Al centro resta il destino dell'ente camerale che ministero e Regione vorrebbero rimodulare. «Non ci interessano altre barzellette», dice in conferenza stampa il presidente dimissionario. Che, con l'occasione, chiarisce anche alcune polemiche mediatiche
Nodo Camera di commercio, si è dimesso Pietro Agen «Bloccati dalla politica. Da mesi vinciamo solo cause»
Un incontro con la stampa per annunciare le dimissioni da presidente della Camera di commercio del Sud-Est Sicilia. A lasciare è Pietro Agen, che continuerà a ricoprire l’incarico di vertice di Confcommercio Catania. Tra i presenti, nella saletta Platania di via Cappuccini, sede della Camera di commercio, l’amministratore delegato della Società Aeroporto Catania Nico Torrisi. «Le battaglie che dovevamo fare, ossia quella di ricostruire la direzione della Sac, le abbiamo vinte – spiega Agen ai giornalisti – A questo punto non ci interessa un altro mese e mezzo di barzellette e cause, perché permetterebbero a chi ha perso di far credere che ha vinto. Adesso Regione e governo decideranno cosa fare. Da domani lavoreremo per affrettare il rinnovo camerale e riprendere quello che qualcuno ha cercato, fallendo, di toglierci».
Riferimenti, quelli di Agen, alla separazione degli enti camerali con il divorzio di Siracusa e Ragusa da Catania e il passaggio delle prime due realtà con Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Nuova geografia rimasta, almeno per il momento, solo sulla carta. Ossia un emendamento al decreto ristori-bis presentato dall’ex ministra siracusana Stefania Prestigiacomo con il sostegno di Lega, Pd ed M5s. Per attuare il tutto il ministero per lo Sviluppo economico, con a capo Giancarlo Giorgetti, il 19 gennaio scorso aveva nominato tramite decreto due commissari. Figure che non sono mai entrate in funzione dopo una serie di ricorsi amministrativi, curati dall’avvocato Agatino Cariola, in cui sono emerse una serie di lacune nell’organizzazione delle nuove camere di commercio. I giudici hanno bacchettato ministero e Regione a più riprese. Prima per non avere formalmente istituito i nuovi enti, poi per non avere previsto nulla in ordine a successione e conferimenti di immobili e partecipazioni. Dopo il ricorso del Mise, con l’istanza di sospensione della sentenza del Tar che è stata respinta dal Consiglio di giustizia amministrativa, se ne riparlerà nell’udienza già fissata per il 15 dicembre.
«Qualcuno diceva che non abbiamo raggiunto gli obiettivi – aggiunge Agen – Avevamo tutto pronto: prima è scoppiato il Covid poi, dopo due anni, si è messa di mezzo la politica e abbiamo trascorso un anno a fare cause e a vincerle, invece di fare passi in avanti». Nel corso della conferenza stampa, anche un intenso botta e risposta con il direttore editoriale di Sud Press. Un confronto in diretta che segue quello a distanza sulle pagine del giornale online. Tra le contestazioni, quelle sui fondi per sostenere l’organizzazione dei campionati europei di sci alpinismo, manifestazione che si è svolta sull’Etna nel 2018.
E che, secondo la testata, sarebbero finiti al figlio dello stesso Agen tramite una società di cui sarebbe stato socio, destinataria del finanziamento. Con l’occasione, il presidente dimissionario chiarisce la vicenda: «La Regione ha persino rivisto i piani economici per quell’evento, diminuendo il budget e invitandoci a rimandare – conclude – Posto che mio figlio lì non era socio ma consigliere, immaginando che nell’impegno della Regione non sarebbe cambiato nulla, come cittadino mi sono fatto carico delle spese e posso documentare che sono stati immessi dalla mia famiglia 136mila euro di cui 80mila euro tramite un mutuo che finiremo di pagare nel 2023». Un botta e risposta continuato per circa un quarto d’ora e che ha coinvolto anche altre vicende, per lo più giudiziarie.