Rifiuti: approvata la Tares, rincari del 9,5% E il consiglio chiede un nuovo contratto

«Non approviamo la delibera, ma restiamo in aula per senso di responsabilità, mantenendo il numero legale». Si può riassumere con le parole del consigliere d’opposizione Manlio Messina, capogruppo del Nuovo centrodestra (già Pdl), la lunga seduta di prosecuzione che ieri sera, intorno alle 23, ha portato all’approvazione del nuovo Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi. La famigerata Tares che sostituisce la vecchia tassa per lo smaltimento dei rifiuti soldi urbani (Tarsu). A Catania in versione definita semplificata. «Consente, rispetto alla Tares, di non aumentare di molto i costi per i cittadini nel 2013, mantenendo un sistema fiscale identico a quello della Tarsu», spiega in aula l’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando. Costi che comunque aumenteranno del 9,5 per cento l’anno, sia causa «di quanto preventivato sul piano di rientro predisposto dalla vecchia amministrazione, sia per l‘aumento dei costi accertati dalla direzione Ecologia del Comune».

E proprio l’aumento dei costi, arrivati a 71 milioni di euro per il 2013, è il motivo più critico di tutta l’operazione e del relativo dibattito in aula. Quelli di conferimento in discarica sono aumentati rispetto al preventivato «di 1 milione 800 mila euro», riferisce l’assessore citando la documentazione relativa al nuovo balzello. La consapevolezza dei consiglieri, anche quelli di opposizione, è quella di una delibera vincolata per coprire interamente i costi, come concordato con la Corte dei conti nel piano di riequilibrio finanziario. Un quadro d’urgenza, aggravato dalla vicina scadenza dei termini di approvazione del Bilancio di previsione 2013, ma soprattutto dal recente licenziamento della dirigente comunale del ramo, Anna Maria Li Destri. Sulla sua testa pende una richiesta di rinvio a giudizio per turbativa d’asta proprio nella redazione dell’appalto di nettezza urbana con la ditta Ipi-Oikos, lo stesso attualmente in vigore. Situazione che getta tra i consiglieri, più di qualche ombra  sull’origine degli aumenti sui costi preventivati. «I funzionari della direzione Ecologia hanno accertato un aumento di costo. Il loro compito è quello di fare accertamenti previsti da contratto», taglia corto l’assessore Girlando rispondendo alle numerose domande a riguardo.

«Il servizio è pessimo, e visto che non si può rescindere il contratto dovevate trovare una soluzione alternativa all’aumento: facendo diventare i rifiuti una risorsa tramite la differenziata», afferma il consigliere Giuseppe Castiglione, capogruppo di Grande Catania. «E’ vero, non migliora il servizio, è un aumento lineare», risponde Niccolò Notabartolo, del Partito Democratico. «Non lo stiamo facendo per migliorare il servizio, lo stiamo facendo per via del piano di rientro voluto dalla vecchia amministrazione, nel quale il gettito previsto per la Tarsu era superiore a quello reale. L’imposta insomma l’avete aumentata voi», risponde ancora il consigliere di maggioranza al dirimpettaio in un tira e molla di dichiarazioni. Ma la lotta politica, in aula, dura poco. Un’ora e un quarto circa, il tempo che il consiglio si concede per elaborare due proposte di ordine del giorno da sottoporre alla giunta municipale. La prima, presentata dal consigliere di Grande Catania Carmelo Coppolino, impegna l’amministrazione a mettere in atto la raccolta dei rifiuti porta a porta, a migliorare le tariffe con sgravi per le fasce più povere e a cercare di elaborare, al più presto, un nuovo bando di gara. Il consiglio approva.

Subito dopo il consigliere Agatino Lanzafame, del gruppo Con Bianco per Catania, presenta un ordine del giorno del tutto simile. Aggiungendo, però, un ulteriore punto riguardante l’obbligo dei controlli. «Come maggioranza abbiamo impegnato l’amministrazione a lavorare fin da subito a un nuovo contatto di servizio che preveda la differenziata porta a porta che comporti minori costi ed esborsi da parte dei contribuenti. E ad intensificare i controlli, che devono essere di qualità», afferma il giovane consigliere. Verosimilmente, vista l’imminente approvazione dei Bilanci comunali relativi all’anno 2013, sia di previsione che consuntivo, e che occuperà i lavori del Consiglio fino a fine anno, l’amministrazione non potrà lavorare al nuovo contratto prima della fine di gennaio 2014, pubblicando il bando, nella più rosea delle prospettive, ad estate inoltrata. Il contratto con la Ipi-Oikos verrebbe quindi sostituito da uno nuovo a partire dal 2015, un anno prima della naturale scadenza. A prescindere da un accordo per sciogliere il contratto con l’attuale titolare del servizio di raccolta e conferimento in discarica.

Dopo l’approvazione degli ordini del giorno, la quale era stata preceduta dal rigetto sistematico per mancanza di regolarità contabile da parte della Ragioneria comunale degli emendamenti dell’opposizione di centrodestra, la delibera sulla nuova Tares semplificata viene quindi approvata con 18 voti favorevoli e 9 contrari.


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L'assemblea cittadina ha approvato il nuovo Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, in sostituzione della precedente Tarsu. Un aumento dei costi per i cittadini di quasi il 10 per cento. «Dovevate puntare sulla differenziata per ridurre l'aumento», attacca l'opposizione. «Eravamo vincolati dal piano di riequilibrio finanziario», risponde la maggioranza. Ma alla fine il Consiglio all'unanimità approva un ordine del giorno che impone l'elaborazione di un nuovo contratto di servizio per la gestione del servizio di raccolta. Potrebbe arrivare nel 2015, un anno prima della scadenza dell'attuale, sul quale pesa anche un'indagine della magistratura

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