La bestia nel cuore

Una sempre coinvolgente Giovanna Mezzogiorno (nei panni di Sabina), viene trascinata nella sua infanzia da un sogno rivelatore nel quale vede le immagini dell’abuso carnale inflittale dal padre. Al risveglio tutto è cambaiato: la sua vita diviene un costante tentativo di scoprire la verità sul suo passato.

Sabina tace sul tremendo sospetto che nutre sia con il compagno (Alessio Boni) che con la migliore amica cieca interpretata da una accuratissima Stefania Rocca, il cui affetto si spinge oltre la semplice amicizia per sfociare nell’omosessualità.

Il disperato viaggio in America dal fratello Daniele, il cui ruolo è stato  magistralmente rappresentato da Lugi Lo Cascio, si presenta come l’unica possibilità di rivelare ciò che si nasconde nell’anima della protagonista. Con sofferenza  e disperazione, il fratello guida Sabina nella sua infanzia, facendole ripercorrere quegli anni in cui entrambi venivano violentati dalla “bestia”, lo stesso uomo che dopo gli dava il bacio della buonanotte mentre la madre faceva finta di nulla in cucina.

Nello spettatore la tensione emotiva è sempre molto alta, grazie anche ad una regia dinamica ma che riesce a concentrare le giuste inquadrature nelle fasi più salienti dei dialoghi. Alla Finocchiaro viene lasciato il compito di smorzare un po’ l’atmosfera tramite delle battute ironiche che fanno puntualmente sorridere e distendere i tratti del viso.

Il tema dell’ incesto e delle sevizie sui bambini viene proposto attraverso il punto di vista dell’adulto, che deve costantemente confrontarsi con i drammatici risvolti che questo trauma comporta come la vergogna, ed il forte disagio psicologico nei confronti dei propri figli.

La regista-scrittrice Comencini getta luce su argomento difficile da trattare, riuscendo addirittura ad accaparrarsi un monito da parte della Chiesa Cattolica, che critica la sua visione della famiglia e l’amore saffico presenti nel film. Infondo però ciò di cui è difficile parlare, ciò di cui si tende a tacere, fa anch’esso parte della nostra vita, e di solito è la parte più vera che c’è in noi.


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