I partiti sono al lavoro per il 22 agosto, data entro la quale i nomi dei candidati dovranno essere formalmente presentati. Tanti non molleranno il proprio scranno ma nella partita peserà la riduzione del numero dei parlamentari
Verso le politiche, iniziano a definirsi liste centrodestra Effetto Schifani e il nodo della riconferma degli uscenti
Prendono forma le liste del centrodestra in Sicilia e tutto sembra ruotare intorno alla riconferma di tanti uscenti e alla rinuncia allo scranno di palazzo Madama dell’azzurro Renato Schifani. L’avvocato ed ex presidente del Senato, 72 anni, ha deciso di correre come candidato della coalizione del centrodestra alla guida della Regione. Passaggio che ha messo a posto diversi tasselli per la definizione delle liste per le Politiche del 25 settembre. Tornata sulla quale peserà comunque la riduzione del numero dei parlamentari da 630 a 400 seggi alla Camera dei deputati, da 315 a 200 seggi elettivi al Senato. Al posto dell’ex presidente del Senato sarà Gianfranco Miccichè, attuale presidente dell’Ars e commissario di Forza Italia nell’Isola, il capolista azzurro a palazzo Madama in un seggio blindato, ossia la circoscrizione Sicilia occidentale. Micciché aveva puntato sull’ex ministra siracusana del governo Berlusconi Stefania Prestigiacomo come candidata a palazzo d’Orleans innescando non poche tensioni con gli alleati di Lega e Fratelli d’Italia. Prestigiacomo adesso dovrebbe andare come capolista nella circoscrizione Sicilia orientale.
Posti sicuri in lista per l’attuale senatrice Gabriella Giammanco che dovrebbe avere un seggio nella circoscrizione Sicilia occidentale di Montecitorio, mentre la deputata Matilde Siracusano potrebbe essere confermata alla Camera a Messina. Anche Urania Papateu di Forza Italia potrebbe essere ricandidata, a palazzo Madama, nella circoscrizione Sicilia orientale. Ricandidatura pure per l’ex sottosegretario alla Difesa e attuale deputato Giorgio Mulè. Fratelli d’Italia è pronta a schierare in un collegio blindato Carolina Varchi. Quest’ultima è l’attuale vice del sindaco di Palermo Roberto Lagalla dopo avere fatto un passo di lato e avere rinunciato alla propria candidatura per Palazzo delle Aquile. Sempre più probabile la candidatura per Salvo Pogliese, coordinatore regionale del partito nella Sicilia orientale e ormai ex sindaco di Catania dopo le dimissioni – ieri è decaduta anche la giunta e si attende la nomina di un commissario da parte della Regione – dalla carica che ha occupato a ritmi alterni per la doppia sospensione per la legge Severino.
La Lega può contare su tre collegi maggioritari: due alla Camera e uno al Senato. Secondo i rumors l’uninominale a Montecitorio nel collegio di Catania, dovrebbe spettare a Valeria Sudano che in questo modo traslocherebbe da palazzo Madama. Per lei resta aperta anche la pista che porta alla candidatura, nel 2023, alle Amministrative del capoluogo etneo per il dopo Pogliese. Blindato anche il collegio di Siracusa-Ragusa al segretario regionale del Carroccio nell’Isola, Nino Minardo, che ieri ha annunciato l’ingresso nel partito del sindaco di Priolo Pippo Gianni e che è stato tra i nomi in lizza per il centrodestra a palazzo d’Orleans. Per il collegio maggioritario di Palermo a palazzo Madama, invece, viene dato in pole Francesco Scoma. Tra i big leghisti in campo figura l’ex ministra e avvocata di Matteo Salvini Giulia Bongiorno, che guiderà la lista al proporzionale del Senato. Alessandro Pagano, invece, dovrebbe correre come capolista, sempre nel plurinominale, nella circoscrizione Centro-Occidentale di Montecitorio. Ancora da capire cosa succederà nel Movimento per le Autonomie. Ieri Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione fino al 2012, ha detto chiaramente che gli autonomisti saranno federati, come da tradizione, con la Lega di Salvini. «Non è pertanto neppure pensabile che io – o chicchessia – mi sia rivolto a Fdi o ad altri per chiedere posti in lista», ha detto il leader autonomista.