Siracusa, le indagini sulla morte del 15enne Formosa Il 6 marzo si decide sul processo. Madre: «Giustizia» 

Rinviata al prossimo 6 marzo per assenza del giudice Andrea Migneco l’udienza preliminare che si sarebbe dovuta svolgere lunedì a Siracusa e che avrebbe dovuto decidere se iniziare un processo per la morte di Renzo Formosa. Il 15enne deceduto in seguito a un incidente stradale avvenuto nella tarda mattinata del 21 aprile 2017 nella zona di via Bartolomeo Cannizzo, nel centro cittadino aretuseo. Sotto accusa è il 24enne Santo Salerno, figlio di un vigile urbano di Siracusa e conducente dell’auto che avrebbe provocato l’incidente, al quale vengono contestati i reati di omicidio stradale e lesioni.

«Io continuo a chiedere giustizia – dichiara a MeridioNews la signora Lucia, mamma di Renzo Formosa – e voglio delle risposte da parte dei giudici anche se so che non serviranno a riportare indietro mio figlio. Quello che io chiedo – aggiunge – è la certezza della pena, perché è impensabile che un ragazzino perda la vita all’uscita di scuola mentre torna in motorino verso casa. Io ritengo che la responsabilità sia di chi era alla guida di quella macchina e procedeva a una velocità eccessiva in base ai limiti da rispettare all’interno di un centro abitato». 


Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’automobilista alla guida della sua Fiat Panda avrebbe perso il controllo del mezzo in prossimità di una curva. L’auto avrebbe iniziato a sbandare, invadendo la corsia opposta lungo la quale procedevano tre scooter affiancati: quello guidato da Renzo Formosa e altri due con tre suoi coetanei a bordo. Per gli altri giovani solo lievi lesioni, mentre il 15enne, dopo 24 ore di ricovero all’ospedale Umberto I di Siracusa in prognosi riservata, è deceduto a causa delle gravi ferite riportate nello scontro

Il magistrato ha disposto il sequestro dei mezzi e ascoltato tutti i protagonisti per comprendere meglio la dinamica dell’incidente, i cui rilievi sono stati svolti dagli agenti della polizia municipale siracusana. Intanto, durante lo scorso mese di ottobre, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per Salerno da parte del pubblico ministero Antonio Nicastro cui era stato affidato il fascicolo aperto dalla procura aretusea.

A rappresentare legalmente la famiglia di Renzo è l’avvocato Gianluca Caruso che ritiene «anomalo il fatto che non siano stati eseguiti degli accertamenti che sono prassi anche nei sinistri con conseguenze molto meno gravi, come gli esami tossicologici o quelli relativi ai metaboliti urinari per tutti i soggetti coinvolti nell’incidente, e mancano anche gli accertamenti relativi alla sospensione cautelare della patente per Salerno». Tali richieste, stando a quanto riferisce l’avvocato Caruso, sarebbero dovute arrivare all’Asp da parte della polizia municipale che è intervenuta sul posto dell’incidente. «Io ho rilevato queste cose – conclude il legale – ma sarà l’autorità giudiziaria a dover giudicare se queste omissioni siano rilevanti sotto altri punti di vista oppure no. Ci aspettiamo di accertare la responsabilità del sinistro come è stato già fatto in parte in sede di indagine».


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