G7: il momento della protesta, la diretta dal corteo Dopo la fine, contatto con la polizia e lacrimogeni

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G7 è arrivato il momento della protesta. Si sono conclusi a Taormina gli incontri tra i capi di Stato e i rappresentanti dei governi delle sette potenze mondiali, con alcuni – come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – che hanno deciso di lasciare la città ionica senza incontrare i giornalisti. In attesa che vengano ufficializzati i documenti ratificati nelle scorse ore, pochi chilometri più a valle, a Giardini Naxos, gli attivisti e i cittadini che si oppongono al summit sono pronti a sfilare per le strade della cittadina per manifestare il dissenso nei confronti del vertice. Il corteo parte dal parcheggio Salluzzo, all’incrocio tra lo svincolo dell’autostrada A18 e la strada statale 114, per poi proseguire verso il lungomare. La marcia dovrebbe concludersi in piazza Municipio, sempre a Giardini. In mattinata, intanto, la cittadina si è svegliata praticamente deserta con tantissimi commercianti che hanno deciso di sbarrare vetrine e ingressi di negozi e locali con lamiere, assi di legno e cartoni. Negli scorsi giorni, il sindaco Nello Lo Turco ha emesso un’ordinanza che ha imposto la chiusura di tutti gli esercizi commerciali fino a conclusione del corteo. 

ore 19.48. Il corteo, sebbene meno numeroso, sta tornando indietro sul lungomare con canti, balli e bandiere.

ore 19.19. Due ragazze, poco dopo lo scontro, sono state identificate dalle forze dell’ordine e subito rilasciate. Secondo fonti di polizia, non ci sarebbe stato nessun fermato tra i manifestanti. Circostanza confermata dagli avvocati del Legal team presente per monitorare la manifestazione. Gli agenti però nelle prossime ore guarderanno i video della manifestazione per capire se siano stati commessi reati ed eventualmente identificare gli autori. Sia gli organizzatori della protesta che le forze dell’ordine fanno sapere che a loro non risultano feriti da entrambe le parti. Escluso un poliziotto contuso al braccio perché avrebbe urtato violentemente contro la telecamera di un cameraman.

ore 18.36. I manifestanti tornano indietro in piazza del Municipio. La polizia resta in assetto antisommossa, ma il clima torna sereno.

ore 18.33. A tagliare il corteo è anche un’ambulanza del 118 seguita da una Mercedes classe A. Entrambi i mezzi, trovando la strada sbarrata dal cordone di polizia, decidono di fare inversione a u e tornare indietro per prendere la parallela.

ore 18.25. Un’auto della Guarda di finanza taglia in due il corteo da dietro, per ricongiungersi alla polizia in testa, e viene raggiunta da diverse uova lanciate in segno di protesta. All’arrivo dagli agenti, sono gli stessi uomini delle forze dell’ordine a disapprovare la trovata dei colleghi finanzieri.

ore 18.23. Non è chiaro a che gruppo facciano riferimento questi manifestanti accomunati dalle magliette rosse e dalle bandiere rosse con su scritto «Proletari comunisti». Dall’accento sembrano tutti italiani e avrebbero fatto parte del corteo fin dal principio.

ore 18.16. Il gruppo di testa si fa più folto: circa cento persone si stanno compattando dietro alle magliette rosse, a una ventina di metri dalla polizia, per provare a forzare nuovamente il blocco. In mezzo si trovano i giornalisti. Quando un uomo ha provato a farli desistere, è stato trascinato a terra e raggiunto da un calcio, pare al volto.

ore 18.09. Lancio di oggetti da parte dei manifestanti, la polizia risponde con una carica. Una ragazza con la maglietta rossa è accasciata a terra, forse per un malore a causa dei lacrimogeni. La folla sta provando a defluire lungo l’unica via di fuga: una stretta discesa alla fine del lungomare. Sulla strada principale, alcuni manifestanti hanno rischiato di farsi male a causa della calca e dell’assenza di altre vie di fuga.

ore 18.06. Mentre il camion che precedeva il corteo si è fermato in piazza del Municipio, come previsto, una ventina di manifestanti, tutti con la maglietta rossa e per lo più a volto scoperto, si staccano dal resto del gruppo e provano a forzare dalla spiaggia il blocco di polizia posto poco oltre piazza del Municipio. Il gruppo è riuscito a percorrere una decina di metri prima che la polizia rispondesse con il lancio di alcuni lacrimogeni.

ore 18. La testa del corteo raggiunge piazza del Municipio, meta finale della manifestazione autorizzata.

ore 17.54. Mentre i manifestanti stanno per raggiungere la tappa finale del corteo, si intravvedono due cordoni di polizia in assetto antisommossa a partire da circa duecento metri oltre piazza del Municipio e a poca distanza l’uno dall’altro. Sbarramenti organizzati per evitare che i partecipanti decidano di proseguire oltre il percorso autorizzato.

ore 17.43. Il corteo si è ormai incolonnato del tutto nell’ultima parte del lungomare di Giardini, il tratto più stretto. A piazza del Municipio, finale previsto per la manifestazione, mancano ormai circa 500 metri.

ore 17.34. Un gruppo di manifestanti si è riversato all’interno dell’unica tabaccheria-panineria aperta, vicino alla chiesa dell’Immacolata. All’ordine della polizia di chiudere l’esercizio commerciale, una signora urla: «Non dare da bere alle persone è una vergogna!». La risposta delle forze dell’ordine è che l’acqua viene fornita dalle postazioni della Protezione civile lungo il percorso. «Ma noi non ne abbiamo vista nemmeno una», lamenta la manifestante. Così c’è chi rimedia con la fontana della piazza e chi solidarizza con i manifestanti passando alcune bottiglie di minerale dal balcone.

ore 17.27. Il corteo sembra procedere a rilento. Al momento il serpentone si trova a circa metà del lungomare di Giardini Naxos, poco prima di piazza San Giovanni. Manca quindi meno di un chilometro per arrivare a piazza Municipio, dove è prevista la fine della manifestazione.

ore 17.07. Dei manifestanti attesi sarebbero in 13 a non essere riusciti a raggiungere Giardini perché fermati a Villa San Giovanni con un foglio di via. Si tratterebbe di ragazzi del centro sociale Rialzo di Cosenza «fermati per denunce o segnalazioni per altre manifestazioni», spiegano i loro compagni arrivati al corteo dopo quattro ore di stop.

ore 16.54. «Sono convinto che anche il popolo siciliano voglia essere padrone a casa sua. Per questo noi ci sentiamo vicini, amici e fratelli dei siciliani». Così il megafono ospita un intervento di un attivista della val di Susa, dove da anni ci si batte contro il progetto di alta velocità Tav.

ore 16.47. Da una prima ricognizione, pare che tutti i pullman attesi dal nord e concentratisi a Napoli siano arrivati a Giardini e stiano partecipando al corteo, nonostante posti di blocco e rallentamenti. Le tensioni con la polizia stamattina alla stazione di Catania sarebbero state dovute a uno striscione sequestrato dalle forze dell’ordine. «Non sta a loro censurare le opinioni», spiega un giovane del centro sociale napoletano Insurgencia.

ore 16.38. Diversi spezzoni del corteo rappresentano in maniera ravvicinata le varie anime presenti. Dietro uno striscione, sventolano una bandiera No Muos, una palestinese, una anarchica e diverse bandiere rosse, mentre i manifestanti intonano canti contro la Tav. E c’è poi chi italianizza lo scenario internazionale: «Ci piace di più Trump a testa in giù», recita uno slogan. Un passaggio è dedicato anche al leader della Lega Nord Matteo Salvini, ieri a Palermo: «Dove esserci lui dentro al calderone a fare da panino alla meusa – urla un manifestante – Il vero nemico è chi vi dice che il più povero è il nemico».

ore 16.32. Tra le bandiere fa capolino anche uno stendardo della città di Venezia e, tra i manifestanti internazionali, nutrito è il gruppo di donne venezuelane presenti per protestare contro il presidente Nicolás Maduro. Con la bandiera del proprio Paese e vestite di bianco, come le loro connazionali che da settimane manifestano contro il regime e la repressione della protesta.

ore 16.25. Presente una delegazione da Palermo, di circa cento persone. «Siamo arrivati con due pullman. Durante la strada, le forze dell’ordine ci hanno fermati nel penultimo autogrill prima di arrivare e perquisiti – racconta Rabih Bouallegue, attivista italo-tunisino – Hanno fotografato e filmato documenti, volti e tatuaggi dei manifestanti. Ci sono state anche perquisizioni corporali e nelle borse». Sui motivi per cui si trova a Giardini, Bouallegue spiega: «Siamo qui per dire no all’imperialismo e all’oppressione. Personalmente, sono poi vicino ai popoli del Medio oriente».

ore 16.15. Il corteo è adesso sul lungomare di Giardini Naxos, dove una quarantina di persone ha accolto i manifestanti con applausi e foto. Luigi Sturniolo, uno degli organizzatori: «Siamo almeno tremila, un risultato straordinario considerate le condizioni in cui abbiamo dovuto costruire questa manifestazione. Oggi tutti i pullman sono stati fermati due o tre volte e le persone identificate più di una volta. Questo è un problema per il nostro Paese perché il messaggio che viene lanciato è che chiunque vuole lottare per i propri diritti e contro la crisi dovrà sopportare questo livello di repressione».

ore 16.12. Presente al corteo anche il sindaco di Messina Renato Accorinti che ieri sera, al concerto al teatro antico di Taormina, si è reso protagonista di un plateale richiamo al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. «Trump, peace no war! No war!», ha urlato Accorinti in piedi sulla sedia, subito invitato dagli agenti della Digos a rimettersi seduto.

ore 16.03. Il corteo ha lasciato la strada statale e in questo momento si snoda per via Dalmazia. I cittadini di Giardini lo seguono dal balcone, qualche anziano residente lo immortala con il proprio cellulare e c’è chi ha appeso striscioni a tema. Su tutti, uno che recita: «Climate change exists».

ore 15.54. Rispettando la tabella di marcia, il corteo ha cominciato a muoversi, sebbene con una partecipazione che sembra inferiore alle aspettative degli organizzatori.

ore 15.30. Gli ultimi manifestanti stanno raggiungendo il concentramento. Sulla statale 114, dalla stazione di Alcantara a Giardini Naxos, posti di blocco a ogni incrocio con controlli e perquisizioni. Sono una quindicina i pullman attesi e gli organizzatori puntano sulla presenza di almeno tremila partecipanti. Ad arrivare dovrebbero essere delegazioni provenienti da tutta la Sicilia, ma anche dalle altre regioni del Sud, Campania in testa. Proprio due gruppi di napoletani sono stati bloccati dalle forze dell’ordine in Calabria e a Catania, per poi proseguire il viaggio. 


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