCity, in mostra la questione cipriota Tra fotografie e interviste degli attivisti
«Quando io e un gruppo di colleghi attivisti dell’Arci ci siamo recati a Nicosia, la capitale di Cipro, per un corso di formazione, siamo rimasti incredibilmente colpiti dal vedere concretamente la divisione politica e culturale che interessa l’isola». È da quell’esperienza – spiega la volontaria e attivista Margherita Carcione – che è nata l’idea di raccontare attraverso immagini fotografiche la cosiddetta questione cipriota. Il passo successivo è l’allestimento di una mostra, intitolata ReCyproCity, in esposizione contemporanea nelle due città che se ne sono occupate, Catania e Nicosia.
Il progetto ha visto la collaborazione di quattro giovani volontari dell’Arci Melquiades di Catania e altrettanti attivisti ciprioti dell’associazione Politistiko Ergastiri, «molto nota nel campo della condivisione della cultura nazionale, dell’attivismo cittadino e della mobilità giovanile», spiega Carcione. L’idea progettuale è piaciuta molto anche all’Unione Europea che ha deciso di finanziarla perché «ha l’obiettivo di fornire un contributo alla costruzione della pace e alla diffusione della conoscenza del conflitto», precisa la volontaria etnea dell’Arci.
I volontari catanesi e i colleghi ciprioti hanno scattato numerose fotografie che documentano la situazione in cui vive da quarant’anni l’isola a metà tra il Mediterraneo e il Medio Oriente e la popolazione, divisa tra turchi e greci. Gente impegnata in attività quotidiane, palazzi abbandonati, muri, fili spinati, bandiere e vegetazione ma anche i luoghi più simbolici dellisola, ricchi di evidenti segni di spaccatura come i check-points. E ancora Nicosia e Famagusta, la cosiddetta città fantasma.
Per raccontare il muro ideologico, culturale e politico che divide in due l’isola gli attivisti hanno realizzato anche delle interviste corredate da didascalie secondo la tecnica del photovoice, presto online sul sito – ancora in costruzione – del progetto. L’appuntamento inaugurale della mostra, intanto, è fissato per questa sera alle 19.30 presso la catanese Libreria Vicolo Stretto di via Santa Filomena.