1500 chilometri per vedere un morto?

Appena tornata da Roma. 20 ore di viaggio a/r, meno di 10 ore di permanenza a Roma. Un’esperienza incredibile, emozionante, che ti lascia senza parole e che solo chi ha vissuto direttamente in prima persona può comprendere. E’ totalmente diverso giudicare un evento del genere limitandosi a leggere tutti vari editoriali, commenti e articoli sui giornali o guardando in televisione gli speciali trasmessi a più non posso in tutte le reti del mondo ed in particolare nelle nostre reti nazionali.

Sarebbe una scelta folle fare più di 1500 km per vedere un semplice morto per appena 10 secondi di sfuggita, dopo circa tre ore e mezza di fila sotto un sole cocente (ho avuto almeno questa “fortuna”: ieri mattina bastava mezz’ora in più di ritardo per farne 5 e oggi si sono addirittura raddoppiate). Ma Karol non è un morto e basta. La stanchezza inevitabilmente consumava le gambe, i piedi, la schiena e offuscava la vista, ma ore di fila io ne avrei fatte anche 10. Perché cos’è questo a confronto dellìimtero e inesorabile calvario di Karol? Al di là di ogni sentimentalismo patetico e di ogni moralismo cattolico, solo chi è stato lì ha potuto vedere un’unità vera e reale tra persone completamente diverse tra loro, grazie a quest’uomo che ha lottato fino in fondo per questa unità e familiarità con e per il mondo, quando era in vita. Ora che è morto, ci ha chiamati a sé e noi abbiamo accolto il suo invito: possiamo dire che questa sua lotta non è stata vana ma ha avuto un senso. Ed io posso dire che ne è valsa davvero la pena vivere questa mia breve “avventura” piena di umanità con i miei amici e con tutti gli altri. Ad un tratto, io e i miei amici, oltre ad aver intonato dei canti, abbiamo iniziato a recitare il rosario in mezzo alla folla e mi ha colpito un sacco vedere delle persone che non conoscevo recitarlo insieme a noi e vedere dei polacchi accanto a noi che partecipavano “ripetendolo” non con la voce, ma con il loro sguardo.

Un’occasione anche per rivalutare questa città: “Roma caput mundi”…è proprio vero, soprattutto in questi giorni. Gente comune, gente famosa, gente straniera. Tutti insieme in quell’istante. Un mondo intero concentrato in un piccolo mondo, tutto dentro e fuori l’imponenza di S.Pietro, centro della cristianità.  Tantissimi i giornalisti presenti per le strade, tante le televisioni internazionali, dalla Cnn alla Bbc, dalla Zdf alla Tve, che oltre a fare il loro lavoro tanto criticato (piccola parentesi: mi chiedo allora noi che ci stiamo a fare qui se poi siamo i primi a parlare male di quella figura a cui aspiriamo diventare un giorno? E perché critichiamo tanto i media? Allora perché è nato il nostro giornale “on line”? E se i media danno tanto fastidio a qualcuno, durante un avvenimento di tale portata allora spegnete la televisione per un mese almeno e non ne parlate più).

Persino Adriano Sofri su La Repubblica di ieri ha detto: “…Un buon maestro, il Papa, chi potrebbe negarlo?…” Ebbene si vede che c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di negare questo fatto. C’è chi preferisce restare fermo nelle proprie convinzioni da “protagonismo intellettuale laico” totalmente fuori luogo (visto che il Papa è stato assurdamente accusato di “protagonismo scenico”), mentre si è detto anche che l’America ha compreso il Papa più dell’Europa senza fede, anticristiana ed anticlericale. Direi che è proprio vero. Il Papa politico? Ma possibile, solo “politico”? Ovviamente anche all’interno della Chiesa vi è una gerarchia politica che sottolineo, non è basata su una qualche presunta ideologia, perché i valori cristiani vengono prima di un qualsiasi altro ideale o insensato valore ideologico. Ma le parole di queste pochissime persone sono contro quelle di un fiume di folla. Io sono solo una piccola onda.

Ma si sa che basta una tempesta per scatenare la piena del fiume, come è successo in questo forum e altrove… Su cosa si basano i loro asserti? In questo caso per qualcuno è meglio tacere perché le provocazioni infondate, o fondate sul niente, non servono. Lasciatele da parte insieme al vostro orgoglio che vi impedisce di guardare, che vi tappa gli occhi (ecco il “bigottismo” di chi vuole azzittire qualcuno…come mi è capitato di leggere…ma quale bigottismo!). Come si spiegano i 3 giorni di lutto nel mondo islamico, i 7 giorni di lutto nel Brasile, e così via? Come è possibile che tra oggi e domani arriveranno in Vaticano migliaia di esponenti politici, di qualunque confessione religiosa (persino ortodossa)?

Io non vedo la volontà del Papa come un semplice voler omologare il mondo con i principi cristiani, ma come un avvicinamento al “diverso” e alla comprensione delle diversità che esistono tra gli esseri umani. Del resto, mi è stato insegnato proprio nella mia facoltà il valore del multiculturalismo, cioè della molteplice esistenza di varie culture e della convivenza pacifica tra di esse. Nonostante questo, per alcuni è più facile negare o fraintendere l’evidenza, l’esistenza di ciò che c’è e si vede.
Buona riflessione!

 

Valeria Arlotta

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