Il presidente della Regione, all'indomani dell'annuncio delle dimissioni che inevitabilmente anticiperanno il nuovo voto, si toglie più di qualche sassolino dalle scarpe. Lo fa da Catania, mentre all'Assemblea regionale siciliana si tiene una seduta per cui mo
Musumeci attacca il centrodestra sulla mancata ricandidatura «Non vado bene perché catanese, coerente e senza processi»
«Perchè mi sono di dimesso su Facebook? Perchè l’Ars arriva dopo l’annuncio, è naturale. Io intanto devo comunicare al presidente dell’assemblea le mie dimissioni, poi è lui che deve convocare l’Ars». Prova a gettare acqua sul fuoco Nello Musumeci, all’indomani dell’annuncio del passo indietro dall’incarico di governatore. Una decisione che era nell’aria da giorni e che è arrivata via social network, ma soprattutto evitando sala d’Ercole, la sede dove secondo molti Musumeci si sarebbe dovuto presentare per congedarsi da palazzo d’Orleans e dai deputati che, non solo dai banchi dell’opposizione ma anche tra le fila della maggioranza, da un po’ di tempo a questa parte non gli hanno lesinato critiche e prese di distanza. Musumeci questa mattina ha parlato da Catania, in occasione dell’avvio del cantiere per la realizzazione dei nuovi uffici giudiziari di viale Africa, opera che sarà realizzata con fondi della Regione. Il tutto nelle ore in cui proprio all’Assemblea regionale siciliana si sta tenendo una seduta d’aula che inevitabilmente verte anche sul finale anticipato della legislatura.
«L’Ars non è mai stata convocata per le dimissioni del presidente della Regione, perché il presidente Miccichè non lo sapeva – ha proseguito Musumeci -. C’era una convocazione-comunicazioni ma non del presidente. Ne ho parlato con Miccichè, gli ho comunicato anche verbalmente la mia volontà di dimettermi, ha consultato i capigruppo, non ha ritenuto dovesse fare una seduta per le comunicazioni, se non seguita dal dibattito. Nella prassi delle esperienze precedenti sappiamo che non c’è stato dibattito, con Miccichè, quindi, abbiamo concordato di evitare la seduta dell’Aula». Il governatore ha poi ragionato sulla campagna elettorale che dovrà velocizzare i propri tempi, considerato che i siciliani torneranno alle urne il 25 settembre, per una tornata che vedrà i seggi aperti anche per le Politiche. «L’importante è che questo centrodestra sia unito per vincere e per non rovinare il tanto lavoro che in cinque anni è stato prodotto senza neanche un giorno di crisi. La coalizione – ha aggiunto Musumeci – deve eventualmente trovare un candidato che non sia catanese, perché una delle accusa è questa, che sono catanese; che non sia antipatico, perché pare che io sia antipatico; che non sia alto 1,85. Quindi qualcuno con una statura un po’ piu’ bassa, che non sia stato mai coerente idealmente, cioè che abbia fatto il saltabanchi, che abbia avuto problemi giudiziari, perché chi non li ha avuti non può fare il presidente della Regione».