I dipendenti della partecipata, in conferenza stampa, hanno sottolineato che la società, da quando è nata, ha svolto un ruolo strategico per la nascità di nuove attività economiche. Puntano il dito contro la Regione che non sa valorizzarla e che ora minaccia di chiuderla. Il deputato Fabrizio Ferrandelli si schiera in sua difesa
17mila imprese e 78mila posti di lavoro I numeri di Sviluppo Italia Sicilia
C’era anche una rappresentante della Mosaicoon alla conferenza stampa organizzata dai dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia, stamattina, a Palermo. Dipendenti che protestano contro la ventilata ipotesi di chiusura della partecipata regionale che si occupa di finanziamenti alle imprese.
La Mosaicoon è una società di web marketing palermitana assurta agli onori della cronaca lo scorso Settembre, quando il Premier, Matteo Renzi, in visita nel capoluogo siciliano, volle incontrare i suoi giovani fondatori elogiando il loro spirito innovativo e imprenditoriale.
Spirito innovativo e imprenditoriale che ha potuto prendere forma concreta «grazie anche al nostro lavoro» hanno detto i dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia che hanno fornito l’assistenza in fase di start-up.
Una società di successo che si aggiunge alle oltre 17mila imprese nate grazie ai finanziamenti di Sviluppo Italia Sicilia che da quando è nata «ha erogato risorse (statali) per 503.731.000 euro e creato 78.903 nuovi posti di lavoro. Solo nel 2014 poi, la società ha finanziato la nascita di 535 nuove imprese, erogato risorse per 17.980.000 euro e creati 3702 nuovi posti di lavoro» hanno aggiunto i dipendenti mostrando delle slide.
Poi, hanno ricordato che «Sviluppo Italia non determina oneri a carico del bilancio regionale dato che le sue entrate sono costituite dai corrispettivi economici di prestazioni di servizi erogate principalmente a favore del Socio unico, la Regione appunto, sulla base di contratti finanziati da fondi comunitari e nazionali e sottoposti al controllo della Corte dei Conti. A questo, si aggiunge il fatto che dal 2008 al 2011 la società ha coperto le perdite di esercizio con le proprie riserve di capitale accumulate per un totale di 5.716.439 euro – aggiungono i lavoratori – e che il personale è diminuito da 82 a 76 unità, con un costo medio annuo lordo di 31.713,5 euro, di molto inferiore alla media del costo medio del personale della Regione e delle sue partecipate».
«Il socio unico (la Regione siciliana) avrebbe dovuto nominare un management capace e invocare l’attuazione, in sede di Conferenza Stato/Regioni, della regionalizzazione degli strumenti agevolativi del Decreto legislativo 185/2000 – sottolineano dalla società- invece l’unica cosa che ha fatto è stato stabilire che dovesse focalizzarsi sull’assitenza tecnica per l’attuazione dei programmi finanziati dai fondi comunitari».
Sviluppo Italia Sicilia ha chiuso l’ultimo bilancio con una perdita di 1milione e 800mila euro. Oggi i suoi 76 dipendenti hanno ricevuto il pagamento della mensilità di novembre, ma restano ancora indietro di tre mensilità.
Alla conferenza stampa c’ era anche il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli: «Non comprendere che il destino di Sviluppo Italia Sicilia non riguarda gli stipendi dei 76 professionisti che vi lavorano, ma il futuro di migliaia di micro imprese e di giovani siciliani che hanno idee e vogliono inventarsi il lavoro avvalendosi dei servizi, della professionalità dell’azienda in questione, è la dimostrazione che non c’e’ una strategia per lo sviluppo della Sicilia e, ancor più grave, per il futuro dell’Isola.
«La vitalità delle startup siciliane – conclude Ferrandelli – elogiata anche dal premier Renzi che, nell’ultima visita a Palermo, ha voluto incontrare i ragazzi di Mosaicoon, la Viral Media Company famosa in tutto il mondo, e che proprio nella sua fase iniziale e’ stata seguita dagli stessi lavoratori che oggi difendono non il loro posto di lavoro, ma una esperienza fondamentale per la creazione di nuovo e di nuovi lavori, non puo’, soprattutto in questa fase di crisi economica e sociale, subire contraccolpi negativi. E allora passiamo dalle parole ai fatti, dalle parole ai fatti concreti e facciamo di tutto affinché l’azienda sia sempre di più un incubatore straordinario di nuove idee imprenditoriali».