Muos, per i giudici nessun rischio per la salute Ma impianto potrebbe ancora risultare abusivo

Il Muos non è pericoloso per la salute, ma potrebbe ancora risultare abusivo. Questo in sintesi ciò che viene fuori dalla sentenza con cui ieri il Consiglio di giustizia amministrativa si è pronunciato sul ricorso del ministero della Difesa, contro la decisione del Tar che, a inizio 2015, aveva ravvisato diverse carenze nell’istruttoria di realizzazione dell’impianto satellitare di Niscemi. Mancanze che riguardavano tanto la raccolta dei nulla osta quanto un’adeguata valutazione dei rischi per la salute e l’ambiente. Il Tar aveva anche ritenuto illegittima la cosiddetta revoca delle revoche, ovvero il procedimento con il quale, a metà luglio 2013, la Regione era ritornata sui propri passi, annullando l’invalidazione delle autorizzazioni concesse precedentemente dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente. 

Un’altalena di ripensamenti su cui il Cga si era espresso a settembre scorso, ribaltando in parte l’orientamento dei giudici di primo grado con una sentenza parziale nella quale si dichiaravano illegittimi gli interventi della Regione. Per il consiglio, l’unico ricorso da valutare era quello originario del Comune di Niscemi. Che, nel 2011, aveva richiamato il principio di precauzione per i possibili rischi per la salute e per la sicurezza del traffico aereo. Per fare luce su questi aspetti, a fine 2015 è stato nominato un collegio dei verificatori

È autunno quando ha inizio una nuova polemica. A destare perplessità è innanzitutto la composizione dell’equipe di esperti, che prevedeva tre delegati dei ministeri Sanità, Ambiente e Trasporti e due tecnici dell’università La Sapienza di Roma. A ciò si è aggiunta una serie di intoppi nella pianificazione delle misurazioni: dalla mancata taratura della strumentazione dell’Arpa all’incapacità di prevedere misure precauzionali per la popolazione durante i test. Tali circostanze hanno portato, a gennaio, al rinvio delle misurazioni. A cui è seguita la decisione dei verificatori di stilare la relazione basandosi soltanto sui dati progettuali forniti dall’ambasciata americana

A marzo, però, il Cga ribadisce la necessità di avere dati sperimentali e impone l’effettuazione delle prove. Che avvengono alla presenza dei tecnici di parte. Anche stavolta, però, non mancano le critiche riguardanti l’impossibilità di controllare il reale funzionamento dell’impianto satellitare, specialmente per quanto riguarda la massima potenza espressa. Botta e risposta che sono il preludio per il pronunciamento di ieri, con il Cga che ha ribadito la validità del lavoro dei verificatori, confermandone la tesi: il Muos non è pericoloso.

«I consulenti delle parti non si sono rivelati in grado di denunciare profili di effettiva violazione delle garanzie del contraddittorio», si legge nella sentenza. E per quanto riguarda la potenza. «Le misurazioni sarebbero state effettuate portando le singole antenne al valore di potenza di 200 watt, intesa quale potenza massima di trasmissione». Il Cga, d’accordo con l’equipe di esperti, ritiene che il dato di 1600 watt, presente nel progetto originario, indichi soltanto il valore al di sopra del quale la parabola «può subire danneggiamento». Potenza, però, che sarebbe otto volte superiore a quella necessaria per far funzionare normalmente l’impianto.

Una tesi che non convince i legali degli attivisti. «La realtà è che questa sentenza potrebbe essere definita una sanatoria – commenta l’avvocato Sebastiano Papandrea -. Ci troviamo davanti a un pronunciamento che nel suo iter di formazione ha promosso iniziative, come quella delle misurazioni sul campo, che indirettamente confermano la carenza dei presupposti per la realizzazione dell’impianto. Costruito senza sapere che effetti potesse avere sulla salute». Effetti che inoltre ancor oggi sarebbero ben lungi dall’essere definiti. «I nostri tecnici di parte hanno sottolineato diversi passaggi che pregiudicano l’attendibilità dei test», continua Papandrea. 

Per il movimento No Muos, tuttavia, non tutto è perduto. «La questione abusivismo non è per nulla chiusa – attacca il legale -. Il Cga non si è espresso nel merito dell’appello incidentale fatto da Legambiente. Si tratta di un passaggio fondamentale, poiché si mette in discussione la realizzazione del Muos all’interno di una riserva naturale che, per regolamento, non prevede alcuna forma di edificazione». Per sapere cosa ne pensano i giudici bisognerà attendere il processo penale che inizierà il 20 maggio nel tribunale di Caltagirone e per il quale saranno chiamati come testi anche l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e l’attuale Rosario Crocetta. «Rimaniamo fiduciosi», conclude Papandrea.

Prima di ritornare nelle aule giudiziarie, però, la questione Muos sarà al centro di una nuova manifestazione nazionale in programma il 15 maggio a Niscemi. Dove sono attese migliaia di persone, che, alla luce della sentenza di ieri, avranno un motivo in più per far sentire la propria voce.


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