Corto siracusano del cinema, festival nazionale del cortometraggio

Memori delle due precedenti edizioni, che hanno riscosso l’entusiasmo del pubblico nonché giudizi positivi da parte di critici e letterari, il Centro Studi Muro ha fatto del festival nazionale del cinema una delle manifestazioni più attese e significative del territorio aretuseo. Corpo del festival, circa novanta opere tra fiction, documentari e videoclip di durata mai superiore ai trenta minuti. I lavori, che verranno presentati dal 26 al 30 dicembre, saranno oggetto di selezione per il conseguimento dei premi come miglior corto, migliore regia, migliore sceneggiatura, migliore fotografia e miglior montaggio.

 

Step1 non può lasciare cadere nel nulla un evento di portata nazionale.

Ma procediamo con ordine.

 

Giorno 26, il primo della manifestazione, mi reco presso il museo del cinema. Sono le ore 18:00. L’atmosfera è fredda, poca gente. Si temporeggia un po’ nell’attesa che la sala si riempia. I presenti prendono posto. Dopo una breve presentazione introduttiva si dà inizio alle proiezioni. Il grande schermo è occupato dalle scene di Matabat di Daniele Consolo, il corto vincitore dell’edizione precedente.

Fine della prima proiezione. Si accendono le luci. Mi guardo intorno. La sala è stracolma di gente. Non ci sono più posti a sedere. Registi, attori protagonisti, collaboratori sono tutti là, tra noi, emozionati e divertiti. A Matabat seguono altri corti di durata inferiore che non vanno mai oltre i diciotto minuti. Ecco la magia del corto: in pochi minuti un universo di temi. Parole di libertà e voglia di vivere sono pronunciate dai protagonisti di Ho imparato a volare, storia di un ragazzo omosessuale che, grazie all’aiuto del suo compagno a cui è morbosamente legato, riesce a “spiccare il volo” trovando dentro di sé la forza di vivere in un mondo spesso ostile.

 

Ad essere rappresentato è anche l’universo giovanile nel corto Uroburos. Protagonisti, ragazzi universitari alle prese con gli studi, le amicizie e gli amori in un magma di emozioni spesso indecifrabili. Il momento più divertente è però caratterizzato dalle proiezioni dei corti siciliani. Non può non suscitare il riso il corto Italian comics di Alessandro Marinaro. E’ forse uno dei corti più originali della serata poiché si presenta come curioso incontro tra fumetto e video. Perno della storia, il tipico triangolo adulterino in cui, alla fine, marito e amante stringeranno una simpatica alleanza nata dall’amore per il calcio, mentre la moglie, il cui peccato più grande è quello di non aver registrato la partita, rimarrà legata al letto per aver perso la chiave della manetta.

 

Tra la sezione dei corti italiani e siciliani registi e attori sono chiamati sul palco. Timidezza, imbarazzo, emozione investono i volti di questi giovani talenti, fanno tremare la voce. L’applauso degli amici e del pubblico arriva caloroso. L’entusiasmo è collettivo.

La serata si conclude con l’ultima sezione di corti italiani e l’invito a partecipare numerosi alle prossime serate del festival.


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