L’imprenditore vicino a Messina Denaro «In Forza Italia c’è un’autostrada aperta»

«Vedi vedi… in Forza Italia c’è un’autostrada aperta per ora». A parlare è Giovanni Adamo, imprenditore che, insieme al figlio Enrico Maria, è accusato di aver fatto affari grazie alla vicinanza con Matteo Messina Denaro. Per questo gli sono sequestrati beni per cinque milioni di euro su richiesta della Direzione investigativa antimafia. Ma Adamo, stando a quanto emerge dai documenti, non è un imprenditore qualsiasi, piuttosto è al centro di una fitta rete di conoscenze politiche, «trasversali e altolocate».

Nel periodo preso in esame dalle indagini, in particolare il 2013, Adamo avrebbe provato a reclutare politici per ingrossare le fila di Forza Italia, avendo come riferimento Pippo Fallica, deputato per tre legislature, tra il 2001 e il 2013. Anni durante i quali è stato anche membro della commissione Antimafia. Attualmente Fallica è dirigente di Forza Italia. «Il piano politico di Adamo – si legge nell’ordinanza di sequestro – patrocinato dall’ex parlamentare Fallica, suo referente, punta a far aderire al movimento di Silvio Berlusconi vari personaggi politici locali che godono di ampio consenso elettorale, tra cui Gianni Pompeo, già sindaco di Castelvetrano in area Udc, I’ex parlamentare Livio Marrocco (già Pdl, poi transitato nelle file di Futuro e libertà) e l’attuale sindaco Felice Errante». 

Fallica e Adamo parlano spesso al telefono dei possibili ingressi in Forza Italia e del sindaco Errante, restio invece a lasciare il Nuovo centro destra, anche per la sua vicinanza ad Angelino Alfano. «Ho pressato un po’ sulla situazione di Castelvetrano – dice l’imprenditore al politico per telefono – quello (il riferimento è a Errante, ndr) è confuso, non sa… c’è Angelino che lo invita ogni tanto a Roma per sistemare certe cose e non fa niente. L’altro giorno c’è andato e mi ha detto “sai, mi ha portato a vedere il Quirinale”, gli ho detto “te li ha fatte le cose che ti doveva fare?” Dice “no, mi ha fatto così con la mano”. Se tu (dice a Fallica ndr) ci vuoi dare una botta di… ce I’hai il numero suo?». Fallica replica: «Ce I’ho il numero, ora lo chiamo». Contattato da MeridioNews, Fallica si è limitato a dire che ogni accusa «è priva di fondamento».

Secondo quanto emerge dalle intercettazioni, Giovanni Adamo vantava rapporti anche con Giuseppe Marinello, senatore di Forza Italia e attuale presidente della commissione Ambiente, e con il parlamentare Salvatore Iacolino, sempre di Forza Italia. Il 27 settembre del 2013, Adamo – al telefono con il figlio, in quel momento consigliere comunale, che sta andando a trovare Errante – dice: «Enrì, digli che io conosco il presidente della commissione ambiente Marinello. Se gli serve lo possiamo andare a chiamare e disturbare quando vogliamo». Sempre nel 2013, Adamo incontra Iacolino nei locali di un certo Elio, che i magistrati identificano in Aurelio Ottavio Cavarretta. L’uomo, secondo i Ros, sarebbe padrino di cresima di Rosalia Messina Denaro. Per gli inquirenti, Adamo avrebbe chiesto al parlamentare di convincere Errante a confluire in Forza Italia. L’attuale sindaco della cittadina del Belice però non ha mai aderito, secondo Adamo perché «fedelissimo ad Angelino Alfano». 

Sull’attivismo politico di Giovanni Adamo ha parlato anche Lorenzo Cimarosa, cugino acquisito di Messina Denaro avendone sposato la cugina Rosa Filardo, condannato per associazione mafiosa nel 2015 e collaboratore di giustizia. Cimarosa, morto un mese fa, oltre a raccontare del rapporto privilegiato tra Adamo e Giovanni Filardo, cugino e fidato luogotenente del boss latitante, ha descritto l’influenza di Adamo nella politica locale. A cominciare dalle ultime elezioni amministrative che hanno visto l’elezione di Felice Errante. 

Adamo, inoltre, è stato tra i fondatori di Forza Italia a Castelvetrano. Ultimamente, però, le cronache politiche parlano di un avvicinamento alla lista civica Alleanza Etica, che fa riferimento a Tonino e Salvatore Vaccarino, padre e figlio. Il primo, ex sindaco di Castelvetrano, fu arrestato nel 1992 per mafia e traffico di droga: sarebbe lui il famoso Svetonio che, su incarico dei servizi segreti tra il 2003 e il 2006, tenne una fitta corrispondenza con Matteo Messina Denaro, che a sua volta firmava con il nome Alessio i suoi pizzini.


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